Mia figlia stava sorridendo sotto le cuffie mentre guardava un video su YouTube al suo MacBook. Mio figlio stava chiacchierando su WhatsApp con i suoi amici utilizzando il suo iPhone, mentre mia moglie leggeva sul suo iPad l'ultimo post pubblicato dalla sua amica giapponese sul suo blog.
Eravamo tutti e quattro a meno di due metri l'uno dall'altro e contemporaneamente tutti noi eravamo lontani chilometri, o migliaia di chilometri, dai nostri interlocutori digitali.
Ma la cosa che più mi ha colpito quel sabato sera è stato il silenzio.
In sala, il grande fratello che da 47 anni mi tiene discretamente compagnia tutte le sere, la televisione, era spenta: nessuno aveva sentito la necessita' di accenderla.
Ora, attenzione: il sito di YouTube nasce nel 2005; il primo MacBook appare nel 2006; il primo modello di iPhone è del 2007 mentre il primo iPad viene presentato nl 2010. L’App di WhatsApp si è diffusa a partire dal 2012.
Non sono passati dieci anni dalla nascita di YouTube e dall’avvento di nuovi prodotti tecnologici che, tra l’altro, non sono neanche stati pensati come alternativi alla televisione, che la regina delle nostre case, la televisione appunto, il sabato sera, la sua sera per definizione, è rimasta muta.
Questi cambiamenti nello stile di vita di una famiglia, se consideriamo che vanno ad incidere su abitudini ormai consolidate da decenni e quindi in teoria molto lente da modificare, si possono considerare eccezionali dal punto di vista della velocità con cui si stanno verificando.
Ma se la società italiana, nel suo livello primario, singola persona, famiglia, si è dimostrata in questi anni molto sensibile e favorevole in generale al cambiamento dei propri stili di vita, nel suo livello secondario, in teoria più evoluto, mostra invece caratteristiche ostili al cambiamento.
L’Italia del 2013 è rimasta l’Italia delle corporazioni, non quelle esistenti al tempo del fascismo, ma quelle esistenti nel Medio Evo: Magistrati, Farmacisti, Giornalisti, Avvocati, Medici, Commercialisti, siano essi di Destra o di Sinistra.
Mi fermo, non perché siano terminate le categorie ostili al cambiamento del nostro Paese, mi fermo per non annoiare il lettore con un elenco infinito.
Solo una considerazione: nell’elenco non compaiono i Politici per un solo motivo. Spetterebbe alla politica proporre le soluzioni per creare, oggi, le basi per una società migliore domani, non la migliore in assoluto, ma la migliore possibile partendo dalla situazione attuale. E non sarebbe poco…
Purtroppo, ogni volta che i politici tentano di portare avanti una riforma che, in qualche modo, tocca gli interessi di una categoria ormai consolidata da tempo nel suo “potere” politico ed economico, ecco che la Politica fa un passo indietro e tutto si blocca. La Riforma non passa.
Cane non mangia cane, dice il proverbio e così il nostro Paese precipita nelle classifiche mondiali dalle prime posizioni a quelle inferiori, in qualsiasi settore preso in esame.
Consoliamoci con l’ultimo modello di iPhone, almeno quello è una garanzia, lo usano tutti, per ora nessuno si sogna di boicottare la Grande Mela!