Bench’io sappia che obblio
preme chi troppo all’etá propria increbbe.
Giacomo Leopardi, La Ginestra
Ma che si faccia oblio e il resto
alla malora, ché non mi va d’ulteriormente
increscere a quest’età che s’insuperbisce
dell’inconsistente progredire eterno
eretto su fondamenta di palude.
Oblio, oblio definitivo! E mai deragli
il treno dal tedio del binario morto,
mai l’occhio si riabbia dall’ipnosi
delle luminarie sfavillanti che adornano
le spettrali stazioni della vita.
Produrre, produrre, procreare! Si sazi
dell’osso spolpato della terra l’infinita
teoria dei parassiti; s’ingrassi di quel poco
che rimane per esser dato in pasto
alle fauci spalancate del consumo.
A me l’oblio e il resto sia silenzio!