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La Francia condanna i genocidari rwandesi, l'Italia li nasconde

Creato il 17 marzo 2014 da Dragor

 

Simbikamgwa

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   PASCAL SIMBIKANGWA  è stato condannato dalla giustizia francese a 25 anni di reclusione per il suo ruolo nel genocidio in Rwanda. La sentenza di colpevolezza nei confronti dell’ex ufficiale della guardia presidenziale rwandese è giunta al termine di un processo durato un mese e ritenuto storico, in quanto il primo in Francia legato al dramma del 1994 in cui sono morte oltre un milione di per persone, in maggioranza Tutsi. Durante il processo si è criticato il «non intervento» della Francia, ma non si è detto che la Francia ha partecipato attivamente al genocidio istruendo l'armata governativa, inquadrando le milizie genocidarie interahamwe, consegnando ai genocidari le vittime da ammazzare e partecipando agli scontri. Durante la battaglia di Kanombe per il controllo dell'aeroporto di Kigali ho visto io stesso 2 elicotteri francesi tirare missili contro le postazioni del FPR e  cercar di rifornire di munizioni le forze governative.

   BE', non si può avere tutto . In attesa che venga processato qualche militare francese e possibilmente Agathe Habyarimana, la moglie del dittatore, considerata il vero cervello del genocidio e attualmente ospitata dalla Francia a spese dei contribuenti, è già un miracolo che questo paese già alleato dei genocidari abbia processato un genocidario.

   E L'ITALIA? Ah, no, da quelle parti la musica cambia. Dovette sapere che fra gli sport preferiti dell'Italia c'è quello di nascondere i preti genocidari, cedendo alla pressione della chiesa cattolica che pure ha partecipato al genocidio dopo averlo istigato per anni con la  sua propaganda razzista.  E' ancora viva nella memoria la strenua difesa di Athanase Séromba, un prete che aveva bruciato 2000 vittime nella sua chiesa dopo averle attirate e chiuse dentro. Avete letto bene, 2000 vittime, più di Marzabotto e delle Fosse Ardeatine messi insieme. Siamo quasi al livello delle Twin Towers. Séromba è forse il più grande assassino della storia ma questo non ha impedito a Wojtyla prima e Ratzinger poi di nasconderlo di una parrocchia vicino a Firenze, difenderlo con le unghie e coi denti quando è stato scovato da Human Right Watch, lottare contro il Tribunale Penale Internazionale e il governo rwandese che avevano chiesto la sua estradizione, ricattare il governo che come tutti i governi italiani era filoclericale e mollare il genocidario soltanto quando lo scandalo era diventato talmente enorme che minacciava di colare a picco la chiesa cattolica con tutti i suoi sedicenti maestri di "morale".

 CREDETE che abbiano imparato la lezione ? Ma nemmeno per sogno, i preti si credono ispirati dagli spiriti e ritengono di avere sempre ragione. Così stanno ancora nascondendo uno degli assassini più feroci: Jean-Baptiste Rutihunza, all’epoca del genocidio rappresentante legale del centro dei Fratelli della Carità per handicappati fisici. Il governo rwandese lo ritiene responsabile del massacro di questi ultimi e di migliaia di altre persone a Gatagara. Non per niente il buon Jean-Baptiste è noto come il Boia di Gatagara. Consegnarlo alla giustizia ? Non se ne parla nemmeno.  Un arresto da parte delle autorità italiane? Peggio che andare di notte, gli italiani sono servi dei preti. Una crisi di coscienza con conseguente costituzione alle autorità ? Ma siamo seri, i preti si occupano solo della coscienza degli altri e non si sentono colpevoli nemmeno quando hanno migliaia di morti sulla loro. Casomai qualcuno volesse tentare la disperata impresa di convincerlo, ecco il suo indirizzo e il suo numero di telefono : Fratelli della Carità, via Giambattista Pagano 35,00167 Roma (Italia), tel. 066604901.

     Dragor


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