La "Laudato si" ed il valore dell'artigianato per lo sviluppo di un "nuovo umanesimo".

Creato il 09 novembre 2015 da Rodolfopapa

Negli articoli delle ultime settimane, abbiamo riflettuto su alcuni elementi portanti delineati nella Enciclica Laudato Si': ecologia, tecnica, lavoro, città, bellezza. Ebbene, proprio a partire da questi elementi, mi sembra si possa ripensare un invito a prendere coscienza del profondo valore del lavoro manuale artigianale.

Sebbene l'artigianato in quanto tale non sia un tema dell'Enciclica, tuttavia questo tipo di lavoro sembra essere un elemento indispensabile per uno sviluppo produttivo creativo e sostenibile, rispettoso della dignità dell'essere umano. Leggiamo infatti nella Laudato Si': "un percorso di sviluppo produttivo più creativo e meglio orientato potrebbe correggere la disparità tra l'eccessivo investimento tecnologico per il consumo e quello scarso per risolvere i problemi urgenti dell'umanità; potrebbe generare forme intelligenti e redditizie di riutilizzo, di recupero funzionale e di riciclo; potrebbe migliorare l'efficienza energetica delle città; e così via. La diversificazione produttiva offre larghissime possibilità all'intelligenza umana per creare e innovare, mentre protegge l'ambiente e crea più opportunità di lavoro. Questa sarebbe una creatività capace di far fiorire nuovamente la nobiltà dell'essere umano, perché è più dignitoso usare l'intelligenza, con audacia e responsabilità, per trovare forme di sviluppo sostenibile ed equo, nel quadro di una concezione più ampia della qualità della vita. Viceversa, è meno dignitoso e creativo e più superficiale insistere nel creare forme di saccheggio della natura solo per offrire nuove possibilità di consumo e di rendita immediata" (n. 192).

Il lavoro artigianale è radicato nelle culture e nel rispetto delle risorse ambientali, è un lavoro che rispetta la qualità della vita, in quanto consente di abitare dove si lavora, o poco lontano; è un mestiere intrinsecamente portatore di virtù, mira alla produzione, mediante le mani e l'ingegno, di oggetti duraturi, utili, belli: dunque è il lavoro produttivo ecologico per eccellenza ed è anche il lavoro che non disumanizza, ma consente la realizzazione della propria dignità.

La questione dell'artigianato è strettamente connessa alla questione dell'arte, anche se le loro strade sono state spesso forzosamente separate.

Secondo la ricostruzione di Shiner, il punto fondamentale per la costituzione del concetto di arte accadrebbe nella modernità e consisterebbe proprio nella distinzione tra arte e artigianato: l'artista si distingue nettamente da colui che ha competenze ed abilità manuali, come se ne fosse un superamento. Mentre "prima", l'artista era anche artigiano, e nel campo delle arti entravano tutte le attività artigianali, "dopo", l'arte costituisce un insieme separato, avendo perso l'attributo dell'artigianalità. Shiner prova a ricostruire il momento della prima separazione tra arte e artigianato, rintracciandolo di fatto nell'era dei philosophes, ovvero nel XVIII secolo. Dunque, secondo Shiner, nel Rinascimento arte e artigianato convivono ancora: "Sostengo [...] che il Rinascimento non abbia instaurato gli ideali moderni di arte, di artista e di estetica; intendo infatti dimostrare che, malgrado siano stati compiuti allora passi importanti in quella direzione, l'antico sistema che univa l'arte e l'artigianato era ancora operativo tanto nell'Italia di Michelangelo quanto nell'Inghilterra di Shakespeare" .

Shiner sottolinea come per un artista pre-romantico o romantico, a differenza dell'artista rinascimentale, tutto risieda esclusivamente in un ambito ideale: "dopo la rottura settecentesca, tutti gli aspetti nobili della precedente figura dell'artigiano-artista, come grazia, invenzione e immaginazione furono associati soltanto all'artista, mentre l'artigiano, o artiere, si disse che possedeva solo l'abilità, che lavorava seguendo la consuetudine, che mirava solo al guadagno" . Questa rottura tra arte e artigianato merita riflessione. Separare l'invenzione dall'abilità ha avuto conseguenze profonde per l'arte, che si è trovata apparentemente libera dalle regole e nello stesso tempo privata di un mestiere.

Se, infatti, questo procedimento può sembrare positivo e liberatorio, di fatto pone alcuni problemi. Se si riconosce all'artista la capacità creativa indipendentemente dall'abilità tecnica, se artista è colui che è capace di esprimere se stesso in ogni modo e attraverso ogni mezzo, ecco allora che diventa problematica la definizione dell'arte stessa, tanto che il medesimo Shiner nota che "soltanto a seguito dell'instaurazione del moderno sistema dell'arte ci si può chiedere: "è davvero arte?", oppure: "Qual è la relazione tra arte e società?" . Come è noto, il sistema dell'arte che fa convivere arte e artigianato ha come fine una bellezza che coincide con la bontà dell'oggetto stesso, entro un orizzonte di pratica del mestiere e coltivazione delle virtù morali. Il regista svedese Ingmar Bergman ha espresso più volte il desiderio di essere come uno degli artisti-artigiani della Cattedrale di Chartres, sottolineando come "in altri tempi l'artista rimaneva sconosciuto e la sua opera era dedicata alla gloria di Dio. Egli viveva e moriva senza essere né più né meno importante di altri artigiani. La capacità di creare era un dono. In un mondo come quello fioriva una sicurezza invulnerabile e una naturale umiltà" .

L'artigianato ha una intrinseca relazione con la bellezza; le produzioni industriali hanno abolito la "decorazione", sia per motivazioni ideologiche estetiche ma anche per l'impossibilità di produrre decorazioni belle a basso costo. Gli oggetti industriali sono tutti uguali, invece gli oggetti artigianali sono portatori di un simbolismo, pregnante di significati legati alle singole culture e tradizioni. Forse il rilancio dell'artigianato fa parte di quel "torniamo indietro" che papa Francesco nella sua ultima Enciclica rivolge alle società industrializzate e disumanizzate: " se in alcuni casi lo sviluppo sostenibile comporterà nuove modalità per crescere, in altri casi, di fronte alla crescita avida e irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un po' il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi" (n. 193). Non si tratta ovviamente di un tornare al passato, in una sorta di tradizionalismo, ma di rintracciare il valore autenticamente creativo e innovativo proprio del lavoro artigianale.

Possiamo immaginare un rilancio dell'artigianato, non solo al livello politico delle economie degli stati, ma a livello pastorale, nelle Chiese locali: parrocchie e diocesi potrebbero valorizzare l'artigianato locale, mediante accademie e scholae, capaci di promuovere un lavoro profondamente umano, all'insegna della bellezza e della sostenibilità.

di Rodolfo Papa. www.rodolfopapa.it