La grande scommessa di Adam McKay

Creato il 18 gennaio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il sistema creditizio che ha come centro le pretese banche nazionali e i potenti prestatori di denaro, e gli usurai che pullulano attorno ad essi, rappresenta un accentramento enorme e assicura a questa classe di parassiti una forza favolosa, tale non solo da decimare periodicamente i capitalisti industriali, ma anche da intervenire nel modo più pericoloso nella produzione effettiva – e questa banda non sa nulla della produzione e non ha nulla a che fare con essa (…) banditi ai quali si uniscono i finanzieri e gli speculatori.
(Karl Marx, Il capitale)

Usa. Fino al 2006  anni del boom del mercato immobiliare.

La crisi inizia nella seconda metà del 2006 con l’aumento dei prezzi delle abitazioni e l’insolvenza a causa della bolla dei mutui subprime, delle cartolarizzazioni e della sottovalutazione dei rischi. Chiunque era stato messo nelle condizione di ottenere un mutuo senza prevedere quali potessero essere le conseguenze di un mercato così scioccamente aggressivo.

La crisi inizia ad essere percepita da alcuni investitori, tra i quali l’eccentrico manager di hedge fund, Michael Burry, che “nonostante” l’occhio di vetro ha una vista rapace; Mark Baum, capo di hedge fund e totalmente sfiduciato nel sistema nel quale credeva e ora, anche a causa del traumatico suicidio del fratello, è animato da un forte desiderio di rivalsa nei confronti dei colossi bancari; due giovani investitori aiutati da un ex-manager della finanza ora convertito alla natura e il carismatico broker Jared Vennett.

Decideranno di investire ingenti somme di denaro sul default del mercato dei mutui a tasso variabile: ecco la grande scommessa!

Dopo un lungo periodo di congelamento del fallimento del mercato  immobiliare, e delle asimmetrie informative, arriveranno gli anni del più catastrofico crack finanziario del mondo occidentale contemporaneo. Scompaiono le banche d’affari più note come la Lehman Brothers che dichiara bancarotta nel settembre 2008. Il capitalismo finanziario parassitario ha sostituito il meccanismo monetario col meccanismo creditizio e quest’ultimo con un meccanismo derivato e fittizio. Prima si sapeva cosa rappresentavano i vari titoli e a quale concreta realtà di valore essi rispondessero; di modo che chi acquistava titoli o investiva sapeva cosa acquistava e dove finiva il proprio denaro. Via via sui mercati finanziari si sono affermati e sono proliferati i titoli derivati (hedge funds, Cdo, Credit default swap, ecc.) che hanno tolto qualsiasi visibilità al sistema in quanto non si sa più quali valori effettivi essi rappresentano e a quali assets fondamentali e/o collaterali essi si rifacciano. I derivati, confezionati e riconfezionati con riferimento ad altri titoli, sono diventati la moneta corrente, il meccanismo monetario del sistema finanziario. Decantati come l’intelligenza della scelta sulla meccanicità dei comportamenti ed esaltati come l’innovazione finanziaria sulla staticità, gli strumenti derivati sono diventati la liquidità del sistema. E con la loro moltiplicazione hanno elevato per 10-50-100 per cento i valori dei titoli sottostanti (azioni, valute, bond, mutui, ecc.). Il crollo di questi titoli (Cdo, Credit default swap, bond convertibili, ecc.) ha distrutto il meccanismo monetario fittizio e il sistema di liquidità del mercato finanziario, provocando il disfacimento dello stesso sistema bancario.

Il film evidenzia che nessuna banca era in grado di sapere qual fosse la reale entità dei titoli infetti di cui disponeva. Non sapeva quale valore attribuire agli assets collaterali in quanto era venuto meno il sistema dei prezzi dei valori su cui basarsi. In altri termini ogni istituto di credito e commerciale e ogni istituto finanziario, non potendo decifrare e quantificare la propria esposizione né prevedere il cosiddetto rischio di controparte, restava paralizzato nelle sue relazioni interbancarie. Andando  alla ricerca di liquidità e, trovandola,  la teneva per sé. Così le iniezioni di liquidità praticate dalle banche centrali a favore delle banche di credito e commerciali restavano inefficaci a riattivare lo scambio interbancario. Quindi la finanza creatrice, che ha retto il ciclo a debito 2001-2007, ha tramutato la sua folle ingordigia di profitti e rendite (cosiddette plusvalenze) in un caos distruttivo con una immane ricaduta sociale.

