Qui vivevano Tharu e Chepang, che oggi si vogliono includere, malgrado le loro proteste, nel gran mucchio dei Madeshi. Negli anni il Terai ha attratto la gente delle colline e tanti migranti dall’India che lavorano nei latifondi e nelle uniche fabbriche del Nepal sparse nella pianura.
La costituzione dei Parchi fu una felice intuizione di re Birendra nel 1973 e adesso, compresi quelli dell’Himalaya, coprono il 23% del territorio. In alcuni di essi sono state costruite delle strade (Annapurna) con conseguenze negative per il turismo. Gli abitanti sono organizzati in User Gruops per utilizzare le risorse naturali e proteggerle anche se, la situazione politica del’ultimo decennio, ha favorito il contrabbando di legno pregiato e la deforestazione. E’ abbastanza costante, anche in questi giorni, la denuncia di funzionari locali che, incaricati di proteggere le foreste, favoriscono il taglio e la vendita di alberi in India. Tre alberi di Sal valgono quanto un’auto Maruti.
L’idea della strada da Madi a Tribeni avrebbe favorito, se costruita, la progressiva distruzione dell’ecosistema già in pericolo per la scarsa attenzione del governo. Sarebbe passata fra la giungla che circonda il fiume Reu e che rimane una delle aree più pure del Nepal e dove, fra l’altro sono sistemate, le lodge più esclusive (Tiger Tops e Temple Tiger da USD 400 al giorno). Un disastro anche per i circa 30.000 turisti che ogni anno visitano i parchi.