La fiorentina dal riso al sangue

Da Naimablu


Questa è la storia di una bella fiorentina.
Alta, colorita ma non troppo, un po’ robusta e allegra. Forse un po’ troppo allegra, ma, come si dice: “Il riso fa buon sangue”. Del riso, però, parliamo un’altra volta, al bando i primi e ritorniamo ai secondi!
No, non è una gara, non c’è chi arrivi primo o secondo e, no, il terzo classificato non vince la medaglia.
Silenzio, altrimenti mi confondo.
Torniamo alla bella fiorentina, un po’ troppo allegra.
Non capite male, non è che fosse poco seria, ma teneva al suo sangue, voleva fosse buono e, per mantenerlo così, non faceva che ridere. Per la sua vivacità e il suo aspetto appetitoso, aveva tanti pretendenti tra cui non riusciva a scegliere. E scegliere era davvero difficile perché, ognuno di loro, aveva un modo di corteggiare, diversamente accattivante.
Il tempo, però, stringeva, la fiorentina s’inteneriva, nonostante la fiamma che l’ardeva, e mancava poco che fosse completamente cotta, ma di chi?
Brunello di Montalcino, dalla sua, aveva la sua aria d’annata, quella cupezza ma non troppo nel nome, che lo velava appena di mistero, e una certa vivacità nell’approccio che sorprendeva. Amava corteggiare la fiorentina senza troppe parole, puntando sulla simpatia brillante e contagiosa. Lei apprezzava, metro di giudizio era il suo riso e, quando c’era Brunello, era più vivo del solito. Aveva buone speranze, ma non abbastanza per star tranquillo perché non era l’unico a divertirla.
Sempre dalla Toscana, ma da Montepulciano, c’era il Nobile. Lo chiamavano tutti così per il fatto che da sempre frequentasse le tavole dei nobili e fosse tenuto in gran considerazione per la sua sobria eleganza e il suo equilibrio. Nel corteggiamento, puntava sullo sfoggio delle sue importanti conoscenze e catturava l’attenzione con curiosi aneddoti che si sarebbero verificati, di volta in volta, presso le nobili tavolate a cui era sempre invitato. La fiorentina rideva di gran gusto e, anche in questo caso, sembrava rapita dal suo corteggiatore, ma non completamente.
Come prevedibile, tra il Brunello e il Nobile, la contesa era aspra e violenta. Più volte i due avevano rischiato di oltrepassare la misura tingendo, di color rubino, il luogo del loro scontro, ma la bella fiorentina, sollecitando allegria con il suo riso spontaneo, li aveva distratti, scongiurando il peggio.
Rideva di gusto, non perdeva neppure una goccia d’ilarità, ma continuava a non decidersi.
Un giorno, colse tutti di sorpresa.
Durante una delle solite allegre tavolate, annunciò che aveva scelto a chi dei due contendenti avrebbe dichiarato il suo “sì”.
La sala mutò facendosi silenziosa al pari di una chiesa, tanto che il Vin Santo, si sentì quasi in diritto di prender la parola, ma era troppo stanco per farlo e lasciò parlare la bella fiorentina.
Non fu lei a rompere il silenzio, ma il Nebbiolo.
Nebbiolo era arrivato da poco e tutti avevano notato fosse interessato alla bella fiorentina. Molti, per questo motivo, lo guardavano sottecchi e ad aggravare la situazione c’era la sua provenienza geografica.
Veniva da Alba, non c’era nulla di male, certo, ma inevitabilmente, entrava in competizione con i pretendenti del luogo, sicuramente contrariati all’idea che uno straniero potesse avere la meglio nella conquista.
Fece il suo ingresso alla tavolata, muovendosi a tentoni, ma sempre con una certa eleganza. 
In un sorso mandò giù tutte le pietanze e, senza rendersene conto, rovesciò, con uno spintone distratto, Brunello e il Nobile per giungere con una scivolata, al cospetto della bella fiorentina.
La sala, dopo quel gran trambusto, si vestì nuovamente di silenzio.
Fu la bella fiorentina scalfirlo affermando, con la risata più sonora di cui fosse capace, che la sua scelta, era fatta.
Nebbiolo, confuso e annebbiato, le avrebbe garantito tanti altri ruzzoloni come quello. Avrebbe, così, riso continuamente e si sa che “Il riso fa buon sangue” e a lei il sangue donava, nonostante fosse tanto tenera.

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