Rimasto solo, Atamante si prese un'altra sposa, questa volta mortale: Ino, figlia di Cadmo re di Tebe. E da lei ebbe due figli maschi, Learco e Melicerte. Tutto sarebbe andato bene se Ino non avesse incominciato ad odiare i figliastri, Frisso ed Elle, tanto da non poter sopportare la loro presenza sebbene essi fossero buoni e obbedienti. Così che, a un certo momento non ebbe che un solo desiderio: quello di sbarazzarsi dei due ragazzi in qualsiasi modo.
A furia di pensarci, la malvagia regina escogitò un piano diabolico. Andò in giro per il paese parlando con le donne delle campagne e insegnando loro un nuovo sistema di semina. Se volevano ottenere un raccolto molto più abbondante, diceva loro, dovevano tostare i chicchi di grano prima di spargerli fra le zolle: il fuoco, infatti, avrebbe aumentato enormemente la loro facoltà di germinare e le spighe delle nuove piante sarebbero state grossissime.
I contadini diedero fede a questa fandonia e si affrettarono a tostare coscienziosamente tutto il loro grano da semina. E la conseguenza fu che i campi rimasero sterili e per tutto il paese non germogliò nemmeno una particella di grano. Vi fu così una terribile carestia. Atamante, ignorando le cause di quel flagello, mandò messaggeri a chiedere consiglio all'oracolo di Apollo che stava nel tempio di Delfo: tutte le volte che un re greco non sapeva a quale partito appigliarsi faceva così.
Ma Ino stava all'erta. E, quando seppe che i messaggeri stavano per mettersi in viaggio, mise in uno scrigno una buona parte dei suoi gioielli e si recò da loro; avrebbero avuto tutta quella ricchezza se solo erano disposti a farle un piccolo favore: dovevano semplicemente nascondersi da qualche parte per alcuni giorni e tornare poi fingendo di essere stati a Delfo e annunciando che, secondo l'oracolo, la carestia sarebbe cessata solo se Frisso ed Elle fossero stati sacrificati a Demetra. I messaggeri accettarono.
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