La guerra infinita del Darfur cui finora pare impossibile mettere la parola fine

Creato il 07 marzo 2016 da Marianna06

Soluzione per porre fine al conflitto in Darfur che dura dal 2003 sarebbe, secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che le parti coinvolte s'impegnassero costruttivamente in un'opera di mediazione nel tentativo finale di poter raggiungere la pace.

Una pace che, da troppo tempo, per le popolazioni locali , che molto hanno sofferto e  continuano a soffrire pure mentre noi scriviamo, è solo un miraggio.

Il Darfur, situato ad occidente del Sudan, anche in questi ultimi giorni, è sotto ripetuti e continui bombardamenti  da parte dell'aviazione di Khartum.

Oggetto degli attacchi mirati sono le postazioni dell'esercito ribelle nel territorio di Jebel Marra ma, parimenti ,lo sono le abitazioni di civili inermi.

Non mancano poi i soliti "Janjaweed", miliziani pro-governativi, che sui loro cavalli sopraggiungono rapidi e fanno razzie di tutto ciò (persone e cose) in cui s'imbattono.

E lo fanno con l'appoggio del presidente sudanese Al Bashir,l'uomo politico da tempo accusato di crimini di guerra e contro l'umanità dal CPI, il quale tuttavia continua a girare indisturbato nel continente, sottraendosi disinvoltamente alla giustizia internazionale, in quanto gode dei sostegni giusti presso gli altri capi di Stato africani.

E si aggiungono ai Janjaweed  anche milizie con differenti denominazioni per cui la situazione diviene ogni giorno più complicata e oltremodo incresciosa.

Le vittime  ammontano a più di tre milioni di persone e costituiscono il 38% della popolazione del Darfur e sono uomini, donne, anziani e bambini che mancano di tutto.

E tutto significa che necessitano di urgente assistenza per quelli che sono i cosiddetti bisogni primari.

Il dramma, però, è che Al Bashir non consente agli organismi umanitari di poter pervenire  in Darfur e di portare la dovuta assistenza alle popolazioni. Tutti gli accessi sono praticamente bloccati.

La missione Onu (Unamid) fa quello che può in termini di accoglienza di chi scappa dalla guerra ma certamente, dati i bisogni e il numero dei bisognosi, non basta.Ultimamente la Caritas internazionale ha previsto un programma di aiuto per circa 500 mila  sfollati, programma condiviso in solido anche dalla Caritas Italia con uno stanziamento di 40 mila euro per il 2016.

                                   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)