La filosofia di Topolino

Creato il 15 aprile 2013 da Timoretremore

Animali parlanti vestono e agiscono come esseri umani, dopo aver lasciato la fattoria per vivere in una metropoli senza nome, cui gli autori Disney italiani hanno poi dato l’appellativo di Topolinia, in onore del suo cittadino più illustre. Topolino è una sorta di Ulisse del nostro tempo, solo in apparenza appagato dalla quiete domestica in una tranquilla villetta, ma che non vede l’ora che qualcuno o qualcosa lo attragga fuori dall’uscio e lo impegni in qualche peripezia nella Giungla d’asfalto, tra gangster, imbroglioni, contrabbandieri o rapinatori più o meno sofisticati. Non mancano case stregate o segretissime basi militari. Ma a Topolino questa sua Itaca non basta ancora; e così lo vediamo minatore nel deserto, navigatore nei mari del Sud o tra i ghiacci dell’Artico, viaggiatore interplanetario o addirittura esploratore del passato o del futuro, provvisto della dovuta macchina del tempo – o di qualche altra diavoleria capace di eludere qualsiasi meccanismo di censura o protezione cronologica.

Topolino, come Paperino, è un personaggio dalla doppia natura, che mette insieme sembianze del mondo animale con caratteri e abitudini umane. Come Orazio, che è un cavallo o Clarabella che è una mucca. Oppure come Pietro Gambadilegno, che è un grosso gattone, o Manetta, che è un mastino.
Le tante comparse delle storie che vedono Topolino protagonista hanno i tratti dei maiali, delle pecore o dei lupi. La fidanzata Minni è una topina e Pippo, in origine, è un cane: in inglese il suo primo nome è Dippy Dawg, poi Dippy the Goof e infine Goofy; diventerà sempre più umano al contrario del vero cane di Topolino, Pluto, che nasce a quattro zampe e a quattro zampe resta.
La filosofia di Topolino non è un’architettura d’idee come quella di filosofi alla Kant o alla Hegel, ma il piacere della scorribanda intellettuale, il desiderio di esperienze sempre nuove, una piacevole e divertente fenomenologia dello spirito.
“Ci piace pensare che, come Cartesio era sempre così incerto sulla distinzione tra sogni e realtà, anche Topolino sappia infine scivolare nel sonno chiudendo la sua ennesima avventura con un «Ho detto si, voglio sì» rivolto alla vita in tutte le sue forme.”

Giulio Giorello con Ilaria Cozzaglio, La filosofia di Topolino, Biblioteca della Fenice, Guanda, 2013.



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