Il Presidente del Palermo, che di professione non fa l’imprenditore edile, né il proprietario-di-una-squadra-di-serie-A, e che bensì interpreta la parte dello scemo del villaggio, ha esonerato un altro allenatore. Ed allontanato l’ennesimo dirigente.
Persone competenti, gli epurati, che l’anno scorso con due spiccioli avevano fatto molto molto bene a Siena, creando e gestendo una squadra discreta con pochi spiccioli a disposizione.
Viene da chiedersi dunque se Zamparini, il Presidente della squadra rosanero, sia solo un po’ fuori di testa, o proprio matto col botto.
Riprendiamo alcune sue dichiarazioni, e stiliamo mentalmente una tabella.
Dichiarazione di Zamparini dell’8 Giugno 2012: ”Con Sannino e Perinetti mi sento molto più tranquillo, quindi spero di continuare con loro per molto tempo.”
Considerazione del sottoscritto del 26 Settembre 2012. Molto tempo: quattro giornate. Un punto nella colonnina “Matto col botto”.
Dichiarazione di Zamparini dell’8 Giugno 2012: “Il Siena ci ha battuto in Coppa Italia, certi risultati non vengono mai per caso.”
Considerazione del sottoscritto del 26 Settembre 2012. O i risultati vengono per puro caso, e abbiamo base per dubitare che sia così, oppure a Palermo c’è un fattore che condiziona negativamente l’andamento della squadra. Chissà cosa sarà mai. Un altro punto nella colonnina “Matto col botto”.
Dichiarazione di Zamparini dell’8 Giugno 2012, riferita all’incontro-ingaggio di Perinetti: “Era già una rincorsa che ci facevamo da diversi anni”.
Considerazione del sottoscritto del 26 Settembre 2012. E dopo diversi anni di rincorsa, in cui si può immaginare ci fosse stima reciproca, Zamparini allontana un dirigente dopo 4 partite di campionato? Cambiare allenatore non era abbastanza?! Un altro punto nella colonnina “Matto col botto”.
Tabella completata, fate il calcolo…
E il risultato è…”Matto col botto”, per 3 punti a 0.
Poi, che ci siano ancora giocatori, allenatori e dirigenti, disposti a farsi perculare in continuazione da un tizio di così bassa levatura, è un’altra storia. Loro, però matti non sono.
Perché ci guadagnano, invece di perderci.
Andrea Giunchi