La FNOVI alle audizioni sul farmaco veterinario, in un intervento definito intenso dalla Commissione, ha commentato alcuni punti – tra i molti trattati dal GdL – delle bozze di regolamenti comunitari sul farmaco veterinario. Intento dichiarato della Federazione in apertura, quello di esaminare le bozze alla luce della possibilità per la professione di poter esercitare in scienza coscienza e professionalità e della valutazione del reale perseguimento delle tutele poste dalle proposte, nei dettami indirizzati alla professione.
La dr.ssa Eva Rigonat, Responsabile del GdL sul farmaco in seno alla FNOVI nonchè Revisore dei Conti della Federazione, nel corso dell’audizione ha chiarito come siano condivisi gli obiettivi dichiarati dell’impianto normativo volti ad aumentare la disponibilità dei medicinali veterinari e a migliorare il funzionamento del mercato interno del farmaco oltre a mantenere salute e benessere animale, sicurezza alimentare, e controllo dell’antibiotico-resistenza (AMR), la Federazione ha elencato alcuni punti ritenuti particolarmente critici specificandone la non esaustività rispetto alle problematiche rilevate.
Alla Commissione sono state dunque esemplificate le tematiche relative all’apertura dell’esercizio di atti veterinari a figure non professionali di interi settori come apicoltura e acquacoltura e che vedono la Federazione fortemente contraria in via di principio, sempre e particolarmente preoccupata nello specifico per settori particolarmente delicati per l’impatto fortemente ambientale della somministrazione del farmaco.
Anche l’impianto burocratico messo in piedi dal regolamento, particolarmente oneroso per veterinari ed allevatori, registra l’espressione di una Federazione contraria. Sono stati illustrati i pericoli per la tutela della salute e del benessere degli animali derivanti dalla messa in dubbio della possibilità di rifornimento da parte del medico veterinario di farmaci utili all’esercizio e dalla eliminazione del concetto di scorta per gli impianti di custodia e allevamento che genererà la crescita della vendita di farmaco in nero e l’uscita dei veterinari dagli allevamenti vanificando gli obiettivi di tutela della salute pubblica intesa quale tutela di salute alimentare e di controllo dell’AMR.
La mancanza di definizione di “assenza di medicinali” per l’accesso all’uso in deroga con rischio di vedersi riproporre le sperequazioni già note tra paese e paese per i medici veterinari e l’incomprensibile vincolo per quelli che curino animali non-DPA all’accesso al galenico oltre alla reiterata mancata risoluzione della regolamentazione dell’uso in deroga dei vaccini per i MUMS hanno riscontrato l’attenzione della Commissione. Anche l’obbligo per il Medico veterinario di attenersi rigorosamente ai foglietti illustrativi generato dalla scomparsa della definizione di uso improprio ha suscitato un qualche stupore.
Alla Commissione è stata illustrata anche l’assenza di misure utili di questa regolamentazione ad evitare un altro horse gate dato che non risolve il problema della tracciabilità del farmaco veterinario in una specie divisa tra DPA e non-DPA con obblighi completamente diversi di tenuta della documentazione ma conviventi.
Le tematiche dell’apicoltura e acquacoltura sono state ascoltate con attenzione e sono state illustrate le conseguenze gravi che potrebbero generare, all’economia, alla salute animale, umana e ambientale, norme nebulose o permissive o assurde quali quelle di aprire le porte all’uso di antifungini e AM in apicoltura e applicare tempi di sospensione devastanti in acquacoltura.
Particolare attenzione ha riscosso il tema dell’omeopatia. La Commissione ha immediatamente recepito la necessità di consentire a questo settore di esercitare compatibilmente con quella che è la sua vocazione a vantaggio di tutte le tutele poste dal legislatore ma paradossalmente non espresse, anzi spesso contrarie, dell’articolato del testo in esame.
All’esposizione sono seguite domande relative al prezzo del farmaco veterinario e alle difficoltà che genera la sua differenza con quello umano e alla validità o meno in medicina veterinaria di ragionare, come in umana, relativamente alla molecola attiva piuttosto che alle preparazioni medicinali.
La Federazione ha risposto in merito alle difficoltà oggettive di una professione messa di fronte ad un prezzo spesso molto più alto del farmaco veterinario proponendo alla Commissione di condividere con questa un dossier già elaborato da FNOVI al fine di costituire un tavolo di confronto con gli stakeholders, ma ha ribadito come la condizione veterinaria sia profondamente diversa da quella umana in cui essendo curate molte specie animali, molti sono i fattori che compongono un “buon farmaco” al di la del dosaggio. La Commissione si è detta interessata a ricevere il dossier sui prezzi del farmaco veterinario.
Altre domande hanno riguardato la vendita del farmaco veterinario da parte dei professionisti, tema sul quale esistono già le posizioni della Federazione che ha ribadito come il disagio dei medici veterinari non sia legato che marginalmente a questo aspetto. Richiesta anche l’opinione in merito all’apertura al mercato europeo del farmaco che ovviamente ha visto il parere più che favorevole di FNOVI.
L’incontro svoltosi in un clima di estrema attenzione e cordialità alla presenza di una Commissione attenta e preparata si è concluso favorevolmente con i complimenti per la chiarezza espositiva nonostante la complessità della materia.