Parla il direttore generale Ghirelli: «Chi non gioca il 1° settembre perde a tavolino» Nessun passo indietro nella norma dell’età media e la convinzione che il 1° settembre il campionato di Lega Pro, che vede impegnato il Calcio Como, partirà regolarmente.
Il direttore generale della Lega Pro, Francesco Ghirelli, già segretario della Federcalcio, non vuole cedere sull’azione di ridimensionamento generale del torneo. E, anzi, è pronto a lanciare anche un’iniziativa che farà certo discutere, ossia l’ingresso dei tifosi all’interno dei cda delle società di calcio. Il progetto verrà presentato in settembre con le sperimentazioni in atto all’Aquila e a Rimini e in altre due piazze.
«Lavoriamo per portare il pubblico allo stadio - spiega Ghirelli - e, insieme con il progetto per eliminare su tutti i campi le barriere tra spettatori e terreno di gioco, si deve rompere l’incomunicabilità tra tifosi e club».
Come interverrete? «Non si deve inventare nulla – risponde Ghirelli – in Germania si è partiti nel 1992 con una simile operazione. Noi iniziamo in ritardo, ma si tratta di un intervento che attraverso l’azionariato popolare troverà risorse per le società e consentirà di inserire un tifoso all’interno dei cda. I supporter devono conoscere le esigenze e i problemi del club dall’interno, per il bene di un calcio che deve tornare ad essere più umano».
Più umano e meno spendaccione, come ripete Ghirelli. «Il calcio ha vissuto al di sopra delle sue reali possibilità per troppo tempo. E la situazione è venuta allo scoperto quando si è incrociata con la crisi economica che attraversa il Paese, l’Europa e il mondo. Se un imprenditore non fa profitti con la sua azienda non può investire nel calcio, è semplice».
Anche le serie minori sono state però terreno fertile per avventurieri negli ultimi anni. I fallimenti non si contano più. «Sì, ma la situazione sta migliorando. Il calcio professionistico si deve ridimensionare. Noi abbiamo già rinunciato a 10 squadre e con la riforma a pieno regime, nel campionato 2014-2015, si arriverà a 60 club contro i 90 attuali. E si parla di almeno 30 persone stipendiate per club. Perdiamo 900 posti di lavoro, ma nessuno ha annunciato scioperi per questo. Si è compreso che così la situazione non era più governabile».
L’Associazione calciatori giudica invece lesiva per i diritti dei lavoratori la regola dell’età media. «Confido che il buon senso prevalga anche per la regola dell’età media. Altrimenti le norme parlano chiaro. Chi non si presenta perde a tavolino».
«La serie A può fare ancora il calcio elitario, ma noi dobbiamo essere vicini al territorio - aggiunge Ghirelli - Dobbiamo far giocare i giovani e dare una mano alle nazionali. Si tratta di un percorso virtuoso di raffreddamento dei costi che servirà anche alla serie A. L’Associazione calciatori deve comprendere che non vi sono altre soluzioni. Se Real Madrid e Barcellona vincono tutte le competizioni nazionali e internazionali schierando ragazzi di 18 e 19 anni è inutile continuare a dire che da noi a 26 anni si è giovani. In questa Italia bellissima, dalla politica, al calcio, al mondo del lavoro c’è sempre qualcosa che blocca i giovani».
Ghirelli spiega inoltre che la norma della media dei 24 anni non premierà così pesantemente i club.
«Abbiamo ridotto la cifra dei contributi dedicati. Mi chiedo poi perché lo sciopero non è stato fatto lo scorso anno quando le norme erano ben più rigide. Un calciatore che a 26 anni vuole continuare a rincorrere un sogno lo può fare. Se uno gioca bene a 30 anni nessuna società lo lascerà fuori rosa. Ma dobbiamo dire anche a tutto il mondo del calcio, a tutti quei giovani che sperano, che la realtà è cambiata. Toni e Grosso sono passati dalle nostra categoria alla serie A, ma succede a uno su mille. Non possiamo continuare a raccontare soltanto le favole».
Quindi il 1° settembre si giocherà Virtus Entella-Como a Chiavari?. «Como è una piazza importante, con una grande storia sportiva e calcistica. I dirigenti hanno compreso e sposato la nostra linea e già lo scorso anno hanno schierato molti giovani. Sono convinto che il 1° settembre si giocherà anche per un altro motivo. Da giugno a fine agosto le società hanno solo spese. Hanno pagato le iscrizioni, fatto le fidejussioni, la campagna acquisti. A settembre si devono pagare gli stipendi. Se mancano gli incassi delle prime partite il sistema rischia di saltare. Il 15 settembre c’è la verifica della Covisoc sugli stipendi e se il club non rispetta le scadenze scattano il deferimento alla Procura e i punti di penalizzazione. A chi serve questo?»
«Fino a due anni fa avevamo una media di 100 punti di penalizzazione, quest’anno ne abbiamo dati 33. Le società hanno capito che devono mettersi in regola. Le nostre norme puntano all’equilibrio economico finanziario. Oggi le nostre società pagano le tasse e i contributi sono cresciuti da 25 a 50 milioni di euro».
Ghirelli, alla fine ci può spiegare ancora la regola dell’età media? Dicono che in panchina servirà la calcolatrice. «Questa è una barzelletta che gira da un po’ di tempo - dice il dg - A parte che oggi in panchina ci sono tablet e palmari e non vedo perché si dovrebbe avere paura di una vecchia calcolatrice. La media viene calcolata dai 21 ai 24 anni e ci sono 6 mesi di tolleranza. Inoltre i cambi effettuati nell’ultima mezz’ora non incidono sulla stessa media. Quest’anno non vi sono stati grossi problemi. E comunque non si torna indietro. Dimentichiamoci il calcio del passato dei privilegi. Lo sport deve tornare ad essere sostenibile».
di Paolo Annoni tratto da: http://www.corrieredicomo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=53135&catid=14:prima-pagina