La Juve non supera l’esame Bayern: 2 a 0 per i tedeschi

Creato il 03 aprile 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nell’andata dei quarti di finale, la Juve esce sconfitta dall’Allianz Arena per 2 a 0 con il Bayern Monaco.

La squadra di Conte non ha avuto neanche il tempo di celebrare la vittoria di sabato sui rivali e di godersi le vacanze di Pasqua, che è dovuta subito partire alla volta di Monaco di Baviera per sfidare gli uomini di Heynckes. La Vecchia Signora è arrivata a questo delicato e prestigioso match, con la pesante vittoria nel derby d’Italia. I neo-campioni di Germania – anche se i festeggiamenti sono solo rimandati, visto che la loro diretta inseguitrice, il Borussia Dortmund, è riuscita a mantenere il passo, vincendo sul campo dello Stoccarda, e inalterata l’abissale distanza, di 20 punti, con la capolista – hanno risposto ai bianconeri subito dopo, schiacciando 9 a 2 l’Amburgo. È un risultato impressionante e che, al tempo stesso, fa capire la forza e la potenza offensiva dei tedeschi. Si trattava, quindi, di un altro esame ma, questa volta, di carattere europeo.

Dato spazio ad alcune seconde linee con l’HSV, per quest’incontro, viene messo in campo l’11 titolare: in porta, Neuer, primo portiere dei bavaresi e della nazionale maggiore; difesa a quattro con Alaba sulla sinistra, Lahm, il capitano, a destra e, al centro, Dante e Van Buyten; davanti alla difesa, due mediani: Luiz Gustavo e Schweinsteiger; infine, davanti all’unica punta, Mandzukic, seguito quest’estate dai bianconeri, il trio composto da Ribery, Kroos, Muller. La scelta del modulo degli ospiti, il classico 3-5-2 o il 3-6-1, accompagna la loro preparazione alla grande sfida. Il primo schieramento prevede tutti i titolari, con l’unico ballottaggio sulla sinistra tra Asamoah e Peluso; in attacco sarebbero confermati i mattatori dell’Inter, Quagliarella e Matri; il secondo, invece, più coperto, offre maggior protezione alla difesa, superiorità numerica a centrocampo, dove giocherebbe, oltre ai soliti 5, Pogba, su cui l’allenatore leccese punta molto, per la tecnica, la qualità, la grinta, il supporto e la giovane età. E in attacco? Giovinco, colpito duramente da Cambiasso, parte dalla panchina, così come Vucinic, reduce dall’influenza. Se la giocano Matri e Quagliarella, con Anelka che scalpita alle loro spalle e che potrebbe entrare a partita in corso. Alla fine, Conte conferma il solito modulo e, per la fascia sinistra, la spunta Peluso.

La sfida tra Bayern e Juve si sposta anche fuori dal campo e, più precisamente, sul mercato. Le due squadre si contendono alcuni giocatori: per esempio, l’attaccante del Liverpool, Suarez; oppure la stessa punta dei bavaresi, Gomez, che interessa ai dirigenti juventini; infine, in casa Juve, piacciono molto ad Heynckes, allenatore dei Rossi, la coppia Marchisio-Vidal, per i quali, già l’estate scorsa, i tedeschi erano disposti a investire 60 milioni, trovando il “no” dei dirigenti della Vecchia Signora. Il rifiuto li ha portati, in seguito, a cambiare obiettivo per la linea mediana puntando sul centrocampista ex Athletic Bilbao, Javi Martinez, acquistato per la “modica” cifra di 40 milioni.

