La gola a mezzogiorno

Creato il 15 novembre 2012 da Tnepd

Un amico conosciuto su internet è venuto a trovarmi, cioè ha voluto sapere chi c’era materialmente dietro la mia tastiera a più di 500 Km di distanza. Siccome lui fa l’imprenditore e io sono disoccupato, gli ho chiesto se per caso aveva lavoro da offrirmi. Inaspettatamente mi ha risposto che potrebbe assumermi per contattare clienti, facendo telefonate da casa, e al di là del fatto che tale proposta, di primo acchito, non mi abbia entusiasmato (perché mi fa venire in mente quelle ragazze che per seicento euro al mese lavorano molte ore nei call centers), mi ha almeno fatto venire voglia d’intervistarlo per chiedergli lumi su come mai la sua azienda vada in controtendenza rispetto alla maggioranza delle ditte che in Italia stanno licenziando a tutto spiano. Fra poco sentiremo le sue risposte,  ma prima è giusto avvisare i lettori che l’intervista, partita con le migliori intenzioni nel voler sondare i problemi dell’economia italiana, in riferimento all’attuale crisi economica, ha poi preso una strada tutta diversa, grazie alle interessanti e oserei dire originali posizioni filosofiche dell’intervistato. Ne è venuto fuori un animato scambio di battute tra me e lui e, successivamente, una testimonianza degna d’attenzione, anche se ai problemi dell’economia italiana abbiamo fatto solo qualche vago accenno. Vittorio ha 52 anni e vive a Rapallo, in provincia di Genova. E’ sposato con una tailandese conosciuta in America ed è padre di tre bambini di sei, sette e quattordici anni. La sua ditta si occupa di manutenzione e sostituzione di pezzi di ricambio di apparecchiature radiologiche ed ecografiche. Cosa ti ha fatto rientrare in Italia dopo quindici anni negli USA e come mai sei passato dall’import-export del caffé, del cacao e dello zucchero al settore delle apparecchiature mediche? Siccome non avevo pregiudiziali verso gli Yankee, come molti della mia generazione, ho voluto esplorare quel grande continente, con tutte le sue opportunità, e poiché avevo degli agganci familiari in loco mi sono impegnato nel commercio di quei generi alimentari e quando ho deciso di rientrare in Italia, ho ripreso il commercio di materie prime, soprattutto fagioli, per poi spostarmi sul settore medicale che ha funzionato molto bene. Poiché la tendenza attuale, in economia, è quella del licenziamento, come valuti, in un ampio contesto, il fatto che la tua azienda assuma personale? Le regole generali, per noi che siamo un’azienda di nicchia, non valgono. Quindi anche se l’economia è in crisi ci sono eccezioni. L’attuale crisi economica, a tuo giudizio, è stata pilotata dalle élite massoniche o si tratta di un fenomeno fisiologico insito nei meccanismi dell’economia mondiale? Parte della crescita era virtuale e basata su denaro fittizio, quindi più che una crisi io lo chiamerei ridimensionamento e un ritorno alla realtà.  Per farti un esempio, se oggi guadagno dieci, domani guadagno cento e dopodomani guadagno ottanta, non posso strapparmi le vesti e gridare allo scandalo perché sono sceso di venti punti, perché sarebbe scorretto dimenticare che negli anni Cinquanta guadagnavo dieci. Tra i lavori di cui c’è offerta negli uffici dell’impiego io trovo tornitori, saldatori e venditori, ma nessuno li vuole fare e nel caso dei primi due io non avrei nemmeno le competenze per farli. Infatti, siamo stati abituati troppo bene e ci hanno instillato bisogni inutili da soddisfare con soldi che non abbiamo. Tutto alla fine dipende dalla percezione che abbiamo della realtà. Cosa è successo tre anni fa che ti ha cambiato la vita, modificando la tua visione del rapporto uomo/animali? Ti sembrerà strano – e forse ti farà anche ridere – ma è stato un libro dal titolo improbabile che  mi ha illuminato. S’intitolava “E’ facile controllare il peso se sai come farlo”, di Allen Carr. La frase “Se gli ippopotami, i cavalli e gli elefanti mangiano erba, perché invece di mangiare quegli animali non mangiamo erba anche noi?” mi ha colpito nella sua semplicità e nell’impossibilità di trovare obiezioni ragionevoli. Poi ho cominciato ad informarmi su internet, soprattutto leggendo siti come “Come Don Chisciotte” e piano piano ho scoperto l’esistenza dell’abuso sistematico sugli animali. Se non c’è consapevolezza, le sofferenze che infliggiamo agli animali sono la più grave ripercussione delle nefandezze di cui siamo responsabili, ma non l’unica. Quella è la più nascosta, la meglio occultata. Come spieghi che un’antica cultura buddista produca persone come tua moglie e la sua famiglia, del tutto refrattarie ai diritti degli animali, mentre noi cristiani riusciamo ancora a prendere coscienza e a fare scelte etiche? Non c’è differenza tra cristiani e buddisti, perché in tutti i casi è la gola a spingere le scelte comportamentali. Come possiamo comunque essere sicuri che il cristianesimo sia quello che ci è stato insegnato? Io penso che la religione di Cristo sia come un aereo che è stato dirottato. E’ partita con una destinazione, ma è atterrata da tutta un’altra parte. I padri della Chiesa, che traducevano, interpretavano e divulgavano la Bibbia, lavoravano sotto la protezione dei principi e avevano chiari interessi di predicare cose a loro gradite. Di fronte alla prospettiva di finire a studiare i testi sacri e a ricopiarli stando al freddo lontano dai privilegi e dagli agi del castello, hanno sicuramente fatto sì che i testi sacri non scontentassero né i nobili che fungevano da mecenati, né la plebe che doveva essere il cliente ultimo delle loro predicazioni.  