Tutto un sistema di truffa e di frode per quanto riguarda la fondazione, l’emissione  e il traffico dei titoli”… “Le Banche e la Borsa ne sono il motore… al punto che, durante la fase di euforia finanziaria, persino nei paesi dove nasce la rivoluzione industriale “il processo di produzione capitalista appariva solamente come un male necessario per fare soldi”.  Si vedono “le nazioni abbandonarsi completamente al modo  produttivo capitalista [dedite] periodicamente alla vertigine di voler far soldi, senza l’intermediazione del processo di produzione. Si vivono momenti paradossali di un meccanismo ben più profondo, ancorato nel processo di valorizzazione del denaro come capitale e che vede la società catturata dal “feticismo del denaro”.
(Karl Marx, Il capitale)

Su tutto questo e molto altro sensibilizza questo film verboso e adrenalinico soprattutto laddove evidenzia l’indiscutibile  parallelismo tra l’illegalità e la stupidità che fa degenerare in un paralizzante incubo quello che veniva chiamato l'”American Dream”.

Adattamento del libro di Michael Lewis, La grande scommessa riesce a spiegare lo slang finanziario al grande pubblico e sebbene possa sembrare, a tratti, di difficile comprensione, McKay sa essere particolarmente creativo e eccentrico: tra vasche piene di schiuma e tavoli da gioco di Las Vegas confeziona metafore pittoresche decisamente esplicative.

Una commedia dal gusto acre che vede all’opera interpretazioni di personaggi deviati e sofisticatissimi al punto da ipnotizzare lo spettatore in un intrattenimento fecondissimo di informazioni e di travolgente spettacolo.

Nel finale nulla di rassicurante, anzi: quello che era un cattivo costume oggi continua ad essere il sistema regolato dai soli criteri dell’accumulazione infinita e della competizione sfrenata nella ineluttabilità di quella forma astratta, anonima e regolatrice di tutti gli scambi che si chiama mercato.

Ossia quel “nessuno” che è pur sempre “qualcuno” come diceva Omero del quale non c’è data evidenza.

La finanza prenderà il sopravvento sull’economia e sulla politica e dominerà la scena mondiale. La finanza è divenuta “creativa”, si è svincolata completamente dall’economia generata dal lavoro, sposta capitali immensi e determina il futuro e le sorti di intere nazioni. La politica non può che subire tale predominio. 

Ogni uomo s’ingegna di procurare all’altro uomo un nuovo bisogno, per costringerlo a un nuovo sacrificio, per ridurlo a una nuova dipendenza e spingerlo a un nuovo modo di godimento e quindi di rovina economica. Ognuno cerca di creare al di sopra dell’altro una forza essenziale estranea per trovarvi la soddisfazione del proprio bisogno egoistico. Con la massa degli oggetti cresce quindi la sfera degli esseri estranei, ai quali l’uomo è soggiogato e ogni nuovo prodotto è un nuovo potenziamento del reciproco inganno e delle reciproche spogliazioni. L’uomo diventa tanto più povero come uomo, ha tanto più bisogno del denaro, per impadronirsi dell’essere ostile, e la potenza del suo denaro sta giusto in proporzione inversa alla massa di produzione; in altre parole, la sua miseria cresce nella misura in cui aumenta la potenza del denaro.

Perciò il bisogno del denaro è il vero bisogno prodotto dall’economia politica, il solo bisogno che essa produce. La quantità di denaro diventa sempre più il suo unico attributo di potenza: come il denaro ha ridotto ogni essere alla propria astrazione, così esso si riduce nel suo proprio movimento a mera quantità. La sua vera misura è di essere smisurato e smoderato. Così si presenta la cosa anche dal punto di vista soggettivo: in parte l’estensione dei prodotti e dei bisogni si fa schiava – schiava ingegnosa e sempre calcolatrice – di appetiti disumani, raffinati, innaturali e immaginari; la proprietà privata non sa fare del bisogno grossolano un bisogno umano; il suo idealismo è l’immaginazione, l’arbitrio, il capriccio.
(Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844)

L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto.
(Maurice Allais)

LA VERITÀ È COME LA POESIA: A TANTA GENTE STA SUL CAZZO LA POESIA.

Beatrice Bianchini



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