Rispondere a questa domanda non è facile e cambia improvvisamente il punto di vista dal quale guardare il perdurante conflitto tra Russia e Ucraina. Da questa prospettiva comprendiamo il ruolo dell’Ucraina in Europa e il perché non possiamo far cadere nel dimenticatoio ciò che sta accadendo ora laggiù, come se fosse uno degli ormai innumerevoli conflitti regionali che scuotono il mondo.
Che lingua parlano gli Ucraini? Quasi settant’anni di storia sovietica sono riusciti a convincere il resto del mondo che in tutte le repubbliche che costituivano l’URSS si parlasse solo russo. E’ giusto? Sì e no. Un’altra domanda che non ammette una risposta sbrigativa.
La varietà linguistica dell’Europa dell’est è, per noi Europei occidentali, un mistero. Se tentiamo di sciogliere l’enigma, ci accorgiamo che la questione della lingua, in quelle aree, non è solo materia per linguisti. Dopo la caduta dell’Unione sovietica e la dissoluzione dei legami che univano tra loro i Paesi dell’est, diventa una chiave per leggere la storia contemporanea di un’intera regione del mondo.
Le percentuali delle statistiche non bastano: tanti parlano ucraino, tanti russo, romeno, tataro di Crimea… Dove, perché e chi parla una lingua, chi un’altra e per quale motivo? Cosa succede se ci si rivolge in russo a un cittadino di madrelingua ucraina, o in romeno a un ucraino di lingua russa? Le risposte possono aiutarci a capire una guerra e un Paese diviso, meglio di tanti numeri e di più tortuosi percorsi di ricerca.
Pubblico qui per estratto le mie impressioni di un viaggio linguistico in Ucraina. Non un viaggio virtuale, ma un viaggio reale in più tappe, nel quale la lingua è il punto di partenza per dissotterrare le radici di un conflitto, per scoprire un Paese che troppo spesso confondiamo, come fonte di immigrati e di paure, tra i tanti reduci di quell’esperimento fallito chiamato Unione sovietica. La scelta della prima tappa non è casuale: Leopoli, la più ucraina di tutte le città ucraine. | >Originale in lingua tedesca
©2014 >Luca Lovisolo