LA GRANDE RIVOLUZIONE della STAMPA

Creato il 29 gennaio 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Grazie a Johann Gutemberg, (nel tardo medioevo) si origina una delle più grandi rivoluzioni, una rivoluzione che la storia umana registra nel decisivo settore della comunicazione: l’invenzione dei caratteri mobili e del torchio che  hanno  trasformato il modo di trasmettere il pensiero e aperto la strada ad un grande sviluppo culturale.

Il documentario in onda su sky History Channel, ha per titolo: Rivoluzione a mezzo stampa e ci proietta indietro, in un tempo dove l’oralità era ancora il mezzo di divulgazione più efficace.

L’invenzione della  stampa su carta ha fornito un comodo ed economico supporto alla scrittura e favorito lo straordinario sviluppo economico e culturale italiano dei secoli XII-XIV;  fornendo l’arma decisiva per il cambiamento dell’Europa e del mondo e aperto la via alla democrazia e alla tolleranza; rendendo possibile, nell’arco di soli cento anni, la nascita e lo sviluppo della grande industria moderna che ha trasformato comportamenti e valori di milioni di persone.

Per noi contemporanei, risulta veramente difficile immaginare come fosse il mondo senza i libri, che allora venivano scritti a mano, all’interno dei conventi, dagli amanuensi.  Monaci, che copiavano i testi in una stanza lo scriptorium, adiacente alla biblioteca. Lo scriptorium era una delle stanze più importanti delle abbazie, l’unica ad essere sempre riscaldata, perché si aveva la necessità di tenere calde le dita per farle meglio lavorare e di tanta luce, sole o candele, un lavoro estenuante di  trascrizione dei testi eseguito in silenzio, interrompendo il  lavoro solo per le preghiere; Ogni libro era trascritto da un solo amanuense, mentre le decorazioni, a volte, potevano essere realizzate anche da altri monaci. Il tutto con grande fatica, come ci dice uno di loro: “Annebbia la vista, incurva la schiena, schiaccia le costole ed indolenzisce il corpo”. Inoltre tale lavoro era molto costoso.

Gutemberg, doveva avere circa 30 anni,  affascinato dall’idea di riprodurre con mezzi meccanici i manoscritti del suo tempo, cominciò in segreto una serie di esperimenti, utilizzando tecniche di incisione già note e  due strumenti di origini antichissime: il punzone e il torchio a cui applicò idee nuove: una massiccia filettatura, la contro filettatura per pressare la carta; e una  tecnica innovativa consistente nel fondere i singoli caratteri dei segni da riprodurre in modo da rendere possibile comporre una matrice in cui essi siano, appunto, “mobili“, ovvero riposizionabili e riutilizzabili per praticare altre stampe. Tale procedimento prevede che, per ogni lettera o segno, venga fabbricato un punzone di metallo molto duro, recante all’estremità la lettera o il segno incisi a rilievo.

I singoli caratteri tipografici mobili venivano poi accostati a rovescio, nella sequenza necessaria a formare parole e frasi a comporre la pagina. La composizione,  bagnata con un inchiostro abbastanza liquido da poter essere impresso sul foglio di carta con l’aiuto di un tipo di torchio fino a quel momento adoperato per la spremitura dell’uva.

270 caratteri perfetti, eleganti e armonici rappresentano il segreto che ha cambiato il mondo, permettendo ai tipografi  di diffondere su carta stampata il sapere che ha aperto le menti degli uomini. Il primo libro stampato fu la Bibbia,  scritta in caratteri neri, le parole in rosso furono aggiunte a mano insieme alle decorazioni. Nel periodo tra il 1450 e il 1500 furono stampate in Europa più di 6000 opere e il numero di tipografi aumentò rapidamente.

Il fine della stampa è quello di comunicare e non è un caso che nasce nel periodo dell’Umanesimo. L’aver stampato diverse Bibbie in molte lingue, ha permesso  un processo di democratizzazione della parola di Dio e della cultura. Il concetto di testo come sistema coerente di idee (trattato) o di fatti (romanzo) esposte in modo lineare e in sequenza divenne definitivamente la base della conoscenza. Anzi, grazie all’aiuto di una tecnica che fissava definitivamente il testo e ne moltiplicava gli esemplari identici, si rafforzò il concetto di opera autentica ed originale, e quella di autore unico responsabile dei suoi contenuti.

Come un virus benefico la tecnologia oltrepassò la ristretta cerchia degli specialisti, per raggiungere un pubblico sempre più numeroso e posto in fasce sociali nuove come la borghesia. La diffusione del sapere e delle informazioni venne amplificata con la nascita, nel diciottesimo secolo, dei primi giornali periodici di informazione. I giornali ebbero subito una fortuna grandissima tra le nuove classi sociali, che in essi trovarono un importante mezzo di passaggio di idee, ed uno strumento di battaglia politica e culturale. Nacque così il concetto di “opinione pubblica”, insieme delle idee di un pubblico padrone di informazioni sufficienti per formulare giudizi sui fatti politici e culturali. Si era dato il via alla prima forma di comunicazione di massa.


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