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La foto della settimana: visita improvvisata a Sogliano al Rubicone

Creato il 01 dicembre 2013 da Auroradomeniconi

Ultimamente sono un po’ inquieta. Tra preoccupazioni al lavoro, incomprensioni in famiglia e una generale stanchezza nei confronti di certe situazioni e di alcune persone ce n’è a sufficienza per un bel mix shakerato. Per fortuna a fronte di qualche inquietudine ci sono anche degli scampoli di spensieratezza, così la bilancia emotiva riesce a rimanere in equilibrio. Più o meno. Poiché era da un po’ che non dedicavo del tempo alla Léo (la mia auto), l’altro giorno ho approfittato dell’essere uscita a un orario decente dal lavoro per riprendere il nostro rapporto e portarla a fare un giro. Non avevo in mente una meta ben precisa, ma sapendo che guidare solitamente mi rilassa mi sono messa al volante e ho lasciato che fosse la Léo a guidare me. E lei mi ha portato in quel di Sogliano al Rubicone, dove ho poi scattato la foto che vi propongo oggi.

La foto della settimana: visita improvvisata a Sogliano al Rubicone
Paese di origine di mio babbo, Sogliano è un comune dell’entroterra cesenate che dista mezz’oretta da casa mia. Ricordo che quando ero piccola mi ci portavano spesso perché avevamo un sacco di parenti sparsi per le quattro vie del centro. Una volta cresciuta, invece, ci sono capitata molto di rado. Non ho la benché minima idea del perché l’altro giorno io sia finita proprio lì, ma girovagando in tutta tranquillità per le deserte vie del paese mi sono ritrovata davanti a tanti ricordi dal passato: il negozio dell’orefice che mi fece i buchi alle orecchie quando avevo all’incirca sei anni; il portone di casa di una lontana zia che era sempre molto contenta di vedermi; il negozio del barbiere che era stato amico di mio babbo; l’arco che portava a casa di altri parenti la cui dimora non sono riuscita a individuare; la porta di quella che era stata la casa di mio nonno…

E poi il ricordo più bello: quello di quando mi portavano alla sagra del formaggio di fossa. Sogliano, infatti, è il paese del “fossa”, un formaggio stagionato in tipiche fosse scavate nella roccia il cui utilizzo è molto diffuso in cucina (anche per la preparazione di ripieni per la pasta, per esempio, oltre che come piatto unico). Neanche a farlo apposta, questo è proprio il periodo dell’apertura delle fosse e del formaggio nuovo e mentre passeggiavo per le vie del centro i miei sensi erano stimolati dal caratteristico odore del formaggio diffuso nell’aria. Durante la mia visita infrasettimanale ho trovato chiusi gli stand che oggi ospiteranno l’ultima giornata della sagra del formaggio di fossa; però le aziende produttrici sono sempre aperte e una degustazione può essere improvvisata in qualunque momento

;-)

Certo, le domeniche di fiera si colorano di tutt’altra atmosfera, ma il mio animo irrequieto non avrebbe apprezzato il caotico viavai di una tipica giornata di sagra. Il silenzio assordante di un freddo pomeriggio invernale, invece, ha calmato i miei sensi consentendomi di ritrovare quell’equilibrio di cui andavo in cerca. Lo sguardo errante verso l’orizzonte, ad inseguire le luci calde di un tramonto che via via si è tramutato in precoce notte, ha rapito i miei pensieri convogliandoli verso una confortevole serenità. E la presenza costante dello smatphone (o “furbo-fono”, come lo chiama una mia amica

;-)
) mi ha permesso di immortalare l’istante in cui ho capito che le mie emozioni avevano finalmente ritrovato il loro equilibrio. A Sogliano al Rubicone, il paese del formaggio di fossa.

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