Il 5 aprile 1895 Oscar Wilde veniva incarcerato per il reato di sodomia. Il particolare non è banale né morboso. In questa data inizia la scrittura della lunga lettera pubblicata postuma che Wilde voleva inviare all'amato Bosie, causa dei suoi due anni di carcere, del biasimo sociale e del tracollo economico. Causa non fortuita: Bosie istigò l'amato Oscar a far causa al proprio padre per diffamazione, solo per un capriccio verso l'aristocratico e potente genitore. E Wilde ne subì le conseguenze. Questa lunga lettera porta il nome (assegnato non dall'autore) di "De Profundis". Non era destinata alla pubblicazione, eppure la penna del grande scrittore rimane eccelsa, controllata magistralmente. Erano controllati anche i sentimenti di cui parla? Nell'epistola li confessa, ma nonostante questi, scuote l'amato, lo mette di fronte alle sue responsabilità. La lettera in realtà giunse a destinazione dopo che Oscar Wilde fu scarcerato. Bosie ne lesse poche righe: infastidito dal tono che vi lesse la buttò. Buoni i propositi di Wilde: non rivedere mai più il giovane amato. In realtà non fu così. Nonostante tutto quello che aveva passato per colpa sua, il rapporto d'amore ricominciò, di sicuro non facilmente e, probabilmente, non felicemente.
5 aprile 2013.
Leggere la lettera di Oscar Wilde significa oltrepassare il tempo, tentare di penetrare nella mente di uno scrittore geniale che per la propria "debolezza" ha pagato. E che nella sofferenza ha costruito una delle più belle epistole dell'era moderna.