LA BEATA MAYA.
Tornavo a casa e dire molto affaticata non basterebbe ma con il “sicuramente distrutta” sì per il lavoro nell’orto e per l’aria incandescente del solleone d’agosto. Tolti gli stivali, i pantaloni, il cappello e la maglietta, feci una fresca doccia sotto l’albero. Dalla soglia di casa vidi Maya all’ombra del fico che mi guardava sorniona e le dissi: “Vieni in casa anche tu, Maya non senti che caldo che fa? Vieni”. Nel chiudere la porta mi accorsi che Maya era già entrata alla velocità di un baleno. La gatta, intelligente e più furba di me, era stata all’ombra del fico tutta la mattina mentre io bruciavo nell’orto a sgobbare. (Tratto dai racconti di Marta).
L A B A N D A D I B R O Z Z I
( p a r t e )
La banda di Brozzi
va in piazza Padella
la suona sempre quella
tu sentissi come la fa:
albicocche, susine e pere
pereperepe, quando sarò pompiere
l’acqua addosso ti schizzerò.
Checco un c’è
Dick è giù
la banda di Brozzi
la fa zum-zum.
Trippa, zuppa, zampa,
fegato, lombetto,
zum-zum-zum …
-Anonimo Fiorentino-