La legge anti-Amazon

Creato il 05 agosto 2011 da Topolinamarta

È una notizia che sta facendo il giro di internet già da alcune settimane: dal prossimo 1 settembre entrerà in vigore la Legge Levi – o meglio Legge Anti-Amazon, come l’hanno già ribattezzata in molti, dal momento che sembra fatta apposta per colpire il famoso negozio online –. Legge che, in pratica, imporrà uno sconto massimo del 15% sul prezzo di copertina dei libri, salvo casi particolari in cui può arrivare al 20% oppure, in circostanze ancor più particolari, al 25%. Qui un piccolo riassunto:

Il Senato ha dato il via libera, con voto bipartisan e la sola astensione dei radicali, al disegno di legge che disciplina il prezzo dei libri. Il documento introduce un tetto agli sconti praticabili per la vendita dei libri in libreria o via web pari al 15% del prezzo di copertina. Per quanto riguarda gli editori, sono invece consentite, con l’esclusione del solo mese di dicembre, promozioni e campagne distanti tra di loro, non reiterabile nell’anno solare e di durata non superiore a un mese, con sconti non superiori al 25% del prezzo fissato.

Le deroghe previste
Fissato il tetto massimo agli sconti, sono però previste diverse deroghe. La prima, con una dilatazione fino al 20%, è prevista in occasione di manifestazioni rilevanti a livello internazionale, nazionale e locale. Ma eccezioni sono previste anche in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti, istituzioni o centri con finalità scientifiche o di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative e università. Altra deroga riguarda, infine, i libri per bibliofili, quelli d’arte, quelli antichi, usati o fuori catalogo.

Le sanzioni
Le nuove disposizioni entreranno in vigore a partire dal 10 settembre 2011. In caso di scorretta applicazione della legge le sanzioni andranno da una multa da 516,46 a 3098,74 euro, fino alla chiusura dell’attività fino a 20 giorni in caso di recidiva.


Credo che a questo punto sia chiaro come mai questa legge è stata definita “Anti-Amazon”: siti come Amazon e IBS possono permettersi sconti molto sostanziosi, perché buona parte del prezzo di copertina di un libro va al distributore, cosa di cui i suddetti negozi online, attuando una vendita per corrispondenza, non hanno bisogno. Soprattutto Amazon fa quasi sempre sconti addirittura del 30-35%, perciò non stupisce che molti lettori abbiano smesso o quasi di fare compere in libreria: perché pagare un libro a prezzo pieno, considerato anche che le case editrici più grandi gonfiano abbondantemente i prezzi, quando acquistandolo online possiamo pagarlo un terzo di meno, con tanto di spedizione gratis sopra i 19€, pagamenti sicuri e arrivo a casa nel giro di pochi giorni?

Questo, naturalmente, non piace alle librerie: chi compra su Amazon inevitabilmente non comprerà da loro. In teoria, una norma come questa dovrebbe essere una speranza per i piccoli librai, che non possono permettersi grandi sconti e che sono schiacciati dalle grandi catene e dai siti di vendita online – oltre che, non dimentichiamocelo, dall’affermarsi degli eBook -, ma a questo punto io mi chiedo se davvero una legge del genere possa aggiustare le cose: già ci troviamo in un paese dove i libri si comprano poco e si leggono ancora meno, dove gli unici libri che si comprano sono i best-seller e dove i piccoli editori devono fare i salti mortali per non fallire; se poi ci si mette una legge che non permette sconti oltre il 15%, si acquisteranno sempre meno libri. Di conseguenza, i piccoli librai spariranno dalla faccia della terra, e il sospetto che questa legge sia stata creata unicamente per proteggere Mondadori & Co da Amazon non rimane più un semplice sospetto.

La questione di Amazon, però, non è finita qui: io, personalmente, ho smesso quasi del tutto di acquistare libri in libreria da parecchio tempo. Non tanto perché i prezzi di vendita online siano così stracciati, ma per un motivo ben preciso: certi libri nei negozi non si trovano manco a pagarli. Un romanzo uscito da poco in libreria rimane per pochissimo tempo: qualche mese in più se vende particolarmente bene, ma in genere i best-seller sono destinati a essere rimpiazzati da altri best-seller nel giro di poco. Questo dimostra che ciò che conta non è la qualità ma la moda del periodo; in ogni caso, trovare un libro che non abbia avuto un successo clamoroso e che sia uscito non da un mese ma neanche da dieci anni è un’impresa quasi impossibile. E a questo punto l’unica cosa da fare è ordinarli e doverli aspettare per settimane prima che (sempre che) arrivino.
Ma oltre a quei libri pubblicati da Mondadori, Rizzoli, Einaudi & Co, esistono anche i romanzi degli scrittori esordienti, che io , da aspirante scrittrice desiderosa di confronti, tengo molto a leggere: questi, in genere, sono pubblicati dalle piccole-medie case editrici, che in libreria non arrivano. Punto.

Quello che sto per narrarvi è accaduto circa un anno e mezzo fa: desideravo molto leggere il libro d’esordio di un giovane autore, pubblicato da una piccola casa editrice, così, non conoscendo ancora Amazon, lo ordinai in libreria. Sorvolando sul prezzo di copertina da infarto – 12€ per cento pagine scarse -, quel libro impiegò quattro settimane ad arrivare. Quattro settimane. Come se non bastasse, quando andai a ritirarlo mi fecero pagare un sovrapprezzo di ben 7€ perché, mi dissero, la casa editrice aveva tirato fuori delle balle (e poi mi tocca a sentire che i piccoli editori falliscono per colpa del mondo brutto&kattivo dell’editoria!). In definitiva, spesi 19€ per un libercolo insignificante di neanche un centinaio di pagine.
Da quel momento, decisi che non avrei più ordinato un libro di un piccolo editore in libreria, così passai ad Amazon, a cui mi affido tutt’ora senza rimpianti: sono d’accordo che sia giusto sostenere le piccole case editrici, ma perché continuare con scherzetti del genere, quando acquistando online non si ha nessun sovrapprezzo, quasi nessun costo di spedizione e la consegna a casa in 4 giorni?
Sorvolando sulla pessima distribuzione dei piccoli editori, che comunque non possono fare più di tanto, però, la colpa è soprattutto delle librerie, che tengono solo i libri che fanno comodo a loro, e che a volte tirano fuori addirittura delle scuse per non ordinare un certo titolo.

Per non parlare dei prezzi, poi, che a volte sembrano completamente assurdi: d’accordo che la pubblicazione del libro abbia un costo, ma c’è anche da dire che siano moltissimi gli editori che allargano l’impaginazione a dismisura, vendendo a 18-20€ libri di 400 pagine che avrebbero potuto stare comodamente in 150.
Basta prendere, ad esempio, uno degli ultimi titoli pubblicati da Mondadori, Le luci di settembre di Carlos R. Zafòn: esattamente 268 pagine scritte con corpo 14, che occuperebbero un centinaio di pagine di Word, a 19€. O come Il libro del Destino di Elisa Rosso, edito da Piemme, 500 pagine che su Word sarebbero sì e no 150, a 18€. O ancora come il recente best-seller L’atlante di Smeraldo: neanche 500 pagine con 26 righe per pagina (di solito sono almeno 35-40) a 18,60€. E vi faccio notare che altre case editrici più oneste libri del genere, stesso formato compreso, ad almeno 3-4€ di meno.
Qui non si parla più di spese di stampa e di produzione (che ci vuole a ridurre un po’ il corpo di scrittura?), ma di trucchi sporchi per guadagnare di più. E poi ci si stupisce se certi lettori preferiscono scaricare libri gratis in modo illegale, piuttosto che spendere così tanti soldi.
Anche acquistando con il 30% che offre Amazon, in questo caso, si spende comunque tanto, ma è comunque meglio che regalare soldi inutili a certi editori-approfittatori. E invece presto non sarà più possibile neanche questo.
Presto sarà domandato a tutti i lettori di fare una scelta: volete il tal libro? Siete disposti a sborsare 18€? Se sì, bene, se no, pazienza. E, considerando che più un libro costa, meno libri si possono comprare con la stessa cifra, credete che questa crisi dei libri che si vendono poco si risolverà? Io dubito molto, se devo essere sincera; anzi, credo che sia proprio grazie ad Amazon e compagnia bella se i libri si vendono ancora.

La soluzione? Innanzitutto, comprate finché potete: approfittate degli sconti che stanno facendo Amazon (-40% su 9’000 tascabili), IBS (fino al 75% su 150’000 titoli), Bol (sconti tra il 30% e il 40% su molti libri e la promozione “Più compri, meno spendi” – quest’ultima fino al 9 agosto, quindi sbrigatevi!) e gli altri durante questo ultimo mese di libertà. In secundis, per fortuna biblioteche e negozi di libri usati non rientrano negli obbiettivi della legge, perciò via libera anche a questi. Ma adesso credo di essermi dilungata anche troppo, quindi vi rimando al prossimo articolo, in cui spiegherò più dettagliatamente i miei “trucchi” per poter leggere senza finire al verde.

Spero solo, però, che coloro che hanno approvato questa norma non impieghino molto a capire che una legge del genere non è proprio il massimo per risolvere i problemi.


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