Florence Aubenas pare irriconoscibile nella sua carta d’identità. Capelli biondo cenere legati dietro la testa, occhiali a coprire lo sguardo , espressione serena. Un’immagine completamente diversa da quella diventata famosa controvoglia , quella che tutti ricordano appesa sulla facciata dell’Hotel De Ville nell’inverno del 2005 , i giorni del sequestro in Iraq.
La guerra e la prigionia sembrano una storia lontana ormai. Si è trasferita a Caen , nella Bassa Normandia , iscrivendosi sulle liste della disoccupazione come una lavoratrice precaria qualsiasi. Donne delle pulizie a ore , guadagnando meno di 700 euro. Al mattino nelle stazioni di servizio dove si fermano i camionisti , e sembra che sui muri sia “piovuta merda”. La sera nelle cabine dei traghetti per l’Inghilterra. Tre minuti per lavare water, lavandino e doccia.
Il libro Quai de Ouistreham sta risvegliando i francesi verso la miseria del Primo Mondo. “Quando è arrivata la crisi – dice Aubenas – avevo l’impressione che si stesse parlando di qualcosa di astratto , che non ci toccava direttamente”. Il libro è diventato un caso editoriale. L’editore ha fatto già lanciato la seconda ristampa. Aubenas, 48 anni, è tornata ad essere un’eroina nazionale , come quando scese dall’aereo proveniente da Baghdad , ad attenderla c’era il presidente Chirac.
Florence, giornalista del Nouvelle Observateur , si è presa un anno sabbatico, senza specificare nulla sulla sua avventura giornalistica. Ai colleghi ha detto che andava in Marocco a scrivere un romanzo. Ha affittato una camera ammobiliata , si è tinta i capelli , ha tolto le lenti a contatto e inforcato gli occhiali da miope. Non è stata mai quasi riconosciuta. Ma nessuno guarda in faccia le donne delle pulizie.
Secondo alcuni dati , il 20% della popolazione attiva è precaria. Un mondo dove non esistono diritti. Florence ha scoperto gente con la schiena spezzata ma pronta a tutto, disposta a lavorare al nero o con contratti senza contributi e sotto al salario minimo previsto dalla legge. Nelle imprese di servizio delle pulizie solo lo 0,8% della persone è sindacalizzato .
“Non sono persone omogenee: Ci sono giovani e vecchi , persone disperate e altre piene di sogni. Ho trovato anche molta dignità nell’affrontare questa vita di stenti” dice Florence. La giornalista ha percorso chilometri tra uffici chiusi , inutili colloqui , annunci falsi.
I nomi delle persone sono tutti cambiati. La sua avventura è durata sei mesi. Il contratto era ottenere un contratto a tempo indeterminato “A quel punto ho mollato , non volevo rubare il posto a qualcuno che ne aveva davvero bisogno” continua Florence. La giornalista anche adesso mantiene quella leggerezza che aveva spiazzato il mondo 5 anni fa al ritorno di una prigionia crudele e ingiusta. Dopo 157 giorni era apparsa sorridente e autoironica.
Ai suoi critici che pensavano scrivesse un libro sulla prigionia manda a dire “Non lo farò mai. Per rispetto alle persone che erano con me e perché non voglio darla vinta ai miei sequestratori : per scherno , mi dicevano che avrei venduto un best-seller con la mia storia”. Per salire la classifica è scesa sotto casa.
madyur