Passiamo all’analisi del match:

I primi 45′ di gioco vedono una Juve in gran difficoltà, che va sotto dopo neanche 1′: Pirlo sbaglia ad impostare, regalando palla a Schweinsteiger che appoggia per il compagno Alaba: l’austriaco stoppa il pallone e lascia partire un tiro non particolarmente potente dalla distanza. Vidal devia leggermente la traiettoria della sfera che beffa Buffon, reo, tuttavia, di essersi buttato in ritardo. Doccia fredda per gli uomini di Conte, costretti a inseguire dopo pochi secondi dall’avvio. I bianconeri provano subito a reagire, spingendosi in avanti: ci provano Pirlo, su punizione, ma Neuer era ben posizionato e, poco dopo, al 13′, Vidal che non trova la porta. Nei minuti seguenti, sono i padroni di casa a dominare e imporre il ritmo della partita. Tra i bavaresi, i più pericolosi sono Ribéry, Robben, che entra al 16′ per l’infortunio di Kroos, e Mandžukić, che mettono in grande apprensione la difesa juventina e costringono a “sbavature” giocatori spesso impeccabili come Barzagli e Pirlo. Un po’ tutta la retroguadia di Conte traballa e sente molto la pressione dei 70 mila dell’Allianz Arena ma il risultato rimane invariato, nonostante la mole di occasioni create dagli uomini di Heynckes.

Nella ripresa, il copione è lo stesso del primo tempo: il Bayern fa la partita, gestendo il possesso e il ritmo, abbassandolo o aumentandolo a proprio piacimento. Prima Mandžukić, lanciato da Luiz Gustavo, calcia in porta, trovando Buffon preparato; poi, su punizione, Alaba impegna l’estremo difensore della Vecchia Signora che ci arriva e manda in angolo. La Juve non c’è, i suoi giocatori-chiave non sono in partita e si fatica a macinare gioco. Così, al 63′, arriva il raddoppio: nuovo tiro da fuori area, questa volta di Luiz Gustavo; Buffon para ma non trattiene il pallone di cui si impossessa l’attaccante croato, in leggero fuorigioco, che serve in mezzo Müller per il 2 a 0 tedesco. La risposta dei bianconeri arriva subito con Vidal, il più pericoloso e il migliore dei suoi: la prima al 69′, la seconda al 70′ ma entrambe le volte Neuer respinge. Nel frattempo, Conte opera i cambi: fuori Quagliarella e Matri, dentro Vucinic e Giovinco e, in un secondo tempo, Pogba per Peluso, passando al 4-4-2. All’Allianz Arena non succede più nulla con la squadra di casa che fa il cattivo e il brutto tempo, davanti a una Juve impotente. I bianconeri incappano nella loro prima sconfitta europea ma la qualificazione non è ancora chiusa.

Ci si giocherà tutto mercoledì 10 aprile allo Juventus Stadium ma è evidente che, per ribaltare questo risultato, servirà una prestazione ben diversa e lontana da quella dell’andata. Allo stesso tempo, occorrerà trovare dei sostituti all’altezza di Vidal e Lichtsteiner, che, ammoniti, salteranno la gara di ritorno. Gran protagonista della serata è stato Frank Ribéry, protagonista in positivo ma anche in negativo, per la tacchettata rifilata al polpaccio del cileno e che avrebbe meritato il rosso diretto, mentre l’arbitro Clattenburg non ha estratto nessun cartellino all’indirizzo del francese. È stata una Juve ben lontana da quella della serie A, anche se l’avversario è uno dei più forti d’Europa, nonché uno dei candidati al vittoria finale. Invece, come ha detto Conte nella conferenza pre-partita, la sua squadra vien considerata un’outsider ed essere arrivati a questo punto è già un gran risultato. Ora, in attesa del ritorno, si passa dalla sfida con Pescara, atteso questo sabato, 6 aprile, allo Juventus Stadium.

Al Parc des Princes, il PSG di Ibrahimovic ferma sul pareggio, 2 a 2, il Barcellona di Messi. (79′ Ibrahimovic, 90′ Matuidi – 38′ Messi, 89′ Xavi (rigore))

Articolo di Alessandro Liturri.

Foto Tobias Alt, licenza CC BY-SA