La lettura procede lineare, senza scossoni. Mi sono accorto di come l’esperienza del Grande Fratello Letterario abbia preso una scia differente da come era stata pensata all’inizio. Paleso dubbi e ragioni.
In primo luogo, pensavo che avesse un valore riflettere sull’ingegneria dei romanzi, analizzando strutture ecc. Con il trascorrere delle settimane ho ritenuto stimolante dedicarmi alle suggestioni. Alle suggestioni? Sì, piccole scintille, tracce di percorso. Per stimolare il dibattito da un punto di vista più paraletterario. So che, indipendentemente dai commenti, il post del GFL è di solito letto numerose volte. Nonostante io non avessi spiegato il cambiamento in corso, nonostante non avessi esplicitato quanto sto per dirvi oggi.
In secondo luogo, mi accorgo sempre più che c’è fame di cultura, se da un lato, c’è una massa non certo recalcitrante che si è addormentata all’addiaccio su territori che pullulano di Tv spazzatura e urla continue, dall’altro lato minoranze attive non demordono [badate bene che non sto solo parlando di intellettuali, ma anche di persone semplici senza desideri di teorizzazioni, quale io sono], provano a stimolare il dibattito sui più disparati argomenti. E questi ultimi cercano stimoli appunto, per maturare nel proprio percorso.
Quindi, le suggestioni rappresentano una chiave, un risvolto che sembra di questi tempi nell’ultima colonna del giornale, pregno di intensità tuttavia nella prima colonna della pagina successiva. Stiamo forse girando pagina. Le minoranze vogliono girare quella dannata pagina, vedere in primo piano l’articolo. Per poter fare ciò i neuroni devono continuare a mettersi in moto. Così intendo questo spazio di Sul Romanzo, così intendo il GFL. Certo a partire da un libro, ma perché non viaggiare con la mente finché si legge uno stesso libro? Ecco forse che mi sento in questa fase più legato ai percorsi asistematici, che alle strutture ingegneristiche di un romanzo.
E al penultimo step de “La formula del professore” di Ogawa ho pensato a:
“L’uomo chiese una volta all’animale: perché non mi parli della tua felicità e soltanto mi guardi? L’animale dal canto suo voleva rispondere e dire: ciò deriva dal fatto che dimentico subito quel che volevo dire – ma subito dimenticò anche questa risposta e tacque; sicché l’uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, per il fatto di non poter imparare a dimenticare e di essere continuamente legato al passato: per quanto lontano, per quanto rapidamente egli corra, corre con lui la catena”. [Considerazioni inattuali – Sull’utilità e il danno della storia per la vita, F. Nietzsche]
Prossimo step fino alla conclusione del libro, a mercoledì.
Il nuovo libro da cercare e che vi propongo è “Giardini di loto” di Andrea Melone, estraendolo a sorte fra le proposte che mi sono arrivate negli ultimi mesi. Io ho già letto il libro, confesso che sono lieto di riprenderlo in mano, se dovessi stilare una classifica sui romanzi che ho preferito nei primi cinque mesi del 2010, non avrei dubbi, Melone sarebbe nella top five. Avremo modo di parlarne e sono curioso di leggere i vostri commenti. Intanto concludiamo Ogawa.