La guerra è dichiarata: un gioiello che brilla speranza

Creato il 01 giugno 2012 da Pianosequenza
La guerra è dichiarata(La Guerre Est Déclarée)Valérie Donzelli, 2011 (Francia), 100'uscita italiana: 1 giugno 2012 voto su C.C. Juliette (Valérie Donzelli) e Romeo (Jérémie Elkaïm) si amano. Sai che novità, penserete voi. A conoscerli meglio si scopre però che nient'altro che li riguarda è banale, a parte la scelta dei nomi, così piena d'intelligente humor. Il loro figlio sin dalle prime settimane di vita sembra non essere uguale a tutti gli altri: piange in continuazione, vomita improvvisamente, inizia poi a sviluppare una strana asimmetria nei lineamenti; tutti disturbi prima liquidati dai vari interlocutori come “fisiologici” ma poi divenuti abbastanza preoccupanti da richiedere il parere di un'affermata specialista. La terribile notizia (il piccolo Adam ha un tumore al cervello) è accolta dai ragazzi e dalle loro famiglie con forza ed ottimismo insospettabili; si tratta dell'inizio di una guerra contro un destino che appare ineluttabile. Leggendo la breve sinossi, verrebbe subito da pensare che la visione di La Guerre Est Déclarée possa trasformarsi in un'esperienza persino straziante. I coraggiosi spettatori saranno invece premiati con un film-gioiello sull'amore (in tutte le sue forme), vero e proprio inno alla vita e alla gioia di vivere, ben lontano dal melenso e strappalacrime racconto di morte che potevano temere. D'altronde nessuno meglio della regista ed interprete Valérie Donzelli avrebbe potuto narrare l'epopea della famiglia Benaïm con tale raffinata vitalità, trattandosi di un'esperienza che lei stessa ha vissuto in prima persona, insieme al padre del suo figlio, Jérémie Elkaïm (anche lui interprete e sceneggiatore). I meriti della Donzelli vanno ben oltre la grande sensibilità dimostrata e non devono in alcun modo essere oscurati da scadente pietismo; il suo è un film a tutti gli effetti, tutt'altro che un documentario: nessuna scelta registica è banale o gratuita ed ogni sequenza riesce in qualche modo a sorprendere – come il ricercato intermezzo “musical” nel quale i protagonisti raccontano i motivi per cui si amano. La resa delle immagini, girate per la maggior parte con una macchina fotografica digitale, è notevole, e rende merito ai meravigliosi scorci di Parigi e Marsiglia (direttore della fotografia Sébastien Buchmann) che tra un ospedale e l'altro accompagnano i nostri eroi in questa spaventosa avventura. Diviene presto evidente che, qualsiasi sia l'epilogo, il messaggio di coraggio e speranza che traspare in ogni scena ha ormai già colonizzato l'anima dello spettatore, tanto da far perdonare l'atmosfera bobo-chic molto “francese” che si respira di tanto in tanto. Invece che straziati, dalla sala si esce persino felici. Gioiello.

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