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La giornalista francese ,sequestrata in iraq cinque anni fa, che ha scelto di fare un duro reportage sulla vita operaia francese

Creato il 07 aprile 2010 da Madyur

Florence Aubenas pare irriconoscibile nella sua carta d’identità. Capelli biondo cenere legati dietro la testa, occhiali a coprire lo sguardo , espressione serena. Un’immagine completamente diversa da quella diventata famosa controvoglia , quella che tutti ricordano appesa sulla facciata dell’Hotel De Ville nell’inverno del 2005 , i giorni del sequestro in Iraq.

Florence-Aubenas

La guerra e la prigionia sembrano una storia lontana ormai. Si è trasferita a Caen , nella Bassa Normandia , iscrivendosi sulle liste della disoccupazione come una lavoratrice precaria qualsiasi. Donne delle pulizie a ore , guadagnando meno di 700 euro. Al mattino nelle stazioni di servizio dove si fermano i camionisti , e sembra che sui muri sia “piovuta merda”. La sera nelle cabine dei traghetti per l’Inghilterra. Tre minuti per lavare water, lavandino e doccia.

Il libro Quai de Ouistreham sta risvegliando i francesi verso la miseria del Primo Mondo. “Quando è arrivata la crisi – dice Aubenas – avevo l’impressione che si stesse parlando di qualcosa di astratto , che non ci toccava direttamente”. Il libro è diventato un caso editoriale. L’editore ha fatto già lanciato la seconda ristampa. Aubenas, 48 anni, è tornata ad essere un’eroina nazionale , come quando scese dall’aereo proveniente da Baghdad , ad attenderla c’era il presidente Chirac.

Florence, giornalista del Nouvelle Observateur , si è presa un anno sabbatico, senza specificare nulla sulla sua avventura giornalistica. Ai colleghi ha detto che andava in Marocco a scrivere un romanzo. Ha affittato una camera ammobiliata , si è tinta i capelli , ha tolto le lenti a contatto e inforcato gli occhiali da miope. Non è stata mai quasi riconosciuta. Ma nessuno guarda in faccia le donne delle pulizie.

Secondo alcuni dati , il 20% della popolazione attiva è precaria. Un mondo dove non esistono diritti. Florence ha scoperto gente con la schiena spezzata ma pronta a tutto, disposta a lavorare al nero o con contratti senza contributi e sotto al salario minimo previsto dalla legge. Nelle imprese di servizio delle pulizie solo lo 0,8% della persone è sindacalizzato .

“Non sono persone omogenee: Ci sono giovani e vecchi , persone disperate e altre piene di sogni. Ho trovato anche molta dignità nell’affrontare questa vita di stenti” dice Florence. La giornalista ha percorso chilometri tra uffici chiusi , inutili colloqui , annunci falsi.

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I nomi delle persone sono tutti cambiati. La sua avventura è durata sei mesi. Il contratto era ottenere un contratto a tempo indeterminato “A quel punto ho mollato , non volevo rubare il posto a qualcuno che ne aveva davvero bisogno” continua Florence. La giornalista anche adesso mantiene quella leggerezza che aveva spiazzato il mondo 5 anni fa al ritorno di una prigionia crudele e ingiusta. Dopo 157 giorni era apparsa sorridente e autoironica.

Ai suoi critici che pensavano scrivesse un libro sulla prigionia manda a dire “Non lo farò mai. Per rispetto alle persone che erano con me e perché non voglio darla vinta ai miei sequestratori : per scherno , mi dicevano che avrei venduto un best-seller con la mia storia”. Per salire la classifica è scesa sotto casa.

madyur

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