La Grecia può vietare l'esercizio di Alba Dorata

 Ho seguito con profonda preoccupazione l'escalation di violenza in Grecia sfociata in ultima istanza nell'omicidio efferato di Pavlos Fyssas rivendicato da Alba Dorata. Questo incidente dimostra ancora una volta la necessità di intervenire con risolutezza contro le violente organizzazioni di alcuni partiti politici, tra cui Alba Dorata. Nella mia relazione dello scorso aprile ho fatto una serie di raccomandazioni al governo greco, che valgono ancora oggi. In primo luogo, le autorità greche hanno il dovere di perseguire e punire i responsabili dei crimini d'odio. Serve inviare il chiaro segnale che lo Stato ha tolleranza zero nei confronti della violenza e dei comportamento antidemocratico. Se necessario, la Grecia avrebbe tra l'altro tutto il diritto di vietare un partito che mostra chiaramente il disprezzo verso la democrazia e che finisce per costituire una minaccia per la coesione sociale del paese e la stabilità.
Ma il divieto di per sé non avrebbe fatto sparire i crimini di odio: una profonda revisione delle politiche per contrastare l'odio, soprattutto razzista, la criminalità, è necessaria, a partire dalla sistematica, continua formazione di giudici, pubblici ministeri e la polizia, per metterli in grado di affrontare con capacità le gravi disfunzioni di questo Paese che ha, da tempo, ricevuto critiche internazionali.
Alcuni passi incoraggianti sono stati intrapresi, come la creazione di unità antirazziste nella polizia. Inoltre, è evidente una maggiore consapevolezza farsi largo tra i leader politici della reale minaccia rappresentata da Alba Dorata. La lettera inviata dal ministro Dendias al procuratore della Corte di Cassazione è un passo in più in direzione della giusta. Mi auguro che questa mossa porterà a procedimenti penali e all'imposizione di sanzioni efficaci, al fine di porre termine all'impunità per le gravi violazioni dei diritti umani.
Nils Muižnieks