Trama: Jep Gambardella è un mondano sessantacinquenne che vive del successo di un unico libro scritto in gioventù. Attraverso i suoi occhi, scorrono sullo schermo le immagini di una Roma squallida e gloriosa e di un passato impossibile da rivivere...
Cominciamo con una premessa. Questo è il mio blog, lo gestisco da non competente amante di Cinema e mi vanto di aver affrontato ogni recensione con la massima sincerità. Quindi, molto sinceramente, non mi vergogno a dire che la prima ora de La grande bellezza mi è pesata come un macigno. L'ho trovato visivamente bellissimo, anzi, meraviglioso, un trip psichedelico e onirico come raramente si può vedere nel cinema italiano recente, ambizioso da morire e sicuramente lontanissimo da qualsivoglia ottica commerciale... ma freddo, freddo come il cuore di un usuraio. Impietoso e grottesco, con Sorrentino e il suo alter ego Toni Servillo che mettono in scena la rovina di un Paese fatto di vuoto, stupidità e trasgressioni da operetta, è riuscito sì e no a strapparmi un paio di amare risate ed è riuscito soprattutto a farsi odiare per il modo compiaciuto in cui si impegna ad intrappolare lo spettatore nello stesso "gioco" subito dal pubblico presente alla performance del teatro d'avanguardia all'aperto mostrato quasi all'inizio del film, dove la gente applaude cose incomprensibili solo perché spacciate per arte ed è lo stesso Gambardella a sputtanare la pazza "artista" che ha inscenato quell'obbrobrioso spettacolo. Difficile mitigare questo tipo d'irritazione, anche davanti alla bravura di Servillo e di un'inaspettata Sabrina Ferilli che dimostra di possedere insospettabili doti di attrice. Difficile persino davanti alla bellezza di palazzi segreti esplorati nottetempo e colori talmente sgargianti da non sembrare nemmeno veri. Difficile provare qualcosa, persino di fronte all'orrore di vedere una Serena Grandi vergognosamente sfatta e gonfia, quando il protagonista appare così distaccato da assomigliare al freddo marmo delle statue e il regista sembra soltanto volerti far capire quanto tu, italiano, sia ignorante, burino e stronzo mentre Lui possiede la sapienza e la bravura. Difficile, non impossibile.
Perché ad un certo punto arriva, quasi strappato da quel cinema popolare per cui tutti noi lo conosciamo e amiamo, il buon Carlo Verdone. Ora, io non vado particolarmente matta per Verdone e, dico la verità, il personaggio di Romano non l'avevo quasi calcolato, povero zerbinaccio sfigato che striscia dietro a Gambardella e ad una donnaccia che non gliela darà mai. Eppure, quando Romano si convince a salire sul palcoscenico mettendosi a nudo per la prima volta e vede che le uniche due persone che avrebbe voluto tra il pubblico, Gambardella e la donnaccia in questione, o non ci sono o se ne vanno schifate mentre tutti gli altri applaudono, gli sono bastate un paio di frasi per farsi amare e, finalmente, farmi cominciare ad aprire il cuore a La Grande Bellezza: "Roma mi ha deluso. Me ne torno al paese". Roma intesa come metafora di una realtà in cui sopravvivono solo gli squali, di un palcoscenico di cui bisogna conoscere a menadito le regole per essere in grado di "far fallire le feste" e diventare gli unici, adorati protagonisti. Un mondo che non è fatto per tutti: chi cerca di adattarsi senza esserne in grado, come Romano, come la maggior parte di noi, viene perennemente relegato in un angolo e trattato come una nullità... e allora l'unica soluzione è "tornare al paese", cercare la propria dimensione anche fuori dalle luci della ribalta. Automaticamente, ecco che anche Jep diventa così più umano. Perché Jep, poveraccio, arrivato a 65 anni è stanco di recitare, stanco di seguire le regole, stanco di disumanizzarsi al punto da non riuscire nemmeno più ad apprezzare le meraviglie di Roma e della vita. Lui è, letteramente, il RE di Roma ma non è tanto diverso da quel giapponese che muore all'inizio, che si allontana dalle noiose spiegazioni storiche per immortalare con uno scatto una bellezza ideale ed irreale: Gep è CIRCONDATO dalla bellezza ma non può vederla perché, ormai da anni, il concetto di bellezza per lui non è più sinonimo di semplicità bensì di eccesso, di novità, di trasgressione, di "cultura", di superiorità, di falso. E' la cosa più banale del mondo, ma tutti noi italiani siamo così. Abbiamo un patrimonio artistico che va in rovina e guardiamo, smaniosi, verso l'estero, verso la tecnologia, verso la ricchezza materiale e diventiamo sempre più annoiati, più inutili, più vecchi e più sospettosi verso qualunque cosa provenga dal nostro Bel Paese.
