L'informativa è quella trasmessa dal sito dell'Istat il 4 novembre: in Italia nel 2013 si sono registrati 181.227 incidenti stradali che hanno mietuto 3.385 vittime, decedute entro il 30° giorno dall'incidente e provocato il ferimento di ben 257.421 persone, ma il dato benché apparentemente allarmante, visto in retrospettiva e confrontato con quanto registrato negli anni precedenti, dimostra una tendenza al calo sia degli incidenti che della mortalità. Rispetto al 2012 si registra una riduzione di mortalità del 9,8% mentre è più contenuta la diminuzione del numero di incidenti (-3,7%) e di feriti (-3,5%). Partendo dal 2001 al 2013 la riduzione del numero di morti per incidenti stradali è stata del 52,3% passando da un numero di 7.096 del 2001 ai 3.385 del 2013.
L'Italia si colloca al 14° posto nella Unione Europea per il numero di decessi in incidenti della strada: la media UE è di 51,4 persone morte di incidente per ogni milione di abitanti, in Italia abbiamo avuto 56,2 decessi per milione di abitanti.
Gli orari più pericolosi sono individuati tra le 3 e le 6 del mattino, quando si registra la mortalità più elevata con 5 casi mortali per ogni 100 incidenti. I circuiti più pericolosi sono le strade extraurbane con 4,63 morti per ogni 100 incidenti. Le notti nere sono quelle del lunedì e della domenica notte tra le 22,00 e le 6 del mattino con percentuali di mortalità che raggiungono rispettivamente 8,32 e 7,94 per 100 incidenti. Le fasce d'età a maggiore rischio sono quelle comprese tra i 20 ed i 44 anni (42,1% del totale) con punte significative nel gruppo 20-24 e 40-44.
In stragrande maggioranza a morire sono i conducenti (67,9%) seguiti dai pedoni (16,2%) ed infine dai passeggeri del veicolo (15,9%).
I mezzi di trasporto di gran lunga più coinvolti negli incidenti della strada sono le autovetture per il 67,5%. L'indice di mortalità rispetto al numero di incidenti in cui restano coinvolti, invece, è più elevato per i motocicli con 1,68 morti per 100 incidenti in cui restano coinvolti.