Ammettiamolo, non è un momento molto felice per lo sport italiano. Dopo un meraviglioso mese di luglio, in cui si sono susseguiti i trionfi iridati di Federica Pellegrini e del Settebello (senza dimenticare l'ascesa imponente di Luca Dotto, Fabio Scozzoli e Martina Grimaldi), oltre che il piacevole ritorno nell'elite europea della nazionale italiana di softball, l'agosto attuale, al contrario, è stato sinora foriero di grandi delusioni, che preoccupano non poco per le Olimpiadi di Londra 2012. Zero medaglie sono arrivate dai Mondiali di canoa velocità, idem dalla rassegna iridata di judo. Nell'atletica hanno già fallito i marciatori, dunque, a meno di sorprese, l'unico podio realmente alla portata appare quello di Antonietta Di Martino nel salto in alto (in attesa dei giovani, il panorama attuale è davvero desolante anche a livello medio, con atleti che faticano pesino a superare le qualificazioni). Non va meglio nell'equitazione: agli Europei di concorso completo l'Italia è sesta dopo la prova di cross-country, praticamente quasi tagliata fuori da quella quarta piazza che fornisce il pass a Cinque Cerchi (ottenuto, invece, nel 2008, a cui è seguito l'argento europeo del 2009). Che dire, poi, della selezione tricolore femminile dell'hockey sul prato, mestamente retrocessa in seconda divisione con 5 sconfitte su 5 e l'ultimo posto complessivo nella manifestazione europea: nel giro di 3 anni si sono compiuti tangibili passi indietro, a testimonianza di una palese involuzione.Insomma, non si può parlare di crisi dello sport italiano (come detto, sino a fine luglio i risultati sono stati soddisfacenti in svariate discipline come quelle invernali, beach volley, canoa slalom, ginnastica artistica e ritmica, tiro con l'arco e tiro a segno, pugilato, tennis, tuffi, oltre ai già ricordati nuoto e pallanuoto), ma di flessione certamente sì. In alcuni settori la conduzione tecnico-dirigenziale è oramai obsoleta: si resta ancorati al passato senza cercare quelle innovazioni necessarie a garantirsi un futuro (tra cui ingaggio di allenatori stranieri, incentivi per il conseguimento dei risultati, naturalizzazioni a tappeto). Qualcosa di meglio dovrebbe verificarsi ai Mondiali di canottaggio, dove non a caso si è tornati ad investire sulla base del movimento, in particolar modo nel settore femminile. Attendiamo con ansia, inoltre, gli appuntamenti continentali delle nostre squadre di basket e pallavolo, il cui trend di crescita appare in decisa controtendenza rispetto alle recenti stagioni. Se il futuro è assicurato, il presente vede l'Italia sportiva attraversare un momento di transizione dai campioni del passato a quelli del domani, palesando delle difficoltà (ed una conseguente cattiva gestione) proprio nella generazione mediana. In questo senso a Londra 2012 bisognerà cercare di limitare i danni, auspicando la conquista di 25 medaglie: difficile fare meglio.
Federico Militello