Quindici anni dopo “La vita è bella” di Benigni, Paolo Sorrentino ha vinto l’oscar con “La grande bellezza”, dando grande valore al cinema italiano.
Il film rappresenta un’occasione per mostrare al mondo, e in particolare agli Stati Uniti, che l’Italia non si è fermata al neorealismo ma ha fatto passi in avanti determinanti.
Sorrentino è un regista che chiede molto allo spettatore e anche questa volta non si smentisce, proponendo una pellicola sofisticata, colma di rimandi, grottesca e felliniana.
“La grande bellezza”, non è per così dire “per tutti”. Simbolo da decadenza romana e italiana è diventata il simbolo del riscatto, perché nonostante faccia vedere un’Italia degradata, che si confronta anche con il lato volgare e pacchiano attaccato al denaro e al culto della celebrità, mette anche in luce il punto di vista morale del regista. Sorrentino condanna tutto questo, dando spazio a quella che é davvero la bellezza dell’Italia, che non è solo quella artistica ma anche quella etica.
Nella pellicola ci sono poi degli elementi sicuramente vincenti, specie se “esportati” in terr
Mi chiedo che significato l’Oscar possa avere per l’Italia e non posso che tendere ad un riscontro positivo. La Roma di Sorrentino non è quella “da cartolina” proposta da Woody Allen ed è autentica e unica. Ci sono i pro e i contro, ma la bellezza della città è indiscutibile e sarà un grande magnete per il turismo.
Martina Napolitano
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