D’altro canto, è sconsigliato anche il contrario: il buon grafologo non effettuerà analisi grafologiche in scritti a cui manca la firma.
Perché è così importante la dinamica testo/firma?
La distanza che intercorre tra i due ci indica il grado d’implicazione dello scrivente nei propri atti e nel proprio giudizio; ovvero, in linea di massima: firma troppo vicino al testo ~ impulsività, mancanza di giudizio obiettivo; firma troppo lontana dal testo ~ estraneità, non coinvolgimento. Altri esempi: l’ omogeneità tra testo e firma rivela spontaneità, autenticità, naturalezza; se più piccola, mancanza di fiducia in sè, modestia, timori nell’assumersi responsabilità; se più grande, amor proprio, desiderio di affermazione sociale; se molto più grande, presunzione, ambizione esagerata, ipercompensazione di un senso d’inferiorità. Quando è molto diversa dal testo non necessariamente indica un nascondimento, ma può essere segno di creatività, un dar voce alle aspirazioni più intime senza togliere autenticità. Altre volte può essere invece segnale di un conflitto tra l’ Io sociale e quello più intimo, tra le aspirazioni e la realtà. La firma inoltre può essere sottolineata, sbarrata, avvolta da un paraffo, con maiuscole grandi, o tutta in minuscolo. Può essere semplificata, filiforme, ascendente o discendente rispetto al testo, e così via… Per ogni scelta grafica esiste una diversa interpretazione, correlata al testo, al contesto ed allo spazio grafico occupato nel foglio (sinistra, centrale, destra).
La firma parla di noi, ci presenta al mondo con le nostre motivazioni più intime; può avvalorare o contraddire. Di sicuro, non mente.