La Grecia non è un'isola - II parte

Creato il 24 settembre 2014 da Lo Sciame Inquieto
Nei 3/4 giorni in cui ci fermiamo nella zona di Toroni (qui la prima puntata del resoconto di viaggio) i nostri posti del cuore per fare il bagno sono una spiaggia di ciottoli dopo Aretes (di cui non sappiamo il nome, ma dove non c'è nessuno e possiamo costruire il nostro primo tepee), quella di Azapico (che ha alle spalle delle belle casette abitate da greci ricchi: esistono anche quelli!), quella di Toroni (che - anche se abbastanza affollata e piuttosto vicina alla strada - ha un mare davvero molto bello), quella di Klimataria (nella bellissima baia di Sykia) ed anche quella di Kalamitsi con l'isoletta davanti (anche se è parecchio affollata).
Sul fronte gastronomico ci resta un ottimo ricordo della cena alla taverna "Tzitzikas" a Porto Koufo (direi meglio del più affollato "O Psaras") e sulla spiaggia di Pigadaki (nella baia di Sykia) la taverna "To limanaki" (dove infatti torniamo due volte, perché l'atmosfera è familiare e il pesce è buonissimo). Il plurititolato "5 steps on the sand" è buono, ma caro e forse un po' sopravvalutato. Da segnalare anche la pasticceria Yannis di Toroni, dove compriamo una buonissima bougatza, una pasta sfoglia ripiena, dolce o salata.
La nostra tappa successiva ci porta a esplorare la costa orientale di Sithonia. Passiamo attraverso Sarti e arriviamo fino a Vourvourou. Quest'ultima si presenta molto più elegante e curata di quanto abbiamo visto fin qui, ma di un posto libero dove dormire non c'è neppure l'ombra. Così torniamo a Sarti e dopo ore e ore di giri e telefonate, quando stiamo per rassegnarci a dormire in macchina, troviamo posto al Vergina Pension, un alberghetto gestito da due fratelli greci che dopo aver lavorato in Germania sono tornati in Grecia e hanno investito i loro soldi in questo posto, che si rivela molto piacevole.
Durante i giorni di permanenza a Sarti, continuiamo le bostre esplorazioni di spiagge. Stiamo splendidamente nella spiaggia di Valti (sempre nella zona di Sykia) dove c'è una meravigliosa atmosfera rilassante e un mare molto bello. Ovviamente ci innamoriamo della baia di Kavourotripes dove c'è la famosa Orange Beach e dove gli scogli sono stati scolpiti a rappresentare miti greci e figure umane e animali. Tra la bellissima pineta e un incredibile colore del mare sembra di stare in paradiso. Certo il campeggio selvaggio e la quantità di gente non permettono di godere appieno della meraviglia di questo posto, dove infatti torneremo un tardo pomeriggio per vederlo un po' più deserto. Belle anche la spiaggia di Koutloumousiou, preceduta dal camping La Cara, e le calette prima di Karidi beach (andando verso Vorvourou). Noi ci fermiamo in una che probabilmente è Fava Beach, dove un rapido cambiamento del tempo mi permette di fare delle foto bellissime!
Le serate a Sarti sono abbastanza deliranti. Al centro del paese sembra di stare a Stazione Termini durante l'ora di punta, in una costante atmosfera da sagra paesana. Diciamo che va bene, se presa a piccole dosi. Comunque la taverna "Kivotos" (Arche Noah) è buona, così come è eccellente il giros pita che mangiamo da Avlogyros una sera in cui volevamo stare leggere dopo l'aperitivo casalingo e abbiamo mangiato nell'ordine mezzo litro di vino con le olive del contadino, una crepe alla nutella e un giros pita appunto ;-)
Questa costa resta memorabile anche per la vista sul maestoso Monte Athos che domina la scena quasi su tutte le spiagge.
Mentre andiamo via (abbiamo deciso di fare un giro alla terza gamba, Monte Athos appunto, dove però si può arrivare solo fino alla città di Ouranopoli perché oltre ci possono entrare solo gli uomini e comunque facendo una trafila burocratica pazzesca) scopriamo la meravigliosa spiaggetta dal fondale basso prima di Ormos Panagias dove non possiamo non fermarci per un bagno.
Sulla strada per Ierissos compriamo del formaggio di capra in un caseificio vincitore di un premio per il più grande formaggio di capra mai realizzato e poi facciamo un tuffo (letteralmente, perché qui c'è un piccolo molo che lo consente) alla spiaggia del paese (carina!). Segue visita a un capannone, dove un signore costruisce barche, e poi gita fino al cartello di interdizione all'accesso nella zona dei monasteri del Monte Athos. Paesaggi bellissimi. Silenzio irreale.
Gli ultimi due giorni torniamo a Potamos, vicino Epanomi, e un giorno in cui il mare davanti a noi è sporco e non ci attira facciamo una lunga passeggiata fino al faro, nel punto in cui la spiaggia di Potamos si incontra a triangolo con quella di Palouria (la cosiddetta spiaggia di Thessaloniki). In questa lingua di terra dove due mari si incontrano creando strane correnti e strani effetti ci capitano diverse cose bellissime: incontriamo l'architetto Dimitri che tutti i giorni viene qui da Thessaloniki con il suo ombrellone (e ci racconta in un italiano perfetto, imparato a Torino ai tempi dell'università, della sua vita avventurosa), ammiriamo il monte Olimpo davanti a noi (lo vedremo anche al tramonto dal ristorante "Agnanti" dove Dimitri ci consiglia di andare) e vediamo due delfini che giocano e saltano in mare. L'acqua è bellissima. Il primo giorno la festa viene rovinata da centinaia di meduse bianche che ci fanno scappare dall'acqua, salvo poi renderci conto che sono meduse inoffensive e persino i bambini stanno facendo il bagno. Il secondo giorno l'acqua è a dir poco da urlo.
Non poteva esserci modo migliore per chiudere la nostra splendida vacanza!

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