LA GELOSIA ovvero HO BISOGNO DI TE PER ODIARTI

Da Maxdejavu

“Maya… ma perchè non lasci tranquillo tuo fratello?”
“Pecchè ho bisogno di lui”
“In che senso”
“Nel senso che gli toglio i giochi!”
” O.° “

E ci risiamo. Avevamo già parlato della gelosia ma ci dobbiamo tornare.
La gelosia tra bambini è cosa comune e qualcuno si azzardi a dire che non è vero!
Il guaio forse nasce proprio nel momento in cui tra fratelli non si evidenzia questo problema ovvero, rimane latente e represso nell’emotività dei bimbi che ricordiamoci, hanno delle sensazioni e un modo di fare molto “grezzo” o per meglio dire il più naturale e trasparente possibile.

“Il rapporto tra fratelli è considerato un efficace apprendistato emotivo per tutte le future dinamiche affettive verso la fiducia reciproca, la tolleranza, l’adattabilità piuttosto che verso la diffidenza, l’individualismo, il mantenimento di pretese irrazionali ed egocentriche nel rapporto con gli altri” così cita un noto psicologo e psicoterapeuta.

I Nani ovviamente, figuriamoci, sono in piena palestra affettiva o per citare lo psicologo, stanno ancora in pieno apprendistato.

Nana si è trovata a fare tirocinio dopo 2 anni dalla nascita, dopo aver vissuto serenamente tutti i suoi spazi vitali e anche di più.
Nano per forza di cose si è trovato a dover gestire una situazione “difficile” dal primo momento…. insomma già dal lettino d’ospedale.

E’ difficile, difficilissimo non intervenire e non voler cercare di porre rimedio a situazioni che agli occhi di un adulto sono assolutamente ingiuste ma a quanto pare, a meno che uno dei due non cerchi di soffocare, dare fuoco o buttare giù dalla finestra l’altro, sarebbe cosa buona e giusta cercare di lasciare che ogni cosa vada per il suo verso però intervenendo dolcemente per raddrizzare le situazioni sbagliate.

“La gelosia, se ben gestita, può essere superata aiutando i figli a compiere le rinunce che favoriscono il formarsi di una struttura affettiva più matura. E’ impostante innanzitutto mettersi nei panni del figlio geloso, cercando di comprendere prima di ogni i suoi sentimenti senza che questo significhi dare legittimità a tutti i suoi comportamenti che essi suggeriscono di attuare”

Effettivamente mi rendo conto che certi atteggiamenti di Maya nei miei confronti, non sono altro che esternazioni della sua gelosia e del suo nuovo (non tanto) status di non più figlia unica.

“Papà sei cattivo!”
“Papà non ti voglio più bene!” sono le classiche frasi che mi lancia come spade infuocate, aggressioni verbali che certe volte diventano anche fisiche per il semplice motivo di trovare un riscontro nel mio amore nei suoi confronti.
Mi rendo conto che per loro sia difficile accettare i nuovi status senza che qualcuno gli abbia mai spiegato (o loro lo abbiamo mai compreso realmente) che la vita è fatta di cambiamenti, di strade che girano repentinamente, che la vita non è una linea retta fatta sempre di un solo tipo di paesaggio.

A pensare a tutto questo mi sento triste.
Triste perchè è molto semplice scrivere queste poche righe mentre è molto molto più difficile non lasciarsi trascinare dagli eventi, lasciarsi catturare dal caotico turbinio delle situazioni in cui, d’istinto è molto più facile gridare, sbraitare e punire anzichè ascoltare, osservare e parlare.
Perchè noi parliamo tanto ma forse non parliamo mai abbastanza e la Nana ne avrebbe tanto bisogno in questo momento..

Penso a ieri notte, quando lei, felice che oramai Puzzolone era nel suo lettino, secco e ronfante, si è fiondata nel lettone con un libro (dopo aver passato la serata a maltrattarmi) e mi ha detto abbracciandomi:
“Papà sei il mio papà pefeito, mi leggi y libbo con i numei?”

Bene, da oggi faccio fioretto… cercherò di sgridarla meno e di spiegarle la gelosia in maniera meno impulsiva e genitoriale…