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La «laicità dei non laici» di agueci favorisce il dialogo

Creato il 15 aprile 2011 da Agueci

Vasti consensi da Nord a Sud

Un confronto senza scontri quello che si è svolto a Trapani, in parte a distanza, tra F. Russo e P. F. Quaglieni, nel prestigioso Istituto Tecnico “Leonardo da Vinci”: aperto dal dirigente scolastico prof. Erasmo Miceli e accompagnato dalla musica e dalle parole del cantautore Peppino Castro.

Il canto popolare sa unire spesso nobili sentimenti e mostrare una comune identità legata alla storia, alla cultura, alla religione di un popolo, che non ama la divisione tra laici e non laici.

È questo il tema caro a Salvatore Agueci, autore del saggio “La laicità dei non laici”(1), presentato nella scuola che lo ha visto per decenni docente assai stimato e che ha ringraziato i relatori, i critici, le riviste, il pubblico di docenti, intellettuali, operatori sociali tra i quali la Prof. Carmela Piazza del CIF, il dr. Fernando Sacco, già segretario provinciale delle ACLI e dirigente sanitario, il presidente Gennaro Conte, tra i soci fondatori del Cesifop, dell’Unci, e per molti anni presidente delle ACLI di Trapani, l’ing. Vincenzo Brugnone.

Il prof. Miceli, nell’introduzione al dibattito sul libro dedicato alla laicità nella modernità, ha sottolineato che, già nei primi mesi dalla pubblicazione, ha riscosso autorevoli consensi ed animato incontri ed azioni nel vasto mondo associativo del laicato e nelle numerose riviste, che l’hanno recensito, da Il Regno, a CNTN, a Settimana, a Il Vomere, a Nuova Nostra, al quotidiano on line VIVIENNA, ai motori di ricerca Google e Facebook.

Il saggio di Agueci ha ricevuto, infatti, una favorevole accoglienza, e non solo tra cattolici, quasi a sancire il superamento, proprio nel 150° dell’Unità d’Italia dello scontro vissuto nel Paese tra arrabbiati laicistie laici credenti o cattolici.

La più recente è quella del prof. Pier Franco Quaglieni, presidente del Centro “M. Pannunzio” di Torino e direttore scientifico della Scuola di Alta formazione storica (2), che ha voluto trasmettereun suo messaggio all’incontro di Trapani, letto dal Preside Miceli e vivamente applaudito dal pubblico presente.

Commentandolo, nel suo intervento, F. Russo ha sottolineato che, almeno sul piano civile e religioso, se non ai livelli dei partiti e dei giornali a larga tiratura, nel tempo in cui assistiamo alla liquidazione ed agli epiloghi del liberalismo barricadiero in materia religiosa, una certa e proficua pace religiosa si è positivamente raggiunta, (non poco il merito di Croce e Bobbio, di Ambrosini eLa Pira).

L’intransigenza residuadi sparuti gruppi radicaleggianti continua ad alimentare solo forzate polemiche, di cui si avvantaggiano le forze politiche che, conquistata la maggioranza, sono spesso diventate, inconsapevolmente, gli utilizzatori delle provocazioni ideologiche di alcune minoranze abbarbicate a pseudo valori, da rispettare nelle loro individualità civili, ma da non imporre come visioni universali e spesso non naturali .

C’è un rimpianto, in questo senso, della breve esperienza culturale di Gobetti, della non completa conoscenza e diffusione delle opere di Bobbio, della fine tormentata di Moro e di Bachelet e della ridotta attuale presenza dei cattolici nel governo delle istituzioni civili.

Ed il rammarico che forse per lunghi anni sono rimasti lontani dalla politica, nei nobili recinti di vocazioni generose e solidaristiche, a volte operando anche fuori delle Parrocchie, i laici di associazioni come i Focolari, Rinnovamento dello Spirito, l’Opus Dei, i Missionari del Vangelo, Nuovi Orizzonti, i laici domenicani e francescani, le Confraternite laicali e la tradizionale Azione Cattolica.

