La Follia di Caino

Creato il 31 maggio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Pietro Bondanini. Libertà e vincoli che la libertà stessa impone, costringe l’Uomo ad orientare le scelte tra il rendersi attivo sotto il peso del dovere procurarsi le risorse necessarie al proprio percorso di vita, o di compiacersi nell’agire per ricavare benessere dalla propria condotta.
Tra i due momenti il confine è individuale; è tracciato soggetto per soggetto e vissuto in modo atavico dalla comunità umana sin dalla sua origine.

Se l’ontologia rappresenta il divenire spontaneo della natura, la deontologia è ciò che l’uomo deve fare per asservirla a suo vantaggio. Il paradosso sta nella natura nella quale l’Uomo vive, perché è l’Uomo stesso a disporre della libertà necessaria per asservirsene. L’Uomo è quindi “Re” nella natura e nessun altro essere vivente ha questo potere.

Se c’è qualche critica a quanto scrivo, questa va ricercata al di fuori dei testi profetici.

Infatti, Dio creò l’uomo e lo lasciò libero. Adamo ed Eva generarono Caino e Abele; l’uno lavoratore del suolo, l’altro pastore di greggi. Caino uccise Abele.

Quale il movente? Ecco cosa scrive la Bibbia* al riguardo.

Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.

Il Signore disse allora a Caino: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo”.

Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna!”.

Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.

Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”.

Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra”.

Disse Caino al Signore: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”.

Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”.

Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.

Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio.

A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l’altra chiamata Zilla. Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.

 

Pongo due domande in una: Perché il Signore non gradì l’offerta di Caino e perché Caino uccise suo fratello? Azzardo col sostenere una tesi che potrebbe formare il nucleo di una ricerca specifica sulla formazione o sulla trasformazione di quel primate che, in età mitiche, secondo le più antiche religioni e la tradizione ellenica, fu il primo uomo nel mito. Se, un tempo, l’uomo visse – come credevano i greci – un’età dell’oro, o nel paradiso terrestre – come credono tuttora gli ebrei ed i cristiani – evidentemente l’uomo trovava sul posto tutto ciò che serviva gioiosamente per campare, diversamente, il luogo non si sarebbe nominato Eden.

Ma lo spazio paradisiaco era limitato, tanto da non essere sufficiente per produrre spontaneamente quanto serviva per la sopravvivenza.

Ecco quindi, colto il frutto dell’albero della sapienza, fu necessario applicarsi alle due specifiche fondamentali attività peculiari prerogative dell’uomo, perché, l’uomo stesso, singolarmente considerato, non fu e non è tuttora predestinato dalla nascita, come gli altri animali operosi, la funzione sociale prefissata geneticamente, ma, da sempre, ha la facoltà di scegliere il mezzo più conveniente per procurarsi ciò che ritiene necessario alla propria esistenza.

Inizialmente, risorse furono l’allevamento del bestiame e la coltivazione della terra: le due attività erano complementari, come lo sono tutt’ora, ma, dopo breve tempo, sullo stesso spazio la cosa non poté funzionare, ragione per cui l’età nell’Eden dovette durare non più a lungo della vita di Adamo ed Eva.

Il Signore, che la sapeva lunga in materia, dette un forte avviso nel non gradire il dono di Caino. La faccenda rivestiva aspetti tattici e strategici insieme. Caino sì accese d’ira e fu così che portò Abele a morire in campagna ove le pecore evidentemente avevano distrutto la sua coltivazione. Dio gradì il dono di Abele perché l’uomo doveva uscire dal Paradiso e popolare il mondo. Abele, peraltro, fu giustiziato per mano del fratello per avergli procurato un danno.

Il seguito del racconto biblico, infatti, continua appunto coll’enumerare le generazioni di Caino sino a giungere ai progenitori di coloro che abitano sotto le tende (Iabal), che suonano la musica (Iubal) e di quanti lavorano il rame ed il ferro (Tubalkàin). Il Destino dell’umanità sembra fosse scritto già scritto, sin da allora.

Da questo brano della Bibbia si può capire che Dio ha un progetto: indica la strada all’uomo e l’uomo agisce per libera scelta secondo un destino inconoscibile nella sua interezza.

Invero, mi sembra che possa aprirsi uno spiraglio nel fitto mistero, partendo proprio dall’episodio della Genesi, cercando di interpretare la funzione di Tubalkàin, lavoratore del rame e del ferro, nella storia dell’umanità.

Tubalkàin ebbe lo stesso ruolo di Prometeo con la differenza che al primo, Dio donò l’ingegno per forgiare col fuoco e all’altro non fu donato nulla dagli dei perché rubò il fuoco dalla fucina di Efesto destando le ire di Zeus che lo punì inviandogli Pandora col famoso vaso contenente tutti i mali e le calamità che si sarebbero abbattuti su tutta l’umanità.

Ritengo anche di aggiungere che, sia Prometeo, sia Tubalkàin, abusarono della libertà esercitando potere sul bene e sul male: i costruttori di armi misero in atto il progresso attraverso il quale i popoli ancora oggi relazionano in cicli di pace e guerra mettendo a punto tecnologie sempre più sofisticate per entrambi gli usi, bellici e pacifici. Errare è umano, persistere nell’errore è diabolico!!!

°°°

Libertà e Dovere sono il motivo conduttore del procedere della civiltà. Posso affermare che ho buona ragione di ritenere che tanto più si allentano i vincoli alla libertà tanto più la civiltà giunge alla decadenza. I vincoli alla libertà nascono dall’Istinto di socialità dell’Uomo.

Featured image source, Pietro Bondanini.


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