E' questo, per me, da mesi, un periodo di stasi. Salvo occasionali exploit, i tempi al chilometro continuano ad essere inchiodati dove stanno: un pb di 4.19, poi più nulla. Eppure l'allenamento e l'impegno in esso non mancano.
Allora che manca? La risposta che mi sono data è che quello che ha latitato è stato il CUORE, e la voglia di stupire me stesso. E il CREDERCI sempre e comunque. Perchè quando la testa si riempie di troppi pensieri (fa troppo caldo, ciò male qui, è una gara troppo veloce, troppo in salita, troppo sterrata, con troppi segnali stradali ed il sindaco del paese dove si corre mi è antipatico) si svuota della pura gioia di correre.
Se io penso di essere "uno da 4.30 al chilometro" i risultati rispecchieranno inesorabilmente tale convinzione.
Rispetto alle prime gare si è perso per strada il gioco, che fa di un runner un cavaliere errante e della gara un drago da sconfiggere.
Manca la voglia ed il divertimento di mettersi in gioco e di accettare le conseguenze di ciò, qualunque esse siano.
Ok. Mi sono psicanalizzato per bene.
Domenica correrò ad Albenga.
Vedrò la gara con gli occhi della tigre.
Buone corse.