La Gecia e la ricetta fallimentare del governo Monti

Creato il 17 febbraio 2012 da Controcorrente

Forse nessuno se ne è ancora reso ben conto ma il Governotecnocratico, unitamente alle fallimentari e criminali politiche dei governieuropei ci stanno portando sulla stradagreca. Monti, nonostante le sue manovrelacrime e sangue, ha fallito e lo spreaddi nuovo alto, troppo per pensare di poterci salvare,ne evidenzia la ricetta sbagliata utilizzata. Una buona immagine ed il prestigio non bastano a risolvere i problemi veri del nostro paese edell’Europa. C’era un modo semplice per provare seriamente ad uscire dallacrisi ed il fatto che Monti non l’abbia perseguito la dice lunga sul madornalevulnus che sta alla base della sua logica economica e di quella che dominaattualmente in Europa. Non si esce infatti da una situazione come questa cercando distampellare un sistema neoliberista ormai marcio nelle fondamenta, non lo sipotrebbe fare forse neppure con politiche keinesiane oggi impraticabili,figuriamoci con manovre reazionarie e ciniche di un neoliberismo finanziario.Oggi servono scelte radicalmente nuoveed alternative che si fondino su una reale e massiva redistribuzione dellaricchezza verso il basso e contemporaneo blocco e contrasto dei poteri fortidella finanza malata internazionale.

Prima di questo, a breve termine, servirebbero semplicementemanovre atte a ridurre direttamente  il nostro  debito pubblico  con un mix di provvedimenti (lotta serrataalla evasione, patrimoniali sui beni dei superricchi, vendita di parte delleriserve auree , tagli drastici alle spese militari e dismissioni pubbliche ecc.)

Fare inutili manovre tampone per di più recessive e di macelleria socialefunzionali al mercato significa infatti solo ritardare la fine, uno stillicidioal ribasso,  alimentare il gioco e gliinteressi dei poteri forti della finanza internazionale malata e che staspolpando letteralmente la Grecia senza che nessuno (finti sindacati, forzesociali e partiti levino una voce per protestare contro l’insana e criminalepolitica condotta dalla Troika europea). Permettere a questi avvoltoi diimpadronirsi a prezzi stracciati di saldo delle ricchezze greche e poi Italianee spagnole. Permettere che i popoli perdano la loro sovranità,libertà edemocrazia.
In Europa invece occorrerebbe  realizzare, Merkel o non Merkel, una banca centrale comune e un governocomune democraticamente eletto dai cittadini che bloccando gli attacchispeculativi sappia mettere in campo politiche di redistribuzione dellaricchezza ,ridimensionare banche e finanza, costruire nel tempo una vera Europadei popoli e non del capitale.
Fuori da questa linea di  obiettivi, si fanno solo chiacchiere edevastanti manovre inutili sui soliti noti . Provvedimenti tampone che,  in Italia, vengono appoggiateirresponsabilmente da partiti sedicenti di sinistra ma che della sinistra veraben poco conservano,col consenso sottobanco di  sindacati e stampa colpevolmente asserviti oinerti di fronte ad un governo di tecnici  incapaci di uscire dalle loro ottiche dabiblioteca. Tecnocrati arroganti  e chenessuno ha  mai eletto democraticamente.Il fallimento greco è solo il primo passo la prima tragedia intollerabilefrutto di queste ricette ciniche ed aberranti spacciate per riforme. Se icittadini italiani non reagiranno, unendosi a quelli degli altri paesi, faremola stessa fine  ed  andremo incontro ad una tragedia europea diproporzioni ancora inimmaginabili.Per questo serve controinformazione su queste questioni eche la vera sinistra italiana ed europea si sveglino iniziando in modo unitarioa costruire un progetto alternativo e solidale .In Italia Sel ed Idv potrebbero esserne l’asse portante sesolo si decidessero a costruire insieme un progetto unitario capace diinterpretare i bisogni delle masse , ma sono anche i cittadini col loro votomeditato e responsabile  a decidere ilnostro futuro. Un voto che non va più sprecato, come in passato, che tengaconto di tutto questo e di chi fuori dalle logiche di casta di destra e fintasinistra sta  tentando di opporsi ad unsistema capitalistico ormai in fase di implosione. Servono nuovi rappresentantianche a livello sindacale e costruire dal basso nuove strutture organizzativecapaci di fare politica  vera ed onesta edi incidere sulle scelte dei governi.

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