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“ La lettura ad alta voce come dispositivo pedagogico: l'esperienza dei padri”. Il questionario

Da Mammacanguro

Pubblico con piacere la richiesta di Elena Scotti che sta portando avanti un progetto  di ricerca,  all'interno del vasto panorama della promozione alla lettura nella prima infanzia. Lo studio intende soffermarsi sui padri che leggono ai propri figli e figlie (di età compresa tra i 3 e i 6 anni) con l'intento di comprendere quali siano le risonanze formative e le valenze di benessere che le pratiche di lettura ad alta voce generano negli adulti coinvolti.
Leggere, raccontare, ascoltare storie non è un semplice piacevole passatempo ma, come sostiene Bruner, è la modalità che l'uomo utilizza per attribuire significato a se' e alla propria esperienza.

Il pensiero narrativo, presente in ciascuno di noi fin dalla nascita, necessita di un rinforzo culturale per potersi dispiegare, scrive infatti Dallari: “occorre prendere coscienza del fatto che viviamo navigando in un mare di storie, e  solo imparando le regole della loro narrazione, il che significa frequentarle, ascoltarle, leggerle, crearle e raccontarle a nostra volta, impariamo a riprodurre e scambiarci le rappresentazioni di questo mondo e di noi all'interno di essi” ( Dallari, 2000, p.139).
Nello specifico, questo lavoro si fonda sull'ipotesi che leggere ad alta voce, per qualcuno e con qualcuno, significhi situarsi insieme nell'Altrove della narrazione, in un tempo e in uno spazio, delimitati e distinti, che racchiudono e rendono possibile un'esperienza di formazione per l'adulto coinvolto: la lettura condivisa diviene occasione per sperimentarsi e sperimentare conoscenze e relazioni.
Leggere insieme, adulto e bambino, apre la possibilità di avventurarsi in un universo letterario comune a cui attingere per comprendere sè, gli altri, il mondo, o per creare narrazioni, personali ed originali.
E ancora, nella lettura ad alta voce la narrazione diviene relazione attraverso la vicinanza affettuosa e intima dei corpi, la partecipazione emotiva, la condivisione di una  ritualità.
In particolare questo studio si concentrerà sull'esperienza dei padri-lettori (intendendo con questo termine i padri che leggono ai figli e alle figlie) dal momento che i cambiamenti sociologici presenti anche nella famiglia italiana rendono attuale una riflessione sulla specificità maschile in educazione.
La ricerca prevede  tre diverse modalità di indagine, la prima di carettere quantitativo sulle abitudini di lettura in famiglia
Attraverso un breve  questionario rivolte alle famiglie con almeno un bambino di età compresa tra i  3 a 6 anni si intende raccogliere e analizzare dati sulle abitudini di lettura nel contesto familiare, con particolare interesse per le azioni e le opinioni dei padri.   A questo link   
https://docs.google.com/forms/d/1n5piJ9czFv-YrhPdKZclz3w-_QYnhAVRLvRoCO1e_9U/viewform?sid=48bfaca9b4e90287&token=_aIV5T0BAAA.F2na2YAKMgGUr7P-SueWWQ.i5-cyGqP7dK4TA0HTlTcWw

  potete acceder eal questionario da compilare on line
  La ricerca è condotta dalla dott.ssa M.Elena Scotti della Scuola di Dottorato in Scienze Umane, presso il dipartimentodi Scienze Umane per laFormazionedell'Università di Milano Bicocca
Contatti M.Elena Scotti, tel. 334.3148846,[email protected], [email protected]
 


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