Panzini, Soffici, Alvaro, Cardarelli, Gadda, Buzzati, Malaparte, Pratolini, Sciascia, Carlo Levi, Soldati, Celati, Venturi, Gatto. Gli scrittori prestati al giornalismo sportivo, ed in particolar modo alla storia del giro d’Italia, si presentano nelle parole di Cordelli e del relatore come i corridori al momento delle firme prima dell’inizio della tappa. E’ come essere ad in una sala stampa poco prima o poco dopo la corsa. L’autore presenta il suo libro, “L’Italia di mattina”, dedicato al Giro ed oggi alla terza ristampa, un testo nel quale, letteratura di viaggio, giornalismo sportivo e critica sociale si fondono insieme armoniosamente, così come armonica si presenta la lettura del testo dell’autore, con tratti preraffaelliti e sfumate venature poetiche, quasi arcadiche, nel presentare i vari paesaggi attraversati da inseguitore della maglia rosa. Splendide sono le pagine in cui viene, ad esempio, descritta l’Umbria, “cuore d’Italia” e spunto per passare dai paesaggi di questa regione ad uno dei temi principali del testo, ossia la violenza degli architetti, categoria professionale invisa all’autore, nei confronti della bellezza paesaggistica dell’Italia. La presentazione del libro si arricchisce involontariamente di gesti epici nella storia del ciclismo, come il passaggio della bottiglietta durante l’incontro coi lettori, come sul passo di Galibier tra Coppi e Bartali e di passaggi di letteratura alta, come quella di Buzzati, uno tra i primi autori ad occuparsi del Giro e sicuramente uno dei migliori. Del ciclismo, in Buzzati come in Cordelli, si sottolinea la fatica di questo sport, “glorioso e povero”, mentre nel corridore si trova un riflesso dello scrittore, nell’evoluzione dello stile dell’uno quella dell’altro, nella globalizzazione della prima categoria la mondializzazione della seconda. Ogni parola spesa per il ciclismo può essere utilizzata per le vicende politiche nazionali o per riflessioni politiche e sociali sull’era della globalizzazione o ancora sul mestiere di scrivere. La storia di Evans, maglia rosa del Giro in corso al momento della presentazione del libro, australiano con moglie ticinese e figlio adottivo etiope descrive così la Roma in cui Cordelli vive circondato da gruppi di persone di differenti provenienze, con cui l’autore socializza volentieri per avere prospettive diverse sul proprio Paese e sul mondo in generale, così come alla domanda sugli autori italiani da leggere nella letteratura contemporanea, su cui l’autore si esprimerà lungamente in chiusura di serata, mostra come sia impossibile vedere solo all’Italia per citare degli autori degni d’esser letti in un mondo in cui America Latina, Estremo oriente o Africa offrono prodotti letterari di prim’ordine che contaminano, arricchiscono e formano la letteratura di oggi.
“La letteratura e l’arte della manutenzione della bicicletta” di VITTORIO MUSCA
Creato il 26 maggio 2014 da CaffeletterariolugoPanzini, Soffici, Alvaro, Cardarelli, Gadda, Buzzati, Malaparte, Pratolini, Sciascia, Carlo Levi, Soldati, Celati, Venturi, Gatto. Gli scrittori prestati al giornalismo sportivo, ed in particolar modo alla storia del giro d’Italia, si presentano nelle parole di Cordelli e del relatore come i corridori al momento delle firme prima dell’inizio della tappa. E’ come essere ad in una sala stampa poco prima o poco dopo la corsa. L’autore presenta il suo libro, “L’Italia di mattina”, dedicato al Giro ed oggi alla terza ristampa, un testo nel quale, letteratura di viaggio, giornalismo sportivo e critica sociale si fondono insieme armoniosamente, così come armonica si presenta la lettura del testo dell’autore, con tratti preraffaelliti e sfumate venature poetiche, quasi arcadiche, nel presentare i vari paesaggi attraversati da inseguitore della maglia rosa. Splendide sono le pagine in cui viene, ad esempio, descritta l’Umbria, “cuore d’Italia” e spunto per passare dai paesaggi di questa regione ad uno dei temi principali del testo, ossia la violenza degli architetti, categoria professionale invisa all’autore, nei confronti della bellezza paesaggistica dell’Italia. La presentazione del libro si arricchisce involontariamente di gesti epici nella storia del ciclismo, come il passaggio della bottiglietta durante l’incontro coi lettori, come sul passo di Galibier tra Coppi e Bartali e di passaggi di letteratura alta, come quella di Buzzati, uno tra i primi autori ad occuparsi del Giro e sicuramente uno dei migliori. Del ciclismo, in Buzzati come in Cordelli, si sottolinea la fatica di questo sport, “glorioso e povero”, mentre nel corridore si trova un riflesso dello scrittore, nell’evoluzione dello stile dell’uno quella dell’altro, nella globalizzazione della prima categoria la mondializzazione della seconda. Ogni parola spesa per il ciclismo può essere utilizzata per le vicende politiche nazionali o per riflessioni politiche e sociali sull’era della globalizzazione o ancora sul mestiere di scrivere. La storia di Evans, maglia rosa del Giro in corso al momento della presentazione del libro, australiano con moglie ticinese e figlio adottivo etiope descrive così la Roma in cui Cordelli vive circondato da gruppi di persone di differenti provenienze, con cui l’autore socializza volentieri per avere prospettive diverse sul proprio Paese e sul mondo in generale, così come alla domanda sugli autori italiani da leggere nella letteratura contemporanea, su cui l’autore si esprimerà lungamente in chiusura di serata, mostra come sia impossibile vedere solo all’Italia per citare degli autori degni d’esser letti in un mondo in cui America Latina, Estremo oriente o Africa offrono prodotti letterari di prim’ordine che contaminano, arricchiscono e formano la letteratura di oggi.
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