“La giovinezza” di Paolo Sorrentino: la sceneggiatura dell’ultima fatica del nostro Premio Oscar

Creato il 29 giugno 2015 da Alessiamocci

“Ho perso i migliori anni della mia vita. Tu hai detto che le emozioni sono sopravvalutate, ma è una vera stronzata, le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.

Mentre nei cinema italiani è il momento di “Youth – La giovinezza”, il nuovo film del premio Oscar Paolo Sorrentino, in libreria è disponibile, dal maggio 2015, l’omonimo romanzo edito da Rizzoli nella collana Scala. Dire che si tratti di un romanzo forse non è corretto, perché “La giovinezza” è in realtà la sceneggiatura del film, che si presenta come una rapida sequenze di scene e dialoghi atti a diventare una trasposizione cinematografica.

Il regista napoletano vincitore di un Premio Oscar come migliore film straniero nel 2014 per “La grande bellezza”, in queste 195 pagine di libro punta un “cannocchiale virtuale” sui paesaggi montani delle Alpi Svizzere – la trama si svolge in realtà fra Davos e Venezia – , narrando la storia commovente, ma a tratti anche un po’ comica, di due amici ottantenni che trascorrono una vacanza in un hotel di lusso sulle Alpi, a metà fra una Spa e una clinica privata.

L’idea del regista, in quest’opera, è costituita da un’”urgenza” di guardare sempre al futuro, perché soltanto così si può essere liberi e, di conseguenza, giovani. Paradossalmente quindi, i due protagonisti che si occupano del loro futuro, ovvero di quel poco che rimane, sono idealmente giovani.

Fred Ballinger è un direttore d’orchestra in pensione per motivi personali, che non intende più tornare sulla sua decisione di avere da tempo dato l’addio alle scene. Mick Boyle è un famoso regista ancora in attività, che tenta con grande affanno di concludere la sceneggiatura di quello che sarà il suo ultimo film. Una sorta di testamento spirituale, in cui l’attrice protagonista dovrebbe essere la star, ormai anch’essa attempata e sul viale del tramonto, Brenda Morel.

Fred è in compagnia della figlia Lena, che sta vivendo una crisi coniugale, e che spesso lo accompagna durante i trattamenti cosmetici che l’albergo propone. Come loro, anche tutti gli ospiti sono sovente descritti mentre fanno saune decongestionanti e rilassanti massaggi, rigorosamente abbigliati in bianchi accappatoi, per accrescere il senso di alienazione in questa comune ossessione di curare il corpo.

In albergo giunge nientemeno che un emissario della Regina Elisabetta, che ha una proposta da fare a Fred Ballinger, a suo dire, uno dei compositori preferiti della sovrana. Per festeggiare il compleanno del Duca Filippo di Edimburgo – il principe consorte – la regina vorrebbe organizzare un concerto in cui Fred dovrebbe eseguire le sue celebri “Canzoni piacevoli”, ma il maestro declina con fermezza l’invito.

Fred e Mick avvertono l’ineluttabilità del tempo che passa, e cercano di esorcizzare la morte con battute esilaranti, che a me, sinceramente, hanno ricordato “la strana coppia” formata da Jack Lemmon e Walter Matthau. Per questo osservano con condiscendenza la vita degli altri ospiti dell’albergo, quali per esempio una coppia di sessantenni tedeschi che non si rivolgono mai la parola; un ex calciatore sudamericano affaticato e sovrappeso che tanto ricorda Diego Armando Maradona; un cappellone appassionato di arrampicata; una bellissima ragazza che è stata proclamata Miss Universo. Tanto per citarne alcuni.

Molti saranno gli eventi – taluni tragici – e i colpi di scena all’interno di questa storia. Il paesaggio alpino, con i suoi boschi intricati e la possibilità di fare passeggiate ad alta quota, farà da suggestivo scenario. O, in questo caso, meglio dire da coreografia.

In questo posto, atto a far sì che la gente si rilassi, è incredibile come Fred Ballinger riesca a notare nel silenzio più assoluto tutta la musica che lo circonda.

Perché la vita si divide in due grandi gruppi: chi è nostalgico nei confronti del passato e non riesce a fare fronte al futuro; chi invece si appiglia a qualcosa e riesce a reagire. Reinventandosi, nonostante il tempo che passa. E allora, potrebbe anche esserci una speranza per la regina Elisabetta e per la sua festa di compleanno.

Per chi ha già visto il film, forse leggere questo libro risulta superfluo. A meno che non si voglia andare a “ripassare” bene e con calma le battute.

Se invece, come me, siete pigri, di andare al cinema non vi va e preferite attendere l’uscita su Sky – belli comodi sul divano di casa vostra -  il romanzo potrebbe essere una buona alternativa. Certo, dovrete accontentarvi di una prosa scarna e per nulla articolata. Come se si trattasse di leggere un copione vero e proprio. Ma così sapreste di cosa parla il film e, in società, potreste dire la vostra facendo anche un figurone.

Written by Cristina Biolcati


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