La Genova di Book show

Creato il 28 maggio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Per la seconda puntata del magazine culturale, in onda in esclusiva su Sky arte siamo per le  strade di Genova dove  “cammina una folla meravigliosa” come diceva Anton Cecov. Una folla di persone tutte da raccontare. Ecco il tema di Book show il programma che parla di libri, vi fa conoscere gli scrittori, le manie dei lettori e le città italiane che non sempre ci ricordiamo così bene. L’accompagnatore per Genova è l’attore e drammaturgo Fausto Paravidino.

“Avevo 14/15 anni non so come mi sono inzuccato che volevo fare il marinaio e molto sconsigliato dai miei familiari, perché non sapevo nuotare e i marinai devono saper nuotare,  mi misi a fare il marinaio nelle sue versioni letterarie così ho letto Moby Dick di Herman Melville. È stato il mio  romanzo preferito per anni, era un ‘avventura di caccia al pesce, punto. Ho ricominciato a rileggerlo pochi anni fa e ho trovato la lingua bellissima, un pochino antica e la cosa bella di questo libro è il mestiere, il fatto che il protagonista è convinto del suo mestiere e fa ridere come fanno ridere gli uomini convinti del loro lavoro”.

In una lettera a una amica Melville scrisse:” Questo libro non è fatto di seta femminile ma, di un orribile stoffa tessuta di canapi e cavi di navi”. Un romanzo per vecchi lupi di mare insomma, che tanto hanno ispirato gli scrittori approdati a Genova come Mark Twain, Joseph Conrad e  Charles Dickens. Ma quanto il mare ha cancellato del passato glorioso e cosa ha lasciato di nuovo e inaspettato sulla riva? Cosa leggono i genovesi? ” A me piace il genere marimaresco – ho provato a leggere Dante ma, non ci sono riuscito – mi piace Tolstoj e Dostoevskij – sono alla ricerca di libri strani – il libro che ho amato di più su Genova si intitola Breve storia dei genovesi di Paolo Lingua”, così rispondono i genovesi intervistati nelle strade di questa città brulla, a tratti inospitale ma, capace di un’abbagliante bellezza. Amano la loro terra i genovesi e scelgono di affidarsi a romanzi che ne svelino la storia e i segreti. Il 52% di loro leggono un libro all’anno e uno su cinque legge un libro al mese. Si legge in ogni pertugio a Genova ma, soprattutto al sole della suggestiva spiaggia di Boccadasse e in piazza dei Ferrari cullati dal caos e dagli zampilli della fontana diventata uno dei simboli della città.

Fausto Paravidino preferisce invece il silenzio dei caruggi del porto vecchio, nel centro storico. ” Caruggio vuol dire vicolo, sono i vicoli strettissimi, si chiamano così perché servivano per portare i carri attraverso il porto ed essendo in discesa ci andavano quasi da soli”. Caróggi  (questa è la corretta grafia, sebbene talvolta sia resa anche con caruggi o carroggi, ma pure del tutto erroneamente con carrugi o carugi) è il termine con il quale in lingua genovese  si indicano i caratteristici e stretti portici e/o vicoli ombrosi di molte città e paeselli della riviera ligure. Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

“Ho appena finito di leggere Cronache di Gerusalemme di Delisle Guy e Reportages di Joe Sacco,  – continua il nostro accompagnatore – che sono due graphic novel, uno è il racconto a fumetti dell’anno passato a Gerusalemme non come giornalista ma come esssere umano, senza la presunzione del giornalismo o di obiettività. L’altro è un altro fumetto che però fa il giornalista a fumetti è pieno di reportages delle zone di guerra compresa la Palestina e la relazione che c’è tra giornalismo e opera artistica mi interessa tantissimo”.  Forse è proprio per questo motivo che Genova 01 è il testo che Fausto ha scritto e portato inscena dopo il G8 reinterpretando la tragedia attravesro le testimonianze di chi l’ha vissuta.  Ispirato da numerose testimonianze e documenti, “Genova 01″ è un “teatro-documento” suddiviso in 4 “giornate” e affidato alla lettura (o interpretazione) di più voci. Una ferita che la città non dimentica ma, che può rimarginare anche attraverso l’impegno di chi pensa che si debba ricominciare nutrendo il cuore e la mente, come Ilaria Crotti, che ha deciso di aprire una libreria nel centro della città vecchia. ” Sentivo la necessità, come lettore, di avere un luogo dove si potesse scegliere dei libri lontano dal marketing o dalla pubblicità, testi che difficilmente rimangono negli scaffali”.

Genova è ricca di strani contrasti come i suoi cantastorie da Lauzi a De André. Genova gioca sempre con le nostre aspettative, è elegante ma segnata, acida ma tenera e sa anche ridere amaro. È un’emozione arcaica eppure sempre viva.

A Genova si ricomincia sempre dal mare e le storie, sono sempre portate dalla brezza, in ogni angolo della città. Perfino l’avventura di Moby Dick può riafforare nelle memorie di chi l’ha letta, amata e forse un po’ dimenticata. Il tema di Moby Dick non è fatto solo di trama e intreccio è un  desiderio tutto umano di andare oltre i propri limiti, e questo file rouge l’ha fatto diventare, nel tempo, un vero classico moderno.  Book show lascia Genova navigando verso altre città da raccontare.

Arrivederci dunque alla prossima puntata.


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