Per quanto riguarda il buddismo, che non ha un vero e proprio testo sacro, i cervelli che hanno sviluppato il credo buddista hanno fatto sì che prendesse più la strada della filosofia, che non quella degli intrallazzi con il potere temporale. Per tale ragione, il buddismo oggi è minoritario rispetto al cristianesimo e la gente, qui da noi come laggiù, segue più gli stimoli della fame che gli scrupoli morali, che sono – non dimentichiamolo – un’occupazione per stomaci appagati. L’uomo, cristiano o buddista che sia, dovrebbe sentire impellente la necessità di non nutrirsi di prodotti animali per un insieme di fattori, che vanno dal senso di giustizia, di bellezza e di salubrità. Oppure, come diceva Osho Rajneesh, per una semplice questione di buon gusto. Se una persona si preoccupa dell’instaurazione del NWO, o del signoraggio o di mille altre questioni, ma è grassa, non fa sport e mangia prodotti animali, non è in armonia con se stessa e con la natura. Sarebbe utile imparare a comprendere tutti i tasselli di un quadro generale in cui tutte le cose sono legate tra loro. Non ci si può dichiarare pacifisti o non violenti e contemporaneamente nutrirsi di cibi prodotti con violenza. In caso contrario, chi è che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato, la mia gola? Le mie papille gustative? Le teorie degli studiosi di complotti indicano che la direzione politica mondiale vada verso il NWO. Nessuno ha la sfera di cristallo ma tu che stai leggendo “Il mondo Nuovo”, di Huxley, trovi qualche riscontro con la realtà, qualche segnale premonitore? NWO e’ un concetto astratto, ad un certo livello c’e sempre stato un ordine mondiale e sempre ci sarà. In certi periodi il problema è più acuto, ma comunque sono d’accordo che al momento il potere politico si stia accentrando in maniera pericolosa. Che poi, in fin dei conti, questo NWO, se esiste, siamo noi tutti.  Sette miliardi di persone, con le loro esigenze, fanno ognuno delle infinitesime pressioni per avere maggiore sicurezza, ed ecco che viene loro fornito il Ministero della Difesa. Oppure vogliono avere maggiori beni a disposizione, ed ecco che viene loro fornita la multinazionale che soddisferà i loro bisogni. Ogni volta che vogliamo di più, e facciamo una piccola azione per ottenerlo, diamo un minuscolo contributo per creare la realtà in cui viviamo. Se ci chiediamo perché le grandi aziende e le nazioni agiscono in modo così terribile, ricordiamoci che le loro azioni sono il semplice risultato di miliardi di piccole azioni che facciamo ogni giorno quando vogliamo qualcosa di più.  Di conseguenza, non è davvero questo o quel politico o amministratore delegato di una grande società che decidono veramente di incominciare una guerra o distruggere l’ambiente, ma le loro azioni sono semplicemente i risultati di miliardi di piccole spinte da parte di tutti noi. Aspetta, fammi capire se ho inteso perfettamente il tuo pensiero: tutti aspirano al potere e quelli che il potere già ce l’hanno, e anche tanto, ne vogliono ancora di più. Mai sazi, vogliono spingersi fino a dominare l’intero pianeta e quindi mirano all’instaurazione del governo unico mondiale. In definitiva, nel merito della questione, mi stai dando ragione. Direi di sì.  Vorrei anche menzionare che va bene seguire i blog e partecipare alle discussioni ma non dobbiamo mai dimenticarci di dare la priorità alle nostre azioni.  Quindi fare del nostro meglio per migliorare la situazione intorno a noi, lavorando con impegno, essendo solidali con i nostri vicini e sorridendo anche quando la vita ci porta delle difficoltà. Ogni pezzetto di carta riciclato ha il suo valore, sebbene ce ne vogliano miliardi per fare anche una sola piccola differenza. Il valore morale delle azioni che commettiamo fra noi esseri umani è in ogni caso trascurabile rispetto a come ci comportiamo con gli animali e la terra, che sono senza difesa e senza parola. Questo è veramente il più grande crimine di sempre che continua ad essere commesso ogni momento che passa.  Preoccuparsi dei problemi che abbiamo tra noi umani, prima di porre fine a questo crimine o per lo meno di arginarlo seriamente, è in realtà solo un tentativo illusorio di sentirci utili e buoni. In conclusione, non possiamo lasciare che sia la nostra gola, quando ci sediamo a tavola a mezzogiorno, a decidere per noi.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :