La grande editoria italiana

Creato il 21 novembre 2011 da Maurizio Lorenzi

La grande edi­to­ria ital­iana (solo con autori stranieri)

di Alberto Liguoro

Scon­trarsi con l’impossibile: pub­bli­care, da ital­iano, un libro in Italia. Un’inchiesta “panoram­ica” nelle librerie del Paese, che come i super­me­r­cati preferiscono esporre la merce pub­bli­ciz­zata, dimostra che l’85 per cento dei titoli è tradotto dall’estero e per il resto sono clas­sici della let­ter­atura dal Cinque­cento al Nove­cento o man­u­ali di cucina. E’ il risul­tato dell’involuzione cul­tur­ale com­in­ci­ata negli anni Ottanta.

RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE:

Sto scherzando, eh! Sto scherzando.

Allora par­liamo di cose serie” (pas­satemi la citazione) e diamo la parola ad un “addetto ai lavori”, uno che “se ne intende”.

DAL VERBALE DI UDIENZA DI UN RECENTE PROCESSO PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA PROMOSSO DA UN GIORNALISTA CHE SI OCCUPA DI EDITORIA, NEI CONFRONTI DI UN PICCOLO EDITORE CHE SUL SUO BLOG AVEVA DEFINITO “una vigli­ac­cata” UN SUO ARTICOLO IN ARGOMENTO.

Avvo­cato: Lei sa che moltissime case editrici usano il sis­tema di far acquistare delle copie in pre­ven­dita per per­me­t­tere a poeti che non hanno accesso alle grandi case editrici di poter pubblicare?

Gior­nal­ista – parte lesa: Certo che lo so.

Avvo­cato: Allora questo rien­tra nella norma?

Gior­nal­ista — parte lesa: Vede, ora le spiego come sono i con­tratti degli edi­tori nor­mali, cioè gli edi­tori seri: arriva a casa un con­tratto in cui l’editore ti dà un anticipo, senza neanche leg­gere il mano­scritto. Dopo di che al 30 di giugno si chi­udono i conti al 31 dicem­bre dell’anno prece­dente e ti man­dano a casa anche i diritti d’autore. Questa è l’editoria. Tutto il resto non ha nulla a che vedere con l’editoria.

Avvo­cato: Ah! E in quale film l’ha visto questo?

Giu­dice: Avvo­cato non fac­cia com­menti! Le domande per favore.

E qui finisce l’incantesimo, o meglio mi riporta all’incantesimo del cin­ema su una sto­ria riguardante l’editoria, di cui parlavo nella prima parte.

ED ORA LASCIAMO PARLARE I FATTI SENZA COMMENTI (solo una breve anno­tazione come chiosa)

Una pic­cola inchiesta:

Libre­ria Fel­trinelli – Ricordi (con un pizzico di “Spizzico”) di Milano piazza Duomo 10 otto­bre ore 16,20:

Riv­o­luzione n.9” Sil­vio Muc­cino e Carla Van­ge­lista – Mon­dadori – com­in­ci­amo bene

GLI IMPERDIBILI

Agota Kristof (nata 1956 – vive tra Unghe­ria e Svizzera); Paola Mas­tro­cola – pre­mio Campiello 2004 – Una barca nel bosco Christo­pher Moore – amer­i­cano; W. Som­er­set Maugham Murakami Haruki – giap­ponese; Pasolini – Ragazzi di vita; Arund­hati Roy – India; Leonardo Sci­as­cia – La scom­parsa di Majo­rana; Arthur Schnit­zlen; David Gross­man; Andrew Sean Greer; Arthur Golden; Jonathan Safran Foervel nato nel 1977; Jung Chang del ’52 vive in Inghilterra; Gio­conda Belli – nicaraguese; Luther Blis­sett; Jonathan Coe – classe 1961; Diego De Silva – Questo è un napo­le­tano; Jef­frey Eugenides di Detroit 1960; Jonathan Franzen; Ami­trav Ghosh – Cal­cutta 1956 – Vive a New York; Nick Horndy – Lon­dra 1957;

Temo di andare troppo per le lunghe, dici­amo che nelle “NOVITA’” ci sono 2 ital­iani su 8 (Aldo Caz­zullo e Camil­leri), nella “CLASSIFICA” su 10 appaiono 3 ital­iani (Erri De Luca, Mar­cello Simoni e Andrea Camilleri)

Milano — Mer­coledì 12 otto­bre ore 11 Libre­ria Mon­dadori – Mes­sag­gerie Musi­cali di Corso Vit­to­rio Emanuele:

CLASSIFICA”: Coelho, Mar­cello Simoni, Sveva Casati Modig­nani, Aldo Caz­zullo, Melissa Hill, Errri De Luca, Pierre Dukan (la dieta Dukan), Camil­leri, Benedetta Par­odi (menù), Marco Maz­zoli (radi­ografia di un DJ che non piace).

NOVITA

Si passa dai dila­ganti Jay Elliot (ex vicepres­i­dente Apple) “su Steve Jobs”, Ari­anna Forni “Leggenda Milan”, Dalila Di Laz­zaro “Il mio tesoro nascosto”, Andre Agassì “Open” (ten­nis), Rafa “la mia sto­ria” (ten­nis), “Fai ‘sta cazzo di nanna” Adam Mans­bach, “L’abito fa il monaco?” Alberta Mar­zotto, Fausto Man­ara “Amici, nemici, amanti pos­si­bili”. Marco Pas­tonesi “Dizionario degli All Blacks”, Euge­nio Bene­tazzo “Era il mio Paese, il futuro che attende l’Italia”, Alex Schwazer “Quelli che cam­mi­nano – con­sigli per il benessere quo­tid­i­ano” e così via, ai vari Peter, Sarah, Alli­son, Jason, Rachel, Anthony, Keith, Julia, Richard, Mer­cedes, Stephen, con una con­sis­tente inci­denza, a mio avviso, di nomi vaga­mente ebrai­ciz­zanti (senza che null’altro questo voglia dire, se non che sono dotati noto­ri­a­mente di una con­sis­tenza cul­tur­ale piut­tosto ele­vata il popolo israeliano e gli ebrei nel Mondo), tra cui, qua e là, fanno capolino alcuni nomi di scrit­tori ital­iani, preva­len­te­mente clas­sici o stori­ciz­zati (Sci­as­cia, Verga, Fogaz­zaro, Piran­dello, persino Machiavelli).

Giovedì 13 otto­bre ore 11,15 Il Librac­cio – piazza Fontana –Milano

Non vedo “clas­si­fiche”, “novità”, “imperdi­bili” aut sim­ilia; qui spic­cano molto più che altrove le “CATEGORIE”: Scienze – Sto­ria – Attual­ità – Filosofia – Gialli – Viaggi – Nar­ra­tiva (ancora una volta qui dilagano i libri per estero­fili). Nelle altre cat­e­gorie si dà per scon­tata la prevalenza straniera, ma perché?

Prendo nota che c’è un set­tore ded­i­cato all’usato con 2 indi­cazioni “per vendere”, “per com­prare”, e ne sono compiaciuto.

Chiedo (meno nevrosi ser­peg­giante tra il per­son­ale): dove posso trovare qualche libro di Case Editrici minori? Sa sto scrivendo un articolo…

Guardi là…

Guardo, torno a guardare con atten­zione, ma non vedo nulla. La commessa sorride.

Final­mente capisco, e, ancora una volta resto piacevol­mente col­pito; è messo ben in mostra e a carat­teri cubitali l’avviso:

P R E N O T A Z I O N I — Con tutte le nec­es­sarie istruzioni. Segno che qui si ded­ica par­ti­co­lare cura a questo aspetto della fruizione let­ter­aria. Impor­tan­tis­simo per chi arranca; almeno c’è un relitto di sal­vatag­gio. Ricor­date il Tom Hanks di Cast Away? Di poe­sie nem­meno l’ombra (in tutte e tre le librerie vis­i­tate), a parte il solingo scaf­fale di “POESIE” dell’intero Orbe Ter­rarum, in un angolo.

Fat­tore di dis­o­mo­geneità (ma non cam­bia il risul­tato): Napoli – Fel­trinelli alla Stazione Cen­trale – Ven­erdì 14 otto­bre ore 16,30

Spic­cano i Fabio Volo (Le prime luci del mat­tino), Car­los Ruiz Zafòn (Il principe della neb­bia), Alawiya Sobh (Il suo nome è pas­sione) – tutti Monda­tori, Francesca Petrizzo (Il rovescio del buio), Liam Creed (Cuore di labrador).

Nella CLASSIFICA 1 – Erri De Luca ( Fel­trinelli — I pesci non chi­udono gli occhi); 2 – Mar­cello Simoni (Il mer­cante dei libri maledetti); 3 – Paulo Coelho (Aleph); 4 – Nico­las Bar­reau (Gli ingre­di­enti seg­reti dell’amore); 5 – Mar­cella Ser­rano (Fel­trinelli – Dieci Donne); 6 – Georges Simenon (Mai­gret e l’omicida di Rue Pomp­in­court); 7 – Sveva Casati Modig­nani (Un amore di morto); 8 – Irène Némirovsky (Il sig­nore delle anime); 9 – Camilla Läck­berg (Lo scalpellino); 10 – David Nicholls (Un giorno). Mi sof­fermo, esem­pli­fica­ti­va­mente, su quest’ultimo (inglese) per ricor­dare che ha stu­di­ato da attore, prima di dedi­carsi alla scrit­tura, e per diversi anni è stato un autore tele­vi­sivo (cir­costanze impens­abili in Italia).

Curiosa­mente nes­sun “pari mer­ito”, qui come negli altri negozi.

Negli autori per ordine alfa­betico, oltre ai soliti, dom­i­nanti, Inglesi, Francesi, Tedeschi, Amer­i­cani, abbi­amo scrit­tori dello Zam­bia, Mes­sico, Afghanistan, India, Giap­pone, Israele, Por­to­gallo, Spagna, Ucraina, Cile, Unghe­ria, Svezia, Fin­lan­dia ecc. ecc. e la let­ter­atura ital­iana? Qual­cosina c’è: i Sal­gari, i Matilde Serao (e Faletti? Non l’ho visto, ma sicu­ra­mente c’è).

Caspita ma siamo in Italia. In cias­cuno dei sud­detti Paesi, dici­amo il 60/65% della let­ter­atura pro­posta è locale, nel rima­nente 40/35% il resto del Mondo. Qui, come nei negozi di Milano, del resto, bat­ti­amo qualche record, credo, l’80/85% è let­ter­atura straniera, il 20/15% ital­iana. Per non par­lare di FANTASCIENZA, HORROR, FANTASY, qui noi ital­iani siamo esclusi a pri­ori, per­ché “non credibili”.

Diamo un’occhiata d’insieme (questo vale per Napoli, come per Milano e, a questo punto, per qual­si­asi altra città ital­iana, credo):

John MARSDEN Ellen BLOCK “Parole sulla sab­bia” fascetta: un best seller negli USA gra­zie al pas­s­aparola – TRADOTTO! Elsa CHABROL L’inglese Jasvin­der SANGHERA “Pri­gion­iere dell’onore” fascetta: ha trasfor­mato la sua ribel­lione in una battaglia per ogni donna – TRADOTTO! le tedesche Ker­stin GIER (inseg­nante 45enne, scrit­trice dal 1995 quando aveva 29 anni) e l’amburghese Isabel ABEDI del ‘67, anziché fare la calza o dedi­carsi ad altro, come usa da Tri­este in giù, scrivono libri che… rispet­ti­va­mente: – fascetta: 2 edi­zioni in 5 giorni, atten­zione: gen­era dipen­denza, leg­gere per credere; in clas­si­fica dello Spiegel per più di sei mesi (sono nel tuo sogno), oltre 100mila copie ven­dute – TRADOTTE! Ed ecco l’americano Patrick RUTHFUSS “La paura del sag­gio” fascetta: un vero tal­ento, il suo rac­conto è pro­fondo, intri­cato e mirabile – TRADOTTO! Ruta SEPETYS, amer­i­cana di orig­ini ital­iane “Ave­vano spento anche la luna” fascetta: in vetta alle clas­si­fiche del New York Times ad una set­ti­mana dall’uscita – TRADOTTA!

Da un’altra parte i (soliti) napo­le­tani o i Lanzetta e altri savianeggianti.

Ancora un fat­tore di dis­o­mo­geneità (o, direi: dis­o­mo­geneità nella dis­o­mo­geneità): Libre­ria Guida – Nola – Sabato 15 otto­bre ore 18

Qui la situ­azione si capo­volge, ed ecco riap­parire in vet­rina, in bella vista, gli Andrea, Edoardo, Maria Pace, Alessan­dro, Marco, Gianni, Paolo, Fabio, Gio­conda, Ric­cardo, Dino, Eva, Lorenzo ecc.

Cerco la diret­trice, è dietro il ban­cone, moti­vata, decisa, mi pre­sento, si chiama Rosa Barone, le dico un po’ quali sono state le mie impres­sioni, nei vari negozi.

Come mai tanti autori ital­iani qui? – Le chiedo

Beh se non val­orizzi­amo noi gli autori ital­iani, chi lo deve fare? – Mi risponde. “Parole sante” penso, e insisto:

Ma… si vendono?

Certo che si ven­dono! Se li met­ti­amo in vet­rina li ven­di­amo. Se stanno negli scaf­fali nel retro­bot­tega, la gente come fa a comprarli?

E qui chi­udo la par­entesi, almeno per il momento.]

Ed eccoci di nuovo a Milano. Iper­me­r­cato Esselunga di via Ripa­monti, mart­edì 18 otto­bre ore 9,30: stessa solfa, con qualche infarci­tura in più dei vari Meneghin per il bas­ket, “La leggenda del Milan”, “Licen­ziare i padreterni”, e così via, oltre a qualche altro caso di strana notorietà.

Si dovrebbe dare un’occhiata anche a qualche altra libre­ria, più pic­cola sem­mai, ma… ho visto librerie vendere libri col 70% di sconto! Vuote!

Fer­mi­amoci qui.

Tutto questo non vuole essere che uno spunto di rif­les­sione, da svilup­pare in diverse sedi; appro­fondire ulte­ri­or­mente ci porterebbe fuori tema e troppo lon­tano, fuori della por­tata di un solo articolo.

Però…visto quanti padroni? (Ed ecco la chiosa)

Qual­cosa di anal­ogo accade nel Cin­ema. Ma lì, almeno, sostanzial­mente c’è un solo padrone: Hol­ly­wood (forse 1 e ½ con Bol­ly­wood), che si pappa il 70/75% della torta, per cui a tutti gli altri rimane sì e no il 25/30% della pro­duzione cin­e­matografica e non resta che met­tersi in coda, dove pure, certo, qual­cuno sta più avanti, qual­cuno più indietro.

Ma nel set­tore let­ter­ario, fette per­centu­ali di con­sis­tente rilievo, bene o male, se le spar­tis­cono tutti, e che spazio rimane al futuro della glo­riosa Let­ter­atura ital­iana? Forse lo 0,000qualcosa.

Ed ora la CONCLUSIONE (provvi­so­ria, come ogni cosa):

Steve Jobs, che dormiva a terra, che a 40 anni fu licen­zi­ato dalla Apple, l’azienda che lui stesso aveva fondato, per poi rien­trarci da Grande Mae­stro, che era così attac­cato alla vita da gioire per un’operazione che gliela avrebbe almeno allun­gata un po’, il cui motto era “ be hun­gry, be fool­ish”, se fosse nato in Italia, quale auto­grill sull’autostrada, o negozio di elet­trodomes­tici “aperto-anche-la-domenica” avrebbe diretto?

Steve Jobs? Noooo… è un caso estremo questo, non vale! — Mi si potrebbe obiettare.

Potrei allora par­lare del vicentino Andrea Stella, che rimasto para­plegico in sfor­tu­nate e dram­matiche cir­costanze, durante un viag­gio pre­mio negli Stati Uniti, dopo la sua lau­rea in giurispru­denza, si ingegna e mette a punto un sis­tema per poter con­durre un cata­ma­rano, pur essendo privo dell’uso degli arti infe­ri­ori, che poi dif­fonde nel Mondo; oggi, 35enne, vive a New York in con­dizioni di grande agiatezza.

Quale diversa sorte gli avrebbe ris­er­vato la Madrepa­tria Italia?


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