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La letteratura italiana in arabo da Dante a Valeria Perrella e viceversa

Creato il 03 novembre 2015 da Chiarac @claire_com_

Il 19 e 20 ottobre scorsi l’Istituto italiano di cultura del Cairo (IIC Cairo) ha ospitato la presentazione della traduzione in arabo del romanzo di Valeria Parrella dal titolo Lo spazio bianco (Einaudi 2010). 

Il romanzo è stato tradotto dall’italiano da Halima Khattab e pubblicato dalla casa editrice italo-egiziana Baad del-Bahr curata da Stefania Angarano, con il contributo alla traduzione del nostro Ministero degli Esteri che ogni anno finanzia dei progetti di traduzione di libri italiani nelle lingue straniere.

La storia della traduzione della letteratura italiana in arabo non è recentissima naturalmente ma non vanta moltissimi titoli (circa 300 nel periodo che va dal 1970 agli anni 2000, secondo uno studio condotto nel 2010 da Chiara Diana per la Fondazione Anna Lindh/Transeuropéennes).

Come ha scritto l’arabista Elisabetta Bartuli in due articoli apparsi di recente su Books in Italy, i lettori arabi conoscono bene nomi come Pasolini, Moravia, Eco, Calvino e Tabucchi. Autori che negli anni sono stati tradotti (spesso, in passato, per il tramite di un’altra lingua europea) e pubblicati da diversi editori arabi, dall’Egitto al Libano e dall’Iraq fino alle joint venture editoriali come quella Penguin-Dar el Shorouq.

E se in passato si traducevano più i nostri classici, oggi il movimento di traduzione dall’italiano in arabo si è aperto anche e soprattutto agli autori italiani contemporanei come Benni, Parrella, Elena Ferrante e Ammaniti – i cui romanzi Io non ho paura e Io e te sono stati tradotti in arabo e pubblicati l’anno scorso dalla casa editrice Sharq/Gharb (emanazione diretta a vocazione mediterranea di e/o) insieme a Baad del Bahr.

Ma tornando a Valeria Parrella, Halima Khattab, la traduttrice di Lo spazio bianco ha risposto per email ad alcune mie domande:

1) Di chi è stata l’idea di tradurre il libro?

L’idea è stata di Stefania Angarano, che curava insieme a mio marito Marco Alloni un progetto molto serio e ambizioso: tradurre dall’italiano all’arabo le più significative scrittrici e i più significativi scrittori italiani contemporanei della Penisola. Il progetto iniziale è confluito nei quattro volumi dell’antologia Oltremare (Baad El Bahr) ed è poi proseguito grazie al lavoro editoriale di Stefania Angarano e della sua casa editrice Baad El Bahr.

2) Quali sono state le principali difficoltà linguistiche nel tradurlo?

Devo dire che l’insieme della traduzione ha comportato numerose difficoltà, soprattutto per la ricchezza terminologica, a volte specialistica, del lessico della Parrella. In particolare i dettagli delle descrizioni, che richiedono uno sforzo specifico per essere resi nella loro significatività, sono stati ragione di grande attenzione e concentrazione.

La letteratura italiana in arabo da Dante a Valeria Perrella e viceversa“Lo spazio bianco” in arabo (“Quando il mondo è avvolto dal bianco”)

3) In generale secondo lei quali sono le principali difficoltà dal punto di vista linguistico che un traduttore arabo -> italiano incontra nel tradurre?

Ci sono in italiano molti modi dire, molti significanti, molte espressioni che non trovano un diretto corrispondente in arabo. In questi casi bisogna reperire all’interno della lingua araba dei corrispettivi espressivi che non sono esattamente degli equivalenti ma che rendono il senso più autentico presente nella lingua originale.

4) L’argomento del romanzo è piuttosto sensibile: come pensa verrà recepito in Egitto?

L’argomento è sicuramente molto sensibile anche in Egitto. Fondamentale per un lettore egiziano è capire il mondo della protagonista, il suo modo di reagire alle circostanze e alla tragedia, condizioni queste di tipo esistenziale che possono trovare ampi riscontri anche nella vita e nella sensibilità egiziane.

5) In generale c’è curiosità e attenzione da parte dei lettori egiziani nei confronti della letteratura italiana?

E’ troppo presto per poter capire quanta attenzione gli egiziani riservano e riserveranno in futuro alla letteratura italiana. Il mondo editoriale e quello della traduzione non hanno infatti ancora avviato un lavoro serio e sistematico di presentazione in arabo della più significativa letteratura italiana moderna e contemporanea, e mancano criteri rigorosi perchè questo venga fatto in maniera convincente. Resta però indubbio che gli egiziani sono molto curiosi del mondo mediterraneo e in particolare dell’Italia, e sarebbero sicuramente pronti a recepire con passione e interesse un maggiore quantità di opere italiane tradotte in arabo.

Tornando invece al Dante del titolo di questo post, vi segnalo un’iniziativa promossa dall’ICC Cairo che si sta svolgendo in questi giorni e che ha per protagonista proprio Dante:

La manifestazione si chiama “Dante al telefono, in linea con l’amor cortese”. In pratica si tratta di una lettura dantesca ‘on demand’ che parte dal V canto dell’Inferno e che intende far conoscere parte delle Rime e della Vita Nova, con una lettura personalizzata giornaliera effettuata dagli studenti d’italiano di quattro università. Gli studenti degli atenei cairoti, dove si trovano i maggiori dipartimenti d’italiano (Ain Shams, Cairo University, Helwan, Al Azhar), leggeranno ogni giorno un brano che sarà anticipato da un verso chiave sia sui social media che su giornali e siti di informazione egiziani. Insieme alla varietà dei testi prescelti, gli studenti leggeranno anche, su richiesta degli interessati, la versione in arabo del V canto dell’Inferno. Purtroppo esiste una traduzione solo della Divina Commedia. L’attività “Dante al telefono” si chiuderà con una mattinata di studio e interventi da parte di professori, ricercatori e studenti, prevista per il giorno 11 novembre, dal titolo:  “Dante nel mondo arabo contemporaneo”. Perché leggere il Sommo Poeta a 750 anni dalla sua nascita? In collaborazione con la Facoltà Alsun, Ain Shams.

A conclusione dell’evento, se ci sarà stato un buon riscontro d’interesse, verrà valutata la possibilità di cominciare la traduzione di altre opere dantesche. I numeri per “Dante al telefono” sono: (002) 0100 95 48 621 oppure (002) 0100 95 38 684. Saranno attivi anche Viber, whatsApp, Skype: iiccairo.

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