Quelli della mia generazione si ricorderanno certamente il cartone animato Occhi di gatto e immagino che, mentre lo dico, ciascuno di loro starà canticchiando dentro di sé la famosa sigla.
Si tratta di tre sorelle molto belle che insieme formano una banda intenta ai furti delle opere d'arte e che si firmano appunto "Occhi di gatto", come il nome del bar che una di loro gestisce.
Ebbene, con questo divertissement a fumetti firmato dal mio beniamino Bastien Vivès (che ne ha scritto la sceneggiatura) e da Florent Ruppert e Jérôme Mulot (che hanno realizzato i disegni) sostanzialmente ci si muove dalle parti di Occhi di gatto. Qui la banda è inizialmente formata da due amiche, Carole e Alex (scopriremo solo alla fine come si sono conosciute), caratterialmente molto diverse (tanto è granitica e votata alla solitudine la prima, quanto è romantica e volubile la seconda), ma perfettamente complementari e in qualche modo unite indissolubilmente nella scelta di una vita avventurosa nell'illegalità. Per il colpo più difficile, il furto della Grande Odalisca di Ingres dal Louvre, il duo si arricchirà di una terza componente, Sam, una motociclista con molta tristezza nel cuore.
Da questo punto di vista Vivès non si smentisce mai. E al contempo dimostra una versatilità e una poliedricità altamente apprezzabili.
La frase con cui il volume è stato lanciato "Nella vita, non è quel che fai che conta di più. È con chi lo fai" può riferirsi in fondo sia a questa affascinante e indimenticabile banda criminale, sia al gruppo di artisti che ha messo insieme le proprie competenze per realizzare questa bella opera fumettistica.
Voto: 3/5