Gli anni della indifferenza, della estraneità alla vita politica stanno, comunque, per Russo, per concludersi.(3)

Si scopreche la battaglia pseudo moralistica, che ha sconvolto il panorama partitico del paese,

è stata mossa dalle centrali economiche e da agenzie sovranazionali, contro i tentativi democratici (Moro in primis), di trovare le convergenze possibili, per sdoganare le forze politiche presenti nel paese, al fine di mobilitarle per consolidare le istituzioni democratiche e favorire il progresso e lo sviluppo, non alieno dal rispetto dei diritti dei lavoratori e di quelli fondativi presenti nella Costituzione italiana ed ora esportabili nelle politiche europee.

Il merito della provocazione del saggio di Agueci, haproseguito Russo, che ha anche firmato la prefazione del volume ed ha voluto condividerlo nella scuola, ove ha insegnato l’autore, consiste primariamente nell’avere portato a un ulteriore avvicinamento sul tema della laicità quanti per molti decenni sono stati a fronteggiarsi su posizioni opposte, sospettosi spesso per interessi partitici e comunque non legati all’identità valoriale del popolo.

All’evoluzione attuale dei rapporti(laici-non laici) hanno contribuito, certamente, la riscoperta della Costituzione, (come l’infinita procedura per studiarne la riforma), del Concordato, del Concilio Vaticano II, delle Encicliche Sociali, che tornano ad alimentare la formazione dei laici (5); la memoria della partecipazione, largamente positiva (anche per l’affermazione di alcuni diritti sanciti nella Costituzione e lo sviluppo dello stato sociale), dei cattolici al Governo del paese nel dopoguerra. Significativi, al riguardo, anche e soprattutto lo stile, il comportamento, la testimonianza democratica (politico-parlamentare) nelle Istituzioni e nella società di un laicato, cresciuto ed educato alla separazione tra ciò che interessa la Chiesa e la sua missione religiosae ciò che interessa lo Stato.

È nota la posizione di Sturzo, il fondatore del partito popolare dei cattolici, sulla aconfessionalità della DC (4) e di coloro che ne difendono tradizione e storia anche negli attuali sottosistemi partitici.

La prima forte prova della laicità dei cattolici si era infatti avuta nella Costituzione Repubblicana e,

di fatto, sugli effetti diquella fase costituente, sono oggi più le convergenze chele ostilità, nel dibattito politico-culturale (e non in quello governativo); più le rispettose posizioni ideologiche che le divaricazioni cruente e bellicose.

Rischiano, pertanto, il ridicolo i tentativi folcloristici di accentuare i dissensi su alcuni valori (quelli che si enunciano irrinunciabili) del mondo cattolico, sulla vita, sul rispetto della persona umana, sul lavoro, sulla famiglia, sulla pari dignità e opportunità uomo-donna.

A tale maturità del laicato contribuiscono con impegno culturale, organizzativo, propositivo, unitario gli scritti, le testimonianze, le operosità sociali, come quelli di Agueci (5), di G. Savagnone (6), di Introvigne (7), di Cataldo Naro (4), di Dalla Torre. Con i loro scritti e con il loro impegno educativo, associativo, religioso, hanno voluto svegliare il laicato credente, popolo di Dio, ponendolo davanti alle sue responsabilità riconosciute, dalla ministerialità deibattezzati e dai documenti conciliari, stimolando il dialogo con quanti si professano “non laici” e suscitando, nel contempo, riflessioni, studi e opere di solidarietà e di servizio verso il prossimo.

Laico è quindi un membro della Chiesa, come l’autore del saggio, non è un chierico, è in definitiva, chi non ha ricevuto il sacramento dell’ordine. Il termine aggettivale “laico” ha subito, in verità, ha proseguito F. Russo, nella sua genesi, il logoramento della storia della comunità umana, ma Agueci ne recupera l’origine e l’inevitabile evoluzione nell’irrompere del cristianesimoe di quello sociale, in particolare, quando ha dovuto confrontarsi con le istituzioni, operando con un crescente rispetto e con la massima donazione.

Sispiega così l’impegno culturale, educativo, pedagogico, letterario, comunicativo dell’autore di ”La laicità dei non laici”.

Scorrendo i suoi scritti vi scopriamo così il poeta (8) in “Schegge di speranza”, il saggista, il giornalista, il letterato (10), il comunicatore, che si impossessa dei nuovi strumenti massmediali, anche da web master (5).

Il laico Agueci, già docente di religione, non si limita all’insegnamento ma opera, nella provincia più presente dell’immigrazione tunisina, a dare solidarietà e strumenti d’integrazione agli immigrati, (fonda le associazioni “Senza Sponde” e “Un legale per tutti”, per chi tra i più bisognosi vuole difendere i suoi diritti, e poi, nel 2009 lo troviamo tra i fondatori di “Italia-Tunisia”, diventando anche direttore regionale per l’immigrazione del SERES (Segretariato Regionale per l’emigrazione siciliana. Ha scritto così “Uomini in camino. Verso una società interculturale“ (11).

In questa sua azione di testimonianza laicale, nel tempo della postmodernità, quando ci giungono rumori di guerra, di violenza e desideri di pace, Agueci non è solo. Gli sono vicini G. Savagnone, di cui ricordiamo le più recenti opere (3) e tra i laici trapanesi illustri, Luciano Messina, Giuseppe Lombardo, Enzo Occhipinti, Michele Alcamo, Ninni Fiore, F. Conticelli, presenti nelle annate di CNTN di Palermo e Michelangelo Ilardi, Mariano Asaro, Piersanti Mattarella, rinviando agli incontri programmati a Castelvetrano, nella diocesi di Mazara del Vallo, dal presidente MCL Enzo Di Stefano, dall’assessore Nino Centonze e da mons. Giuseppe Pisciotta, le citazioni sui pensatori laici trapanasi dell’ottocento e del novecento presenti nel Dizionario Enciclopedico della Facoltà teologica della Sicilia, curato dal Prof. Franco Armetta. Per concludere, Russo ha voluto ricordare il vivente scienziato Zichichi, che ha scelto Erice come sede d’importanti assisi per la ricerca e la pace e dà l’esempio di un laico che, dedicato alla scienza, non trova incompatibile la fede e la trascendenza religiosa.

La storia di questi laici, nel 150° dell’Unità d’Italia, fa onore alla Sicilia.

Sono un riferimento per i laici credenti, che hanno amato l’Isola, nelle sue risorse umane, nel suo patrimonio culturale e religioso, nella sua salda fede, ma anche nel patrimonio etico per tutta la Regione.

Sulla loro scia, numerose le iniziative, da parte delle Consulte Diocesane delle aggregazioni laicali, CDAL (12), della Consulta regionale (CRAL) (13), delle Associazioni, come Comunità in Cammino di Palermo, Segno, l’Ottagono Letterario (14), il Centro Arrupe.

Ed è questo il laicato siciliano che, alla scuola delle Encicliche sociali, trova indicazioni per una comune e responsabile volontà di operare per il bene comune.

Ferdinando Russo

[email protected]

1) S. Agueci, la Laicità dei “non laici”, con prefazione di F. Russo, Editrice Effatà, Cantalupa (TO) 2010

2) P. F. Quaglieni, in 

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3) F. Russo, I laici son tornati alla scuola delle Encicliche sociali della Chiesa per contribuire al bene comune, in www.vivienna.it del 10 aprile e inwww.google.it

4) C. Naro, spiritualità dell’azione e cattolicesimo sociale, Società Grafica Artigiana snc, Palermo 1989

5) S. Agueci, il sito http:// agueci.blogkataweb.it

6) G. Savagnone, Dibattito sulla laicità, Elledici 2006, Il coraggio di educare. Costruire il dialogo educativo con le nuove generazioni, Elledici 2009, insieme a A. Briguglia, “Maestri di umanità alla scuola di Cristo. Per una pastorale che educhi gli educatori”

7) M. Introvigne, I valori straordinari della nostra civiltà, in maik07.wordpress.com

8)
G. Dalla Torre, Dio e Cesare, paradigmi cristiani della modernità, (idee), Città Nuova, 2008

9) S. Agueci, Schegge di speranza, poesie, con presentazione dell’autore stesso, Edizione ASLA, Palermo 2007

10) S. Agueci, La Sapienza delle favole africane, con prefazione di I. Bartholini, Edizione ASLA, Palermo 2010,

11) S. Agueci, Uomini in cammino. Verso una società interculturale, Edizioni Guida, Palermo 1995

12) F. Russo, La chiesa di Monreale,inwww.cdal-monreale.it , in www.vivienna.it

13) Sito CRAL, www.chiesedisicilia.org ed in bacheca www.cdal-monreale.it

14) F. Russo, Gli intellettuali dell’Ottagono Letterario nel 150°dell’Unità d’Italia per una nuova politica nel Sud in www.vivienna.it


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