La Finanza al Lirico

Creato il 15 maggio 2014 da Nonzittitelarte
  • Ad aprile il sindaco Massimo Zedda aveva chiesto l’intervento dei magistrati contabili

Acquisite le carte su contratti a termine e previsioni di spesa

 La guerra del Teatro Lirico si arricchisce di un nuovo capitolo. Giovedì scorso il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha bussato alle porte della Fondazione e ha prelevato tutti gli atti relativi agli ultimi mesi di gestione: i militari hanno portato via le carte riguardanti le assunzioni a termine disposte in questo periodo, le previsioni di spesa, i contratti di vario tipo stipulati da ottobre in poi. Tutto quanto possa essere utile cioè a capire quanto di fondato vi sia nei documenti che, due settimane prima, il sindaco Massimo Zedda (presidente del consiglio d’amministrazione del Lirico) aveva inviato alla Procura della Corte dei Conti chiedendo loro «un accertamento sulla correttezza» dell’operato del neo sovrintendente Mauro Meli.
LA DIATRIBA Questi, che già aveva ricoperto lo stesso ruolo nei primi anni Duemila, non è visto di buon occhio dal primo cittadino, il quale gli contesta una gestione (quella precedente e anche quella attuale) non proprio adeguata dal punto di vista finanziario. Ancora lo scorso marzo davanti al pm Giangiacomo Pilia, nel terzo interrogatorio legato all’inchiesta che lo vedeva indagato per abuso d’ufficio (relativa alla nomina a sovrintendente di Marcella Crivellenti, la Procura ha già chiesto il rinvio a giudizio del sindaco), Zedda aveva spiegato quale fosse il suo obiettivo: evitare che «si ripetessero i fenomeni di sperpero di denaro pubblico», problemi che invece «si sono riproposti dopo un mese dall’insediamento di Meli». Fin troppo chiaro. In precedenza, al momento di scegliere la nuova guida del Lirico dopo la gestione Crivellenti (la cui nomina a ottobre era stata ritenuta illegittima dal Tar), lui e il consigliere di amministrazione Mario Marchetti avevano dovuto soccombere davanti alla decisione degli altri componenti del cda Gualtiero Cualbu, Giovanni Follesa e Giorgio Baggiani i quali avevano scelto proprio Meli.
IN PROCURA Poi, dopo un’altra serie di schermaglie dialettiche con gli avversari nel consiglio d’amministrazione (compresa la visita al pm durante la quale i tre avevano riferito dell’ostruzionismo del primo cittadino nel regolarizzare la posizione contrattuale di Meli), il sindaco ha deciso di rivolgersi direttamente alla Procura della Corte dei Conti inviando un corposo dossier nel quale spiegava che: Meli, ancora formalmente privo di contratto, in pochi mesi di gestione (da gennaio) aveva siglato quattordici rapporti di lavoro a termine, per due dei quali era previsto un esborso complessivo di 90 mila euro (Marco Benoni ed Elena Rizzo); aveva chiesto di ricoprire anche la carica di direttore artistico chiedendo 60 mila euro di onorario oltre i 120 mila già previsti (come deliberato dal cda il 2 aprile con voto contrario di Zedda, Marchetti e Susanna Pasticci); avrebbe inserito nel bilancio 2014 contributi regionali per 9 milioni anche se, in realtà, sarebbero stati meno di cinque. I magistrati hanno ricevuto anche il contratto per il sovrintendente, firmato da Zedda ma non ancora da Meli. Tra le persone assunte a termine c’è Loredana Lai, consigliere della municipalità a Pirri e molto vicina a Porcelli. Ora si attendono le valutazioni degli inquirenti.
Andrea Manunza

Fonte: L’Unione Sarda 15 maggio 2014

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