La leggenda dell’Arena di Verona.

Creato il 18 ottobre 2013 da Martinaway @MartinawayTB

C’era una volta, nella bella Verona, un ricco signore che era stato incarcerato e poi condannato a morte con una grave accusa.

La sera prima del giorno dell’esecuzione, nella sua cella, mentre lui piangeva disperato, comparve il diavolo: «Messere», gli disse lo spirito maligno, «io posso salvarti!».

«E come?», chiese il condannato.

«Da tempo i Veronesi desiderano un grande teatro: offriti di costruirlo e chiedi in cambio la libertà».

«Nessuno può far sorgere un teatro in una notte!», rispose il condannato.

«Io lo posso fare!», si vantò il principe delle tenebre, «ma sappi che in cambio voglio la tua anima».

Stretto dal terrore della morte, il condannato accettò il patto e in un attimo la notte veronese si riempì di demoni, che iniziarono a lavorare senza sosta.

Il condannato, che non aveva pace, continuava a pregare nel buio della sua cella: «Salva la mia anima, Vergine Santa! Io non sapevo ciò che facevo!».

Lunghe e angosciose passarono le ore della notte e, poco prima dell’alba, allo stupendo teatro non mancava che un piccolo pezzo per essere completato. Tuttavia, a un tratto le campane cominciarono a suonare le dolci note dell’Angelus: una mano invisibile le aveva messe in moto qualche minuto prima che sorgesse il sole.

A quel sacro suono, con un urlo di rabbia e di spavento, i demoni sprofondarono nell’inferno.

L’Arena non era compiuta, il demonio aveva perduto la sua preda. La sincera preghiera del condannato era arrivata fino alla Vergine Maria che aveva inviato i suoi angeli a suonare le campane anzitempo. Il bel teatro, però, bastò ad assicurare la libertà del prigioniero.

Da quell’episodio, secondo la leggenda, nacque «il nobile, distinto, memorabile, grande teatro, costruito a tuo decoro, sacra Verona».

«Il nobile, distinto, memorabile, grande teatro, costruito a tuo decoro, sacra Verona»


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