"La Gioia di Vivere" Emile Zola

Creato il 12 febbraio 2016 da Michelap

"Quando sbucarono a piedi della scogliera rimasero impressionati dallo spettacolo che li attendeva. La marea, una delle grandi maree di settembre, saliva con un fragore pauroso. Non l'avevano annunciata come pericolosa; ma la burrasca che fin dal giorno innanzi soffiava da nord la gonfiava così smisuratamente che all'orizzonte si innalzavano montagne di acqua e rotolavano vorticose e si schiantavano sulle rocce. In lontananza il mare era nero, sotto l'ombra delle nubi galoppanti nel cielo livido."


"Mare Agitato ad Etretat" (1883), C. Monet



E' da ottobre dello scorso anno che non dedico tempo alla lettura delle opere dello scrittore francese Emile Zola (1840-1902), e nella ricerca spasmodica dei suoi romanzi, da appassionata, mi sono imbattuta in uno dei meno noti.
"La Gioia di Vivere" uscì a Parigi nel Febbraio del 1884, dodicesimo romanzo appartenente ciclo dei Rougon-Macquart, subito dopo "Il Paradiso delle Signore".
Il romanzo non ebbe il successo dei precedenti, visto la debolezza della sua narrativa, la poca potenza del messaggio con l'aggiunta di una trama statica e poco sorprendente.
"La Gioia di Vivere" fu più un romanzo personale dello scrittore, nato più da un particolare momento della sua vita che offerto al pubblico dal suo genio creativo.
Il 1880 fu un anno molto doloroso : vide morire i suoi punti di riferimento che erano in quegli anni la madre Emilie Aubert e lo scrittore Gustave Flaubert (nato nel 1821).
Quest'ultima opera corrispondeva al suo stato d'animo di dolore e rassegnazione, come accettazione del destino che riserva ognuno alla propria esistenza.
Ambientato nel 1863 nel borgo marinaro di Bonneville, a pochi chilometri da Arromaches-Les- Bains in Normandia, la storia si dipana in dieci anni.
Pauline figlia dei coniugi Quenu (protagonisti nel "Ventre di Parigi"), rimane orfana e presto adottata da alcuni parenti paterni, gli Chanteau.
Questi, famiglia borghese in rovina, è orgogliosa di poter crescere questa ragazza dalla ricca rendita futura.  Ma l'onestà che pervade inizialmente la surrogata famiglia, si guasta. Gli Chanteau approfittano della semplicità e della bontà di Pauline per sottrarle i soldi per ogni futilità quotidiana e le imprese fallimentari del cugino Lazare. A ciò si aggiunge anche il loro risentimento e l'odio per l'impossibilità di risarcirle il denaro. Pauline resiste agli insulti e alle malevolenze con spirito di sacrificio.
In una cornice impressionista, dove il mare burrascoso e violento, mangia poco alla volta il villaggio di pescatori votati alla rozzezza e al vizio, di cui la fanciulla si fa carico con la solita positività e disinteresse, cresce il suo amore per il cugino, infiammato dalle opere del filosofo Schopenhauer e dedito al pessimismo e al nichilismo.
Nonostante l'impegno con la cugina, Lazare sposa per capriccio una ragazza di alto ceto Louise. Il matrimonio fallisce dopo pochi mesi per le loro nature nervose e depresse, ma l'unione con i suoi contrasti prosegue.
Pauline rimarrà ad allevare il loro figlio Paul, sempre con la stessa resistenza e fiducia nella vita.
Fulcro dell'intero romanzo è Pauline, figura diversa dalle altre donne presenti nei romanzi di Zola, in forte antitesi con la cugina Nana*, come quest'ultima era il prodotto del vizio, la prima diviene frutto dell'onestà, della bontà d'animo, del sacrificio di se stessi per gli altri, che raggiungono iperbole utopistiche.Non si può non rivedere nella protagonista, la buona Félicité di "Un Cuore Semplice" dei "Trois Contes" di Flaubert.
Tracce distintive di Emile Zola si ritrovano invece negli abitanti del borgo marinaro, ebeti spettatori, affascinati dalla potenza del mare, ignoranti ed increduli di fronte alla catastrofe, nella corruzione degli Chanteau e nel parto terribile di Louise, scena centrale del libro.
A contrastare la cupezza del romanzo, ci imbattiamo sempre in Pauline, unico, vero personaggio schopenhaueriano, simbolo della teoria della pietà universale che equilibra la filosofia del dolore e del nulla.
M.P.
*Pauline figlia di Lisa Macqurt, a sua volta sorella di Gervaise madre di Nana.
Libro :
"La Gioia di Vivere", E. Zola, Bur 2015