La gioiosa macchina da guerra (vent'anni dopo)

Creato il 05 luglio 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Quello che accade nel PD e nelle teste del celebre patto di sindacato D’Alema-Bersani-Franceschini-Letta è chiaro. Visto che la magistratura giudicante sicuramente confermerà le condanne dell’Al Capone di Arcore, e visto e considerato che il Pdl, o Forza Italia che dir si voglia, non ha uno straccio di leader in grado di muovere le fila di quello schieramento, la strada per un eventuale ritorno alle urne a breve sarà tutta in discesa. Anche perché i sondaggi danno il M5S in caduta quasi libera sia di voti che di parlamentari. E dunque la strada per il ritorno, in solitaria, a Palazzo Chigi dovrebbe essere una passeggiata. Ed a questo punto, perché rendere il pd ancora più “appetibile” puntando sul volto giovane e riformisticamente sfrontato di Renzi? Lo abbiamo visto, il candidato “de sinistra” Marino ha stravinto alle primarie ed ha stravinto alla “secondarie” per il Campidoglio, sicuramente per l’allure del suo pensiero verso i duri e puri del pd, ma anche per l’assenza di un’alternativa, vista la non temibilità delle proposte di Alemanno e di Marchini. Ma questo disegno va ben oltre. Prima o poi il Presidente Napolitano si stancherà, diciamo così, e potrebbe rendersi necessaria una sua dimissione in stile Ratzinger, e chi altri se non il Conte Max potrebbe siedere finalmente su quell’ambita poltrona? E prima o poi la sedia del presidente della commissione europea si renderà libera, e come non pensare a Bersani come autorevole candidato a succedere a Barroso, con quel suo profilo equamente suddiviso tra riformismo (le famose lenzuolate liberalizzatrici) ed attenzione al sociale (la celebre manifestazione contro la povertà)? Ma lì potrebbe andarci anche il giovane Letta, seguendo le orme del prof. Prodi, restituendo la poltrona di Palazzo Chigi allo smacchiatore finalmente vincente che obtorto collo ha dovuto cedere ai diktat largaintesisti del Presidente Napolitano. Il disegno, dunque, sembra chiaro e liscio come l’olio, ed assomiglia, con le ovvie differenziazioni che certamente ci sono, a quanto accadde con il progetto Progressisti di Occhetto, che forte della decimazione dell’allora blocco di potere pentapartitico per via giudiziaria aveva davanti a sè la strada più che spianata. Ma qualcosa accadde che vanificò il valore di quel biglietto che sembrava vincente alla grande: la famosa discesa in campo, il celebre calice amaro della politica da bere per il bene del paese bevuto dal Videla della Brianza. Ed è qui che la similitudine con l’era della gioiosa macchina da guerra si fa assai forte: a scendere in campo a rovinare la festa sarà proprio Matteo Renzi, che forte dei sondaggi, dell’appoggio della stampa, di pezzi dei poteri più o meno forti (Della Valle, Briatore, Marchionne?) e di una certa visibilità internazionale, scenderà in campo con una sua formazione dal profilo ultraliberal e riformista sul quale si concentreranno i voti, questa volta intercettati senza filtri, dei forzisti e leghisti in cerca di casa. Ma cosa potrebbe vanificare la contromossa del sindaco? Ma che domande. Basterà osservare qualche cambio al vertice di importanti istituzioni nell’area di Firenze, che se avverranno come si va raccontando siamo certi che il progetto non verrà nemmeno avviato. Come ha ripetuto in tono minaccioso il dott. Davigo al povero Tramontano del Giornale: se qualcuno mi svaligia la casa, mica devo aspettare i tre giudizi per giudicare il malvivente colpevole. E di “certezze di svaligiamento” all’ombra di Palazzo Vecchio sono in tanti a vederle (o auspicarle). (di S-concerto in Pd e dintorni, Prima pagina) http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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