Scritto da Marco Ferreri insieme all’inseparabile Rafael Azcona, il film suscitò polemiche infinite al festival di Cannes edizione 1973 (bei tempi, quelli in cui il cinema costituiva pietra di scandalo). La genialità del regista risiede nell’aver messo in scena una parabola spietatamente nichilista sull’autodistruzione che attende la società del benessere, imprigionata in un intrico fatale di eros e thanatos, cibo ed escrementi. Con buona pace di Wilhelm Reich, assai di moda allora, secondo il quale alla rivoluzione sessuale avrebbe fatto necessariamente seguito quella politica. Sebbene i momenti che precedono le abbuffate somiglino ai preliminari amorosi, nell’esperienza gastronomica vissuta dal quartetto manca l’equivalente dell’orgasmo. Decadente, in senso petroniano, è poi il prevalere della quantità quasi nauseante di cibo sulla qualità. Il piacere disciplinato della buona tavola, che comporta la degustazione di vivande capaci di nutrire e soddisfare il palato, viene sostituito da una bulimia devastatrice. Quando i problemi digestivi diventano dominanti sull’appetito, quando salta l’equilibrio naturale tra cervello, stomaco e genitali, la catastrofe sociale si approssima.
La grande abbuffata (La grande bouffe), di Marco Ferreri, con Michel Piccoli, Philippe Noiret, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Andréa Ferréol (Fra/Ita, 1973, 123’). Lunedì 14 ottobre, ore 1,25, Iris Tv.