Quindi, grazie a Verdone che torna al paese, ma non solo. Grazie alle singole foto che documentano ogni giorno di vita testimoniandone l'importanza e l'unicità prima che arrivi la morte, in ogni sua forma, a spezzare la gioventù, la bellezza e l'amore. Grazie al gesto innocente e malizioso di una ragazza davanti al suo primo (e forse unico?) amore, un momento talmente unico, irripetibile e sacro che una vita fatta di trenini che non portano da nessuna parte può soltanto bloccare per l'eternità le parole necessarie a descriverlo. Grazie alle radici mangiate da una vecchia Santa, che in un gesto di ribellione riesce ad esprimere tutta la dignità di una religione altrimenti schiacciata dalle stesse ipocrisie, convenzioni e regole che quotidianamente lordano la mondanità. Grazie, infine, alle lacrime di Jep Gambardella davanti al terribile abisso della solitudine, un abisso che nessuna festa o abito di lusso potranno mai mascherare o mitigare, non per sempre almeno. L'importante è rendersene conto prima che sia troppo tardi, aprire gli occhi e ricominciare a vivere per davvero, o almeno provarci. D'altronde, ci sono tante piccole cose in grado di renderci felici o, perlomeno, soddisfatti e in pace con noi stessi, alla faccia di quello che pensano gli altri di noi. Una di queste, per me, è questo piccolo blog, dove spero di essere riuscita a trasporre un po' delle sensazioni che mi ha smosso La grande bellezza dopo la prima e finora unica visione. Mi rendo conto che dovrei rivederlo più volte per cogliere ciò che sicuramente mi è sfuggito e mi rendo anche conto che, nonostante l'Oscar, il film di Sorrentino non potrà mai incontrare totalmente i miei gusti... ma, come si dice, se una pellicola ti fa riflettere e pensare per giorni, allora forse si tratta davvero di Grande Cinema. E siccome proviene dall'Italia credo che dovremmo esserne tutti, a prescindere, maledettamente orgogliosi prima che snobismo, invidia ed esterofilia ci impediscano di cogliere la vera, grande bellezza. Qualunque essa sia.
Del regista e sceneggiatore Paolo Sorrentino ho già parlato qui.
Toni Servillo interpreta Jep Gambardella. Originario di Afragola lo ricordo per film come Le conseguenze dell’amore, La ragazza del lago, Gomorra, Il divo e Bella addormentata. Anche sceneggiatore, ha 55 anni e un film in uscita.
Carlo Verdone interpreta Romano. Originario, per l’appunto, di Roma, lo ricordo per film come Un sacco bello, Bianco, rosso e Verdone, Borotalco, Grand Hotel Excelsior, In viaggio con papà, 7 chili in 7 giorni, Io e mia sorella, Compagni di scuola, Il bambino e il poliziotto, Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Viaggi di nozze, Sono pazzo di Iris Blond!, Gallo cedrone, Zora la vampira, Manuale d’amore, Manuale d’amore 2 (Capitoli successivi), Manuale d’am3re e Sotto una buona stella, inoltre ha doppiato il gatto Zorba in La gabbianella e il gatto. Anche sceneggiatore, regista e produttore, ha 64 anni.
Sabrina Ferilli interpreta Ramona. Romana, la ricordo per film come Rimini Rimini – Un anno dopo, Il signor Quindicipalle, I fobici, Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me, Natale a New York, Natale a Beverly Hills e Vacanze di Natale a Cortina. Inoltre, ha partecipato a serie come I ragazzi della 3 C, Valentina e Due imbroglioni e mezzo. Ha 50 anni.
Carlo Buccirosso interpreta Lello Cava. Originario di Napoli, lo ricordo per film come L’amico del cuore, Febbre da cavallo – La mandrakata, Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me e Il divo, inoltre ha partecipato a serie come Due imbroglioni e mezzo. Ha 60 anni.
Giorgio Pasotti interpreta Stefano, il custode. Originario di Bergamo, ha partecipato a film come L'ultimo bacio, Baciami ancora e a serie come Distretto di polizia. Anche regista e sceneggiatore, ha 41 anni e tre film in uscita.
Serena Grandi (vero nome Serena Faggioli) interpreta Lorena. Originaria di Bologna, la ricordo per film come Antropophagus, Pierino la peste alla riscossa, Pierino colpisce ancora, Sturmtruppen 2 (Tutti al fronte), Acapulco, prima spiaggia... a sinistra, Miranda, Rimini Rimini, Roba da ricchi, Saint Tropez Saint Tropez, Monella e Radio Freccia. Ha 56 anni.
Isabella Ferrari (vero nome Isabella Fogliazzi) interpreta Orietta. Originaria di Ponte dell'Olio, ha partecipato a film come Sapore di mare, Sapore di mare 2 – Un anno dopo, Il ras del quartiere, Fracchia contro Dracula, Il ragazzo del pony express, Willy Signori e vengo da lontano, La lingua del santo e alla serie Distretto di polizia. Ha 50 anni e un film in uscita.
Nel film compaiono anche Fanny Ardant, Antonello Venditti nei panni di sé stesso e Lillo (al secolo Pasquale Petrolo) di Lillo & Greg come, per l'appunto, Lillo De Gregorio. Se La grande bellezza vi fosse piaciuto, infine, potreste guardare anche La dolce vita, 8 1/2 e Roma. ENJOY!!