La fine di Mr. Wiggles

Creato il 01 luglio 2012 da Chemako @chemako71

Prendi un dolcissimo orsetto di peluche dalle guanciotte rosa, un simbolo dell'infanzia più pura e candida. Ora mettigli in bocca delle oscenità bestiali e fagli compiere delle azioni ributtanti, da codice penale. Cosa ottieni? Mr. Wiggles, ovvero il protagonista di una celebre striscia a fumetti americana, ideata da Neil Swaab, e pubblicata dal 2004 in Italia dalla rivista Internazionale. Per chi non lo ha mai letto, potrebbe sembrare un'operazione che punta sulla volgarità per ottenere un facile successo commerciale. Non è così. Mr. Wiggles e Neil, il suo compagno di casa umano, un giovane insicuro, turbato dal suo difficile rapporto con le donne e dalla sua calvizie, mettono alla berlina in modo cinico e crudele la quotidianità, banale e a volte tragica, del nostro vivere. Il sorriso nasce dal contrasto tra le sembianze ingenue di questo orsacchiotto, disegnato con uno stile molto semplice e naif, e le situazioni assurde e politicamente scorrettissime in cui si viene a trovare. Sesso, violenza, droga, ogni forma di devianza viene affrontata e vissuta dal peluche. Tradizioni, religione, vizi della nostra società sono messi alla berlina in modo spudorato. Senza pudore, appunto, è la parola d'ordine di Mr. Wiggles o, meglio, come suggerisce lui stesso sul sito internet a lui dedicato, "deviancy has never been so funny!".
Ora però dovremo fare a meno della striscia settimanale, in quanto Neil Swaab ha deciso di chiudere, non perché non abbia successo, tutt'altro. La ragione è che non vuole trascinare la storia oltre quello che lui reputa essere il suo capolinea. La lascia così al massimo della sua gloria, e fa bene. Solo che ci mancherà. Perché? Uno dei motivi principali lo espone Giovanni De Mauro, il direttore di Internazionale, nell'editoriale del numero 955 da venerdì in edicola, che ospita anche la striscia finale: "Mr. Wiggles ha saputo ricreare l'ambiente protetto di un gruppo di amici, dove si può scherzare e fare battute (irripetibili davanti ad estranei) su argomenti delicati e drammatici senza correre il rischio di essere fraintesi."
So long Mr. Wiggles, and fuck Winnie the Pooh!

Tavola tratta da Internazionale 955 del 29 giugno 2012



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