Bisogna essere onesti e riconoscere i grandi sforzi di molte organizzazioni non governative (da Emergency al CUAMM, passando per Medici senza Frontiere e Actionaid tanto per citarne alcune) e il personale sanitario locale che ha affrontato una delle più complicate e difficili epidemie della storia recente, spesso senza mezzi e in luoghi inadatti. Il risultato è stato un tributo enorme da parte del personale sanitario: 881 operatori colpiti e 513 morti (il 58,2%).
A dispetto delle previsioni pessimistiche e catastrofiche che con grande facilità (troppa) non solo i media, ma illustrissimi uomini di scienza avevano fatto (qualcuno ricorderà la previsione di oltre un milione di casi!) l'epidemia è stata per area e per numero di casi contenuta e
circoscritta. La difficoltà stava solo nell'obbligo di farlo nei paesi colpiti dove la sanità pubblica è ancora un neonato che ha bisogno di tutto.Ripercorrendo questi quasi due anni di epidemia, con alcuni mesi di vera e propria psicosi, si ha la sensazione che in alcune circostanze Ebola sia stata usata per distrarre l'attenzione da altri temi, più spinosi.Permangono alcune perplessità (che meriterebbero qualche attenzione in più) sull'eccessiva velocità in cui si sono prodotti farmaci e vaccini che con molta probabilità, senza i primi casi fuori dell'Africa, avrebbero avuto tempi molto diversi. Così come è ancora da approfondire quella che per ora viene definita Sindrome post-Ebola che sembrerebbe colpire malati guariti da tempo.
Sancirà, che aveva parlato di Ebola prima di quest'ultima epidemia ha seguito con attenzione l'evolversi della situazione, speso con un atteggiamento molto critico nei confronti di un allarmismo esagerato, di un indirizzo forse poco efficace dei grandi fondi che sono stati stanziati e di alcune vere e proprie menzogne che sono state spacciate come verità.
Metto a disposizione questo PDF, che raccoglie i principali articoli di Sancara pubblicati sul tema a partire dal 2012 e che forse ben ricostruiscono la storia recente di